Posts made in Febbraio, 2020


Riflessioni!!!


Scritto Da il 29/Feb/2020

Riflessioni!!!

Queste le dichiarazioni del Ministro dello sport, Spadafora: “Juve-Inter? Il Governo non c’entra, il rinvio l’ha deciso la Lega”

Dopo l’ennesimo colpo a sorpresa del Governo della Repubblica delle banane, ops.. scusate lapsus freudiano, della Repubblica Italiana e di quella Federazione (farlocca e succube degli ovini) a tutela del Calcio in Italia, ma mai come in questo momento credo a tutela degli interessi solo di alcuni; ecco che la giostra del campionato di calcio, è fermata, ma in maniera parziale. In Italia ci sono zone, dove c’è una pandemia esagerata mentre in altre il coronavirus non ha attecchito, anzi è scappato dalla ferocia degli antivirus che hanno gli abitanti. La cosa che fa specie come si possa andare ancora avanti con questa pagliacciata, che senso ha fare giocare metà delle gare della massima serie mentre le altre destinarla a maggio, non aveva più senso bloccare tutto oppure, se c’era il pericolo impellente, farle disputare a porte chiuse? Con il senno di poi ho visto delle testate giornalistiche che tutto non poteva avvenire perché dall’ex capitale d’Italia, da quella Torino dove tutto è possibile, è stata fatta strenua opposizione per il lauto guadagno che avrebbe dovuto perdere. Certo una gara di campionato, il così detto derby d’Italia, non aveva senso disputarlo senza il ritorno economico di contorno, che in questi casi è davvero milionario. La famiglia Agnelli non poteva ne voleva rimborsare i biglietti a tutti quelli che ne avevano già acquistato il diritto, oltre al danno economico la beffa del rimborso no. Loro sono una società seria e ogni diritto va tutelato, meglio il rinvio, tanto che al momento della stagione, quando era palese l’aver smarrito quello smalto che la squadra aveva nei precedenti mesi, tutto fermo e riposiamoci che è meglio, cercando di recuperare le energie giuste per ricaricare le pile di uno spogliatoio che accusa un certo fermento. Ovviamente a pensare male si fa peccato, mi hanno insegnato da piccolo, ma è anche vero che spesso ci si azzecca, in considerazione dell’ordinanza Regionale del Piemonte che ha stabilito da lunedì il ripristino delle attività sportive, allora di cosa vogliamo parlare? Ad avvalorare questa tesi ecco che prontamente nel mercoledì successivo dov’è previsto il ritorno di coppa Italia, ecco che d’incanto l’emergenza sembra svanita, si giocherà a porte aperte solo per i locali lasciando fuori dallo stadio gli “untori lombardi”. Scusate ma qui si rasentano l’idiozia e la dabbenaggine pura, queste persone credono che possano prenderci in giro come e quando vogliono? D’acchito l’emergenza è terminata tutto è ritornato nella norma, io sono uno dei tanti fautori che questo avvenga il prima possibile, ma da comune mortale mi chiedo, gli stadi sono chiusi per determinate persone presenti in taluni comuni, ma allora perché tutti i grandi centri di aggregazione sono aperti? I supermercati presi letteralmente d’assalto, i cinema riaperti come pure ogni sorta di locali per ravvivare la normale vita cittadina e gli stadi no? Se ci vogliono far credere che tutto sta procedendo per il verso giusto allora dovevano riaprire gli stadi, oppure far disputare le gare ugualmente senza che il tutto si debba risolvere in un maggio dove gli incontri saranno ravvicinati, destinando un finale di stagione estenuante per quelle squadre che stanno competendo su più fronti. In considerazione di queste supposizioni ecco che è maturata sempre più la convinzione che questo campionato è letteralmente falsato. Si giocassero lo scudetto a tavolino, magari facendo una gara a Risiko, così non c’è pubblico e possono farlo in una camera asettica, in tutta tranquillità. Non mi sembra giusto che la società Inter ha disputato la gara di Europa League a porte chiuse e per di più rimborsando il costo dei biglietti a tutti i tifosi che ne avevano già acquistato il titolo. E’ vero che non tutti siamo uguali, com’è vero che per fortuna abbiamo ottiche diverse, ma l’onestà intellettuale e il rispetto per le persone e per chi compie sacrifici per acquistare i biglietti delle gare di calcio, non si compra nel supermercato e di questa società ne sono orgoglioso, non credo che i tifosi della citta comandata dai signori di Torino non possano dire altrettanto. Io mi sto sempre più disinnamorando di questo sport e guardo con occhi di compassione ancora chi crede che il calcio sia pulito e vince chi merita, poveri illusi è tutto deciso, mi meraviglio che ci sono ancora persone che spendono soldi per seguire uno sport che è, ora più che mai, alla mercé di chi fa la voce grossa come coloro che ne acquistano i diritti e di chi si ritiene superpartes, che possono fare e disfare ogni cosa a loro piacimento. Da più parti si leva il grido di fermare questo campionato assurdo e scandaloso, io sono con tutti loro!      …Amala!!!!

                                                               Antonio Dibenedetto

Leggi Tutto

Una rimonta di… rigore!!!


Scritto Da il 17/Feb/2020

Una rimonta di… rigore!!!

Gli occhi del mondo pallonaro erano rivolti all’evento del posticipo serale, in quella Roma che ci evoca in ogni occasione, graditi e nefasti ricordi.       I più intelligenti, “capiscioni” e saccenti esperti del mondo calcistico reputavano la gara dell’olimpico, come la Death line, la gara da non sbagliare e per la quale, secondo loro, tutto si metteva in gioco in una sera, io francamente non credo che al momento i giochi siano stati fatti. Anche in considerazione della gara serale, ritroviamo una Lazio caricata a mille, specie dopo la vittoria di ieri, senza alcun impegno settimanale e con lo sguardo tutto rivolto in maniera esclusiva al campionato, la pone su di una corsia preferenziale per il titolo finale, ma mancano ancora tante gare sino alla fine, maggio è ancora lontano. La gara di ieri sera ha però evidenziato come l’Inter sia ancora un’incompiuta, non è matura per competere e assurgere al compito di grande squadra, ci vuole del tempo questo è vero, com’è vero che non si chiedeva subito il titolo, ma gli onerosi investimenti facevano presagire il contrario. Per costruire una squadra vincente ci vuole del tempo, ci vogliono giocatori che abbiano compreso alla perfezione gli schemi da adottare in campo, ci vuole del tempo perché tutto funzioni alla perfezione, questo tempo per chi si chiama Inter purtroppo non c’è! Bisogna creare un gruppo che giochi con voglia insieme da diversi anni e questo l’ha creato la società Lazio, che negli ultimi quattro anni non ha ceduto alle lusinghe di società prestigiose per l’acquisto dei suoi giocatori e pian piano ne ha inseriti altri. Poi c’è la ciliegina sulla torta che, specie quest’anno, sta avendo una sorta d’immunità arbitrale senza limiti, bravi a creare situazioni particolari ma molto bravi a sfruttarle. In particolare mi soffermerei sui tiri dal dischetto ben 14 a favore mentre quelli contro solo 2. C’è qualcosa che stona, oppure loro sono bravissimi a fare cadere nella tentazione del fallo decisivo i difensori avversari, oppure l’aiutino è dietro l’angolo. Con questo non voglio dire che ieri la vittoria non è stata meritata, anzi, secondo me, per come l’ho vista in altre circostanze, ieri sera non è stata trascendentale come il solito, ma è stata brava a sfruttare le occasioni avute, diciamo che è stata avviata una rimonta… pilotata! Io non amo giudicare i direttori di gara, ieri però il sig. Rocchi, definito da tutti nell’ambiente calcistico come la punta di diamante del panorama arbitrale italiano, purtroppo non è stato in campo così bravo da meritarsi questa definizione. Ci sono stati alcuni episodi che gridano vendetta, con lui ritengo insufficiente anche chi era preposto al Var, non si possono soprassedere su episodi che paiono determinanti. In primis il fallo intenzionale di Milinkovic-Savic su Barella, poi vi è la questione dei rigori, si possono dare oppure no, ma ci vuole unità nelle decisioni, se si concede il rigore per un appoggio di mani di de Vrij sulla schiena di Immobile che aveva maldestramente ciccato la palla, e a causa di quel leggero tocco da tergo, tanto immobile non è parso, caduto in terra colpito da un fulmine. Tenendo un metro di giudizio univoco, il succitato direttore di gara, avrebbe dovuto come minimo, nell’azione incriminata, recarsi nell’apposita zona e rivedere l’intervento su Young in area, almeno per non dare adito a discussioni inutili, fugando in questo modo ogni eventuale polemica, invece sicuro della sua indiscutibile professionalità non l’ha fatto, alimentando com’è notoria nel nostro paese ogni minima presunzione inneschi una reazione da cui subentra la malafede! Volevo solo ricordare che l’Ajax ha richiesto un rimborso milionario, al sig. Rocchi, per l’uscita dalla Champions per un suo errore grossolano, quindi di cosa vogliamo parlare? I direttori di gara dovrebbero essere grati all’ausilio tecnologico, è un parafulmini non indifferente per non creare alibi e sospetti, invece imperterriti fanno come meglio credono, alimentando in questo modo sempre più l’ombra del sospetto. Con questo, ripeto, non voglio dire che la vittoria laziale non è stata meritata, anzi, siamo stati noi che l’abbiamo agevolata in tutto e per tutto, regalandole ben due reti con il nostro atteggiamento sicuramente discutibile che è sicuramente cambiato da un tempo all’altro. Non riusciamo a tenere il risultato, se in altre circostanze la nostra rimonta è stata salutare, ieri sera siamo stati ripagati con la stessa moneta, forse con banconote un po’ taroccate, ma per tutti i saccenti della carta stampata e per chi sguazza in queste cose, non fa differenza. La cosa che unisce tutti è sparlare di una squadra quella nerazzurra sempre sulla graticola, che non avendo i favori di chi conta, deve sempre combattere contro tutti e contro tutto, ma per chi ama questi colori e fonte di orgoglio perché se si ama l’Inter quando vince, si deve amare parimenti quando perde, perché questi colori non si discutono, qualunque cosa accada! …Amala!!!!

                                                               Antonio Dibenedetto

Leggi Tutto

Un derby di… cuore!!!


Scritto Da il 10/Feb/2020

Un derby di… cuore!!!

Ore 21:30 di una domenica sera, non qualunque però, di scena allo stadio Meazza di Milano era appena terminato il primo tempo di un derby assurdo. In campo vi era una squadra motivata a mille: il Milan, mentre in opposto vi era l’altra squadra di Milano, quell’Inter che aveva accumulato sino a quel momento, ben diciannove punti di distacco, ma sul campo non si notavano. I rossoneri ci stavano annichilendo giocando in modo più coeso e da squadra e ci hanno costretto a rinculare sempre più, di fatto, chiudendo la prima frazione con un doppio vantaggio, meritatissimo. E l’Inter come il solito è apparsa squadra contratta, non riuscendo a proporre alcuna trama di gioco degna di nota, forse in due circostanze su colpo di testa di Godin e un’occasione d’oro capitata a Vecino, troppo poco per chi vuole agguantare la vetta del campionato, perché sia vero! Credo che chiunque, dover aver visto quello spettacolo obbrobrioso offerto dai ragazzi nerazzurri, non potesse immaginare a un simile secondo tempo di riscossa, invece contro ogni più rosea previsione tutto ciò si è verificato. Sogno o son desto è la frase che ogni tifoso interista si è chiesto a fine gara, tutto ciò quando la realtà supera di gran lunga l’immaginazione e quando gli incubi più neri si trasformano in una realtà da più parti agognata. Tutto ciò è successo davvero amici, rimarrà indelebile nei nostri cuori e per anni ce la racconteremo. Abbiamo vissuto una notte magica di quelle che ognuno spera di provare ogni tanto, al di fuori del normale raziocinio calcistico, incredibile quanto dolcissima. L’Inter è questa sempre più fedele al suo rincorrente inno, ma anche fiera e mai doma quando riesce a mettere in campo tutto il suo carattere, irresistibile quando è sospinta da un pubblico eccezionale e meraviglioso che non lesina di urlare a squarcia gola tutto il suo amore per questi colori. Così nella commistione del nero di una notte da incubo, con l’azzurro del cielo che rischiara dopo la tempesta, ecco che i ragazzi hanno interpretato un secondo tempo da favola. Questa volta il povero diavolo non ha potuto nulla per arginare la ferocia e la potenza dell’avanzata nerazzurra decisa a sovvertire le sorti di una gara che sino a quel momento aveva vissuto una pagina davvero nefasta, forse il più brutto primo tempo della stagione, tutto da dimenticare in fretta. Noi comuni mortali non possiamo sapere né tanto meno capire cosa sia accaduto negli spogliatoi nell’intervallo ma credo che per lo meno si siano guardati negli occhi e si siano resi conto che dovevano ricercare nell’animo quella forza che è esplosa nella seconda frazione. Conte non ha eseguito cambi, tutto ciò ad avvalorare che qualcosa di buono c’era nella formazione iniziale, non era tutto da cestinare. Sin dalle prime battute della ripresa si è notato un piglio nuovo, si è iniziato a giocare a calcio come sappiamo, forse perché Brozovic si era liberato dalla marcatura ferrea e asfissiante di Kessie, forse perché la coesione di squadra si è palesata nuovamente, fatto sta che nell’arco di due minuti è avvenuto il “miracolo a Milano”, i nerazzurri, i fantastici ragazzi hanno pareggiato una gara che era stata sin lì compromessa da un atteggiamento davvero cervellotico. Sulle ali di un entusiasmo nuovo ma credo insito in questi giocatori, hanno trovato il giusto stimolo per tirarlo fuori al momento opportuno così che alla fine hanno gonfiato la rete per altre due volte, figlie di un’apoteosi che è esplosa al triplice fischio, sia in campo quanto sugli spalti. Bellissimo questo è certo, ma quanta sofferenza c’è stata procurata! Noi siamo consapevoli che ogni gara non è uguale a un’altra, per questo siamo coerenti che con l’Inter non ci siano gare tranquille e rilassanti, ma il nostro amore per questa squadra va oltre ogni umana comprensione. Godiamoci la fantastica vittoria di questa sera, ma senza rilassarci, consapevoli che ci attende da qui a marzo una serie di gare al cardiopalmo, che metterà tutto in discussione. Se abbiamo fatto tesoro degli errori e di quanto accaduto in questo fantastico derby, basterà non ripeterli, per tornare a essere quelli che lottano e cercano la vittoria sempre e comunque. Questi stati d’animo non possono che fortificarci, affrontando ogni gara con la giusta mentalità, ben consci delle insidie che possono nascondere, quando non si è concentrati e lasciando il pallino del gioco all’avversario. Mi piace però sottolineare come un giocatore di quasi quarant’anni possa aver cambiato le sorti di una squadra, che prima del suo arrivo era un manipolo di giocatori senza né capo né coda. Certo l’arroganza non gli fa difetto, come d’altronde una buona dose di narcisismo, credendosi il Dio pallonaro per eccellenza, ma nonostante la sua veneranda età riesce comunque a fare la differenza. Forse c’è ancora tanto astio nei confronti dei nostri colori, questo non possiamo dirlo, ogni ex interpreta la gara, il personale derby, a proprio piacimento e viste le considerazioni finali in sala stampa, non credo che nel suo cuore ci sia una piccolissima parte nerazzurra. Caro Zlatan per noi sei stato solo una parentesi, fatta di contraddizioni quando attraversando l’altra sponda di Milan hai prontamente riversato un amore mai sbocciato con noi, e senza di te siamo stati capaci di vincere l’impossibile quello che in Italia nessuno è riuscito a fare sinora. Per tutti questi motivi il tuo livore per noi è fonte di orgoglio ora più che mai in una notte tutta nerazzurra. Milano siamo noi. …Amala!

                                                               Antonio Dibenedetto

Leggi Tutto

Una vittoria …risolutrice?


Scritto Da il 3/Feb/2020

Una vittoria …risolutrice?

Si paventava da più parti, specialmente nel cuore di noi tifosi nerazzurri, una vittoria risolutrice che potesse ricondurre la squadra sulla retta via, ma anche ieri sera tutto ciò non si è verificato, la squadra era ancora attanagliata da spettri che nelle ultime settimane erano frequenti e presenti nelle nostre gare. Alla Daciarena si è presentata una squadra con i tre nuovi acquisti che si sono limitati a fare il compitino, tranne l’inglese Young che si è da fare sulle fasce, proponendosi e offrendo anche un buon gioco d’insieme coinvolto com’era con la totalità della squadra. Di Moses una prestazione senza infamia e senza lode, come d’altronde anche Eriksen, all’esordio, non ha fornito quella prestazione che tutti aspettavano e sono certo che le critiche dei detrattori nerazzurri, pioveranno a raffica sulla società per il suo acquisto. Non potevamo aspettarci una prestazione maiuscola alla prima uscita, credo che nessuno l’abbia fatto, forse se la memoria non m’inganna, alla sua prima a San Siro solo Sneijder negli ultimi anni, fece vedere a tutti di che pasta era fatto con una prestazione superlativa contro il Milan. Questa però è un’altra storia e appartiene al passato, ora occupiamoci di un danese, arrivato con l’euforia della piazza, che credo sia in possesso di quei mezzi necessari per fare bene, dobbiamo solo saper attendere il suo inserimento, in un ambiente che d’acchito farà il possibile per metterlo a proprio agio. Come c’è spesso capitato ultimamente, abbiamo sempre bisogno di 45 minuti per carburare, questa volta per fortuna la dea bendata ci ha dato una mano, se sino alla fine siamo riusciti a portare a casa una vittoria tonificante per l’ambiente, per l’autostima e per la classifica, cacciando delle nostre insicurezze quello spauracchio del pari avversario nelle battute finali. Mi rendo conto che non è tutt’oro quello che luccica, questo è vero, si è sofferto anche ieri sera, tanto è nell’indole del tifoso interista, che difficilmente guarderà una gara della beneamata senza avere le budella che si torcono. Vuoi per gli errori sotto misura, vero Esposito, Lukaku e Vecino? Vuoi per la frenesia e l’ansia da prestazione che mai come ora è persistente, vuoi per un gioco che stenta a decollare e quando si ha l’opportunità di fare delle belle trame, ecco che si vedono i risultati. Si potrebbe arrivare a pensare che tutto potesse essere dipeso dalle tante defezioni in calciatori infortunati, ma è anche vero che di fronte non avevamo il Barcellona o il Liverpool, ma una modesta squadra che lotta per salvarsi, tutta arroccata nella propria metà campo e non aspettava altro che ripartire in contropiede cercando di farti del male. Tutti hanno oramai imparato come affrontarci, difficilmente lo faranno sfidandoci a viso aperto, è una costante aspettarci al varco sicuri nella nostra fragilità che si palesa in conclusione della gara, non siamo riusciti ultimamente a chiudere le gare quando ci si presentava l’occasione, eppure di azioni concrete ne abbiamo create, ma ci è sempre mancato quel quibus, quell’essere cinici al punto giusto. Ieri sera per fortuna tutto ciò non si è verificato, ma non c’è dell’essere allegri anzi, per come abbiamo giocato di buono ci sono stati solo i tre punti, sarà che siamo stati abituati a vedere una squadra che nella prima parte del campionato ci ha fornito prestazioni convincenti, anche quando si era in difficoltà, si portava a casa ugualmente il risultato, ora invece riaffiorano quelle peculiarità che erano celate nella corsa e nella coesione che ora sembrano smarrite. Alla fine come recitava quel motto: tutto è bene ciò che finisce bene, questa è la consolazione ultima e veritiera, ma è anche vero che non può andare sempre bene, bisogna essere bravi a disinnescare quelle insidie che si nascondono dietro l’angolo non facendosi per questo trovare impreparati. Quando si crea qualcosa d’importante bisogna avere il coraggio di concluderlo nel migliore dei modi, senza pensare a posteriori a quello che sarebbe potuto capitare se, queste considerazioni lasciamole a chi di queste cose ne fa incetta, noi dobbiamo essere realisti e fare goal quando si presenta l’opportunità. Ultima considerazione, anche ieri sera il nostro ariete, il nostro armadio di ebano ha cincischiato tantissimo con la palla tra i piedi perdendone spesso il possesso, incaponendosi in veli e colpi di tacco che una volta possono andare anche bene, ma non deve essere la prerogativa del proprio gioco. Anche il sottoscritto ieri era talmente deluso che fuoriuscivano da sole delle pesanti imprecazioni nei suoi confronti, ma a bocce ferme tutto si è sistemato perché ha fatto due reti, ma lui deve essere coerente che ha i mezzi per fare bene anche senza quei veli e tacchi inspiegabili. Ora abbiamo l’opportunità per dare un seguito concreto a quello che rappresenta per noi un buon viatico di entusiasmo, si presenta l’occasione per far capire al mondo calcistico di che pasta siamo fatti. Racchiusi in poche settimane, ci troveremo di fronte a tanti impegni ravvicinati, incominciando da un derby che potrebbe darci ancora tantissima autostima, e quella carica giusta per affrontare la semi-finale di coppa Italia a Napoli, poi la trasferta contro la Lazio a Roma di campionato, quindi ci sarà la trasferta di Europa League. Tutte queste gare sapranno dirci quello che vogliamo fare del nostro futuro, perché lasciando da parte i direttori di gara, saremo noi gli unici artefici del nostro destino e solo lottando e giocando da squadra potremo essere certi di riuscirci. …Amala!!!!

                                                               Antonio Dibenedetto

Leggi Tutto