Una gara di carattere

Scritto Da il 20/Ott/2025 - Ultimo Articolo |


Una gara di carattere!

La gara dell’Olimpico di Roma ci consegna una vittoria voluta e ottenuta con tanto carattere e grinta. In sintesi, si possono definire queste gare con l’appellativo di “sporche”, nelle quali emergono le qualità da grande squadra tipiche di chi vuole e lotta per ottenere il massimo. Posso dire che ci siamo riusciti, nonostante tutto e tutti. Non era semplice ottenere i tre punti in terra capitolina, ma grazie alla coesione dei ragazzi e alla concentrazione messa in campo, abbiamo capitalizzato con un risultato striminzito, è vero, ma solo per colpa nostra, nonostante le diverse occasioni per poter far male ai giallorossi, ottenendo il massimo: cioè i tre punti che ci hanno avvicinato agli stessi giallorossi e al Napoli. I social si sono scatenati sulla presunta rete definita in fuorigioco di Bonny, che si è involato verso la porta avversaria, ma la cosa che mi fa specie è che nessuno si rende conto che con il fuorigioco automatico è assolutamente impossibile sovvertire la decisione tecnologica. Ci fossero delle decisioni così precise e inconvertibili, affermazione che non si può assolutamente dire dell’operato dei vari arbitri in gara, che nonostante la tecnologia ne combinano di tutto e di più. Prendiamo ad esempio la direzione di Massa, direi davvero catastrofica nel suo insieme. Ci sono così tanti errori che, secondo me, sarebbe il caso di lasciarlo a casa per un po’; altro che internazionale, questo arbitro non potrebbe arbitrare neanche nell’oratorio parrocchiale. Sia ben chiaro, non mi piace parlare degli arbitri, ma mi piace sottolineare che finora ci hanno arrecato più danni che vantaggi, e direi che allo stato attuale non ne abbiamo certo bisogno. Ritornando alla scellerata gara di Massa, iniziamo a sviscerare le varie situazioni. Inizio gara, dopo pochi minuti ammonizione a Lautaro per fallo su un difensore giallorosso; ci può stare la punizione, ma il signor Massa decide che quell’intervento era passibile di ammonizione. Va bene, si accetta la decisione, anche se a mio parere è del tutto cervellotica. Si ritiene che il prosieguo della gara si debba tenere uno stesso e logico filo conduttore; invece, il succitato direttore decide di concedere una certa immunità verso quel “macellaio” di Mancini, capace di fare interventi non solo da giallo, ma direi più rossi; invece, il nulla. Tipica l’azione in cui viene fischiato un fallo a Calhanoglu, che entra deciso sul difensore, ma lo stesso, sbracciando, gli dà una gomitata. Massa era lì a non più di due metri e ritiene opportuno concedere una punizione alla Roma, sorvolando sul netto fallo, che poteva davvero far male al nostro Hakan. Non si è ancora concluso il primo tempo. I falli nei confronti di Lautaro sono continuati sino a quando è rimasto in campo, per poi proseguire nei confronti di Pio Esposito e Bonny. Altra situazione cervellotica è stata non aver sanzionato un netto fallo da dietro sul capitano N’dicka, che avrebbe meritato il secondo giallo e quindi la sacrosanta espulsione; per Massa tutto regolare, ma non per quel marpione di “Gasperino il carbonaro” che, capendo a cosa sarebbe andato incontro il suo difensore, lo sostituisce prontamente. Una gara maschia ci può stare, per carità; il calcio è fatto di interventi duri. Ma sempre nel limite dell’umana considerazione, cercando di non ledere l’incolumità altrui, cosa che i giocatori della Roma erano stati autorizzati ad adottare: una rudezza oltre ogni limite con placcaggi tipici del football americano, che non hanno a che vedere con il calcio. Termino questa mia disamina con l’errore per eccellenza: secondo tempo, la Roma che spinge, palla dal limite, Acerbi salta per fermare il tiro diretto nello specchio, girato e con le braccia aderenti al corpo, colpisce, anzi viene colpito sul gomito e viene assegnata una punizione dal limite. Era questo il momento opportuno che intervenisse il Var, dicendo a quell’incompetente di un arbitro saccente e asino che non si poteva fischiare una tale punizione, per l’incolpevolezza del nostro difensore. Sono certo che se fosse accaduto nella nostra area, avrebbe sicuramente fischiato il calcio di rigore, tanto ne abbiamo subito già due simili in queste prime 7 giornate. Con la tecnologia, arbitrare dovrebbe essere di una facilità estrema. Vorrei vedere queste persone arbitrare da sole, come capitava a me arbitrare in tornei amatoriali, dove per stare sull’azione si dovrebbe correre come dannati e verificare le varie situazioni di gioco. Ci vuole buon senso e basta. I ragazzi mi sono piaciuti non solo perché hanno concesso il giusto, ma senza lasciare il pallino del gioco sempre in mano nostra. L’unico rammarico è che potevamo chiudere prima la gara, senza dover attendere il fischio finale, con il pericolo di pareggiare una gara che è sempre stata nelle nostre mani, mai in pericolo. Il giusto simbolo di una grande squadra che sa soffrire, sa ribattere e che gioca in maniera sporca ma efficace, sinonimo di crescita esponenziale che non potrà che far del bene nelle gare future. Ora sosta Champions, quindi ci sarà la gara della verità, anche se rimane ancora prematuro, ma ti può dare una carica di adrenalina senza pari, perché vincendo a Napoli si può dare un bel segnale al campionato: crediamoci! …Amala!!!!

Antonio Dibenedetto   

Vivere con questi colori nel cuore è  stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter