Dov’è il regolamento?

Scritto Da il 27/Ott/2025 - Ultimo Articolo |


Dov’è il regolamento?

Ennesimo fatto strano che ci colpisce con sentenze e motivazioni che ci penalizzano ulteriormente; tutto ciò mi fa davvero pensare che il regolamento del gioco del calcio venga applicato in modo assistenziale, non è uguale per tutte le squadre che partecipano al campionato. Con l’episodio di sabato sera, davvero assurdo, sono ben tre le macchie e relative sconfitte che ci portiamo addosso, direi in maniera del tutto immeritata. Dopo solo otto giornate siamo qui a leccarci le ferite per “orrori” arbitrali di una classe di direttori di gara davvero inefficienti e il capo massimo cosa fa? Ci indora la pillola con motivazioni che paiono darci ragione, certo, ma oramai il danno è procurato in maniera irreversibile e cosa ci facciamo delle scuse di Rocchi? Un bel niente. Piccolo excursus. Seconda giornata: rigore concesso all’Udinese per un presunto fallo di mano di Dumfries, con il braccio che compie un movimento naturale mentre salta; in altre circostanze non è stato assegnato, invece a noi sì! Derby d’Italia, sconfitta rocambolesca con rete decisiva su intervento di Thuram su Bonny, con entrata sulla gamba e con il braccio largo che colpisce l’attaccante nerazzurro. Si era detto che il contatto era lieve e non punibile; in altre circostanze il gioco era stato fermato per molto meno, a noi invece tutto regolare. Terzo fattaccio con un assistente che si erge a protagonista, decidendo di essere il giustiziere e il depositario unico del regolamento del gioco del calcio. Vede un presunto fallo che il direttore di gara, appostato a meno di cinque/sei metri dall’azione, non sanziona, lasciando proseguire l’azione; invece, lui comunica un evidente fallo, solo per lui, peraltro, commesso ai danni di De Lorenzo, da una distanza tripla rispetto a quella dell’arbitro. Questo “occhio di lince” induce in errore se stesso e il direttore di gara, ma la cosa che mi fa più specie è che non interviene nessuno dalla sala VAR. È assurdo: se non riesci a sanare questi errori marchiani, a cosa servono tutte le tecnologie di questo mondo adottate? Sarà, ma i dubbi rimangono e sono ben documentati, e siamo solo all’ottava di campionato; figuriamoci nel proseguo cosa accadrà! Speriamo bene. Analizzando la gara di Napoli, appare evidente che la buona sorte ci sta girando le spalle, motivazione secondo la quale, nel primo tempo, per quello che si è visto in campo, se c’era una squadra che doveva e poteva passare in vantaggio, era sicuramente l’Inter. Diverse occasioni da rete, iniziando dall’occasione fallita da Lautaro, solo in area, che spara indosso al portiere un pallone che avrebbe dovuto infilare nel sacco; traversa di Bastoni su colpo di testa maestoso e infine palo di Dumfries. Queste le occasioni che ricordo a memoria, le più eclatanti, e il Napoli? Zero assoluto, il nulla in un primo tempo che comunque ha chiuso in un vantaggio ben confezionato da chi si dovrebbe ergere a giudice incondizionato di gara. Vomitevole come andamento di una gara in nostro possesso, che ci siamo lasciati sfuggire in malo modo; era l’occasione idonea per dare una spallata a chi si crede migliore, ma che di fatto è solo fortunato e palesemente aiutato dal palazzo. Certo, sono mie considerazioni, che vengono dallo sconforto per aver assistito a uno scempio del gioco più bello del mondo: quel calcio che oramai è smarrito e sarà difficile che possa riprendersi quella credibilità acquisita nei lustri precedenti. Nella ripresa, i ragazzi hanno cercato di rimettere in sesto una gara che da subito era parsa condizionata, subendo il secondo e il terzo gol in maniera del tutto sciagurata, con una concentrazione oramai persa in maniera inesorabile, grazie anche alle veementi e riprovevoli azioni esercitate da chi si era accorto che la squadra avversaria stava giocando meglio. Il suo diktat era quello, di fatti sempre esercitato in panchina, di far innervosire i giocatori avversari con gesti e commenti sopra le righe. Il “parruccone” questa volta non si è presentato in conferenza stampa elencando i suoi fatidici retropensieri, perché dopo tutto la gara era stata vinta, ma stare zitto non è nel suo DNA. Questa volta ha attaccato un dirigente (il presidente Marotta) che si era presentato ai microfoni denunciando un abuso e il conseguente marchiano errore compiuto ai danni dell’Inter. Lui però ha la memoria corta, non ricorda che il suo presidente di esternazioni ne ha fatte e di più gravi, non ricorda quando era all’Inter e ha dichiarato che sarebbe stato più giusto che in conferenza stampa, tal volta si presentassero anche i dirigenti, non ricorda del malessere che l’ha colpito quando esternò nei confronti dei dirigenti della sua amata Juve, che non ci si presenta al ristorante dove si paga 100 euro con dieci euro in tasca, lamentando che gli avessero comprato i calciatori che lui voleva, non si ricorda l’ultima esternazione nei confronti del suo presidente, accusandolo di avergli acquistato troppi giocatori e di non riuscire a inserirli nella sua squadra. Quindi, tutto ciò cosa fa capire? Che questo soggetto è solo un sopravvalutato, saccente, ma che in definitiva, dove non arriva con il gioco del calcio, ci arriva con le sue continue lamentele, e una dialettica che i giornalai non riescono a scalfire, essendo, sicuramente compiacenti con il suo credo. Caro Conte, le lacrime vanno essere versate per fatti concreti e veri e non per presunti torti subiti; ci vuole ben altro. Un consiglio: prendi esempio da chi ama questo sport. Chivu, al tuo cospetto, è davvero un gran signore, mentre tu… meglio se non mi pronuncio e tengo per me quelle che sono le mie considerazioni sul tuo conto. Ora cerchiamo di archiviare la nefasta gara di sabato e proiettiamoci nel turno infrasettimanale. Oggi sono state diramate le convocazioni; ebbene, ho avuto altri retropensieri che mi sono balenati nella mente immediatamente alla lettura delle designazioni. Oramai non mi fido più dei direttori di gara; hanno sempre qualcosa che li fa diventare artefici di decisioni che possono arrecarti danno oppure agevolarti. Io voglio che ci sia equità; mi rendo conto che però questo è un discorso puramente utopistico, ma mi piace credere che prima o poi sarà attuato. Ritornando alla gara infrasettimanale contro i viola, è stata affidata al “milanista” Sozza, colui il quale ne ha fatte di tutti i colori quando ci ha arbitrato nella fase finale della Supercoppa vinta dal Milan. Quindi possiamo stare sicuri e certi di poterci giocare la gara al meglio delle nostre possibilità? Io me lo auguro vivamente. Certo, noi siamo l’Inter e siamo abituati a lottare sempre contro tutti e tutto. …Amala!!!!

Antonio Dibenedetto

Vivere con questi colori nel cuore è  stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.