Uno spettacolo indegno!!!!

Scritto Da il 3/Giu/2025 - Ultimo Articolo |


Uno spettacolo indegno!!!!

Questa stagione davvero assurda, dell’anno domini 2024 – 2025, verrà ricordata per come s’è conclusa con un epilogo davvero insperato, e quanto mai inaspettato, pensando a solo un mese fa. S’è passato da quella che poteva essere ricordata negli annali come una stagione fantastica, invece poi, quando tutto s’è concluso, dobbiamo ritenerla assolutamente fallimentare. Dove ricercare le colpe di questo grandissimo flop? Secondo me sono molteplici ed equamente divise, anche se poi pende tutto da due fattori prettamente dominanti: società e area tecnica in toto (in cui vanno compresi anche i calciatori). Una società che in questi ultimi anni ha avuto un bilancio assolutamente positivo, incamerando, con i successi ottenuti, delle cospicue entrate da più fronti, non può lesinare negli investimenti, ma se il loro diktat è stato sempre quello di ridurre le spese, non mi chiedo come mai in rosa ci sono ingaggi superiori alle aspettative, con età di giocatori che superano i trent’anni e oltre? Vanno fatte scelte oculate acquistando giovani calciatori che possano essere il futuro di questa squadra, che lottano e che sanno farsi valere, tal volta bisogna ricompattarsi e credere nelle proprie ambizioni creando una squadra forte per il futuro. Cosa che fortunatamente stanno facendo ora, dopo aver perso l’inverosimile, con acquisti mirati di giovani di belle speranze. In questo discorso va inserito anche la conduzione tecnica, non ci si può fossilizzare ottusamente con le proprie ideologie, bisogna essere camaleontici e poter optare con più soluzione, non sempre giocando allo stesso modo, esempio pratico in finale di Champions, dov’è s’è continuato con la partenza dal basso, ci può stare, ma non deve essere l’unica alternativa. Abbiamo avuto la riprova che la squadra ha necessità di cambiare registro, ci sono alternative che non sono valide e quindi non all’altezza, in ogni parte del campo e poi bisogna fare chiarezza, considerando questa squadra la sorella bistrattata di quella ammirata lo stesso anno, in quella cavalcata inesorabile verso la seconda stella. Certo alcuni calciatori hanno dalla loro l’età anagrafica non proprio fiorente, ma ci si doveva preoccupare per tempo. Ripercorrendo questo anno calcistico alla fine dei conti abbiamo sperperato di tutto e di più, perso una supercoppa, tanto fedele al nostro tecnico, con errori grossolani arbitrali, ci può stare, ma tutto ciò doveva essere un presagio di quello che poi si sarebbe verificato. S’è giocato tantissimo credendo di avere una rosa all’altezza della situazione, invece tutt’altro, abbiamo gettato alle ortiche una semi-finale di coppa Italia facendo credere ai cugini di essere rinati, tant’è che alla fine del campionato sono arrivati decimi e fuori da ogni competizione europea, con i preliminari di coppa già ad Agosto. Per lo scudetto poi questo è un capitolo a parte, avevamo tutto per farlo nostro, ma la nostra cervellotica forza di farci del male da soli, ha avuto il predominio, basti pensare che si pensava innanzitutto alla finale di Champions, raggiunta con tantissimo sacrificio e giocando anche un discreto calcio, ma prestando il fianco a prestazioni finali, in campionato, che hanno davvero causato un tracollo emozionale senza pari, pasti pensare che a mio modesto parere, se contro la Lazio si giocava con la stessa formazione che ha avuto la meglio nei confronti del Torino, forse le cose sarebbero andate diversamente. Non attacchiamoci al falso rigore concesso ai capitolini, una squadra forte e vincente, va oltre queste considerazioni perché se sei a un passo dall’obiettivo stagionale, non devi avere il braccino corto e accontentarti di un minimo vantaggio nel punteggio, tanto il pallone è rotondo, può sempre capitare qualcosa che ti rimette tutto in gioco: difatti contro la Lazio abbiamo perso lo scudetto con un pareggio che non è servito a nessuno, solo al Napoli. Veniamo poi a sabato 31 maggio, l’euforia era a mille, ci stavamo giocando la seconda finale di Champions in tre anni, ma l’approccio iniziale ha fatto intendere come sarebbe poi finita la partita: un disastro! Pazzesco prendere due reti in soli venti minuti in una finale, poi senza mordente e grinta essere letteralmente asfaltati nel computo finale, una manita che fa davvero tanto male, avvertito solo dall’onda nerazzurra assiepata sugli spalti, persone che per assistere a quello scempio, hanno speso migliaia di euro, per ricevere in cambio una terribile delusione che non passerà tanto facilmente. Chi vuole un qualcosa lotta, suda la maglia e non si fa mettere in mezzo, a mo’ di torello dagli avversari, che avevano motivazioni diverse e chiare perché hanno voluto fortemente quella coppa, la prima della loro storia, ottenuta giocando un bel calcio contro le nostre belle statuine. Tutti sotto lo standard con pagelle gara davvero impietose, che hanno testimoniato il loro perfetto lassismo in campo, inermi e alla mercè dei parigini. Ora a bocce ferme ci tocca rendere, da perfetti sportivi, omaggio ai vincitori che non ci hanno solo battuti, ci hanno travolti e umiliati sin dal primo minuto, con un gioco superiore in ogni zona del campo, con una determinazione superiore e una classe altrettanto superiore. Cosa dire l’Inter finisce nel peggiore dei modi una cavalcata europea che è stata per certi versi esaltante, ma è altrettanto vero che sarebbe da stupidi nascondere la catastrofe avvenuta sabato sera, e perché non possiamo dimenticarci come siamo arrivati a contenderci il trofeo. Come accade in questi casi, delle nostre disgrazie godono chi è felice per le sconfitte altrui, ma noi siamo ora più che mai consapevoli e uniti nella stessa passione di sempre verso questi colori, che godano pure chi ha speso centinaia di milioni senza avere tratto quelle vittorie che avrebbero voluto. Certo noi siamo andati vicino al vincere tutto, ma non sempre l’essere vicini porta giovamento, la cosa che conta è l’unica e che non abbiamo portato a casa alcun trofeo, questo è il dato di fatto principale e in considerazione che ci sarà necessariamente un terremoto societario, con una conduzione tecnica che sicuramente sceglierà altri lidi, ben più redditizi, con quei guadagni che si profilano, (certo cinquanta milioni di euro in due anni fanno un certo effetto), dovremo trovare una scelta giusta e adeguata, per una semi rivoluzione che necessita venga fatta. A Inzaghi si dovrebbe porgere comunque un ringraziamento per quello che ha fatto con l’Inter, giocando in un modo davvero bello da vedere, anche se nell’ultimo anno di quella squadra s’è visto pochissimo, tal volta mettendoci del suo. Nei suoi quattro anni ha implementato la nostra bacheca di ben tre supercoppe italiane, due coppe Italia e uno scudetto. Questo è indiscutibile, ma è altresì vero che abbiamo gettato alle ortiche ben altri due scudetti, e perché no, due finali di Champions, giocate in maniera diametralmente opposta, facendo la fortuna di chi non aveva mai vinto questa competizione. E’ l’occasione giusta di voltare pagina, ora ci tocca intraprendere un altro torneo, quel mondiale per club, che a mio modesto parere, farà ancora del male nella testa e nel fisico di quei giocatori che non potranno staccare la spina, per una stagione davvero interminabile. Chiudo con un personale commento: gli uomini e i calciatori passano, ma la fede per questi colori resta immutata, per questo mi piace sottolineare quello che ha sempre sostenuto il nostro immenso Giacinto: “Ci sono giorni in cui essere Interista è facile, altri in cui è doveroso e giorni in cui esserlo è un onore”. Buona estate a tutti!!  …Amala!!!!

Antonio Dibenedetto

Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.