





Una vittoria veritiera?
Le considerazioni post gara hanno lasciato nel cuore e nella testa di tutti noi tifosi questa domanda: sarà una vittoria veritiera? Solo il tempo residuo può darci una tale risposta, anche perché la brutta, ma vincente, Inter del Tardini in contrapposizione della spumeggiante squadra vista ieri nel tardo e caldo pomeriggio del Meazza, ti lascia un’altra domanda: qual’è quella reale? Certo il Brescia visto ieri è sembrata una squadra ben poca cosa, ha fatto la sua onesta gara, ma nulla più, sembrava già molto più dimessa di quello che si potesse pensare. Certo prendere una rete dopo cinque minuti è una batosta non indifferente, per una squadra che magari aveva impostato la gara in maniera diversa, ma poi tutto appare molto più complicato quando incassi il secondo e terzo goal nell’arco di quarantacinque minuti e ti rendi conto che non è affatto semplice rimontare, anche perché non hai effettuato neanche un tiro in porta degno di nota. Tante volte mi sono soffermato sulla pochezza dimostrata negli ultimi due incontri dei nostri ragazzi, in quell’inconsistenza che non denota affatto l’intraprendenza di una grande squadra. Invece ieri si è visto tutto ciò che da sempre abbiamo implorato, corsa e coesione in gruppo. Per questo non voglio lodare, oltre il dovuto, il ritrovato spirito di una squadra in campo dopo questa sontuosa vittoria, ma voglio mettere in evidenza con una lucida considerazione, quelle occasioni che si sono perdute e dei punti lasciati per strada che spero non diano, a fine campionato, un senso di sconforto per quello che poteva essere e ciò che non è avvenuto. A me non piace parlare molto dei singoli, ma ritengo che ieri si è visto di che pasta è fatto il cileno Sanchez, è ritornato quel “nino maraviglia” che abbiamo apprezzato tempo addietro, a mio modesto parere il migliore in campo in maniera assoluta. Certo anche altri hanno interpretato al meglio il loro ruolo in campo, ma questo è un dato di fatto, tant’è la vittoria è avvenuta in modo esplicito e lampante, ma la cosa che più mi preoccupa e di questo credo sia insito nella maggior parte dei tifosi nerazzurri, è la continuità quella condizione che quest’anno è mancata ai ragazzi. Mi viene da sorridere, ma esterno quella che è una mia considerazione e cioè se senza l’armadio di ebano, se la nostra manovra è risultata più veloce e intraprendente, sarà il caso di tenerlo in panchina? Ovviamente scherzo, non avverrà mai, perché ci sono plausibili motivazioni, in primis il costo del giocatore con l’impegno imponente economico prodotto e secondo vi è la determinante considerazione che gode l’incondizionata fiducia del tecnico che l’ha voluto in modo fermo e deciso, quindi non accadrà mai più! Ci sono ancora nove gare da interpretare al meglio, dovremo fare più punti possibili aspettando che magari chi ci precede, impegnati in alcuni scontri diretti perdano qualche punto, dovremo essere pronti ad approfittarne. Non possiamo commettere ancora errori di squadra, sperando che non vi siano ancora infortuni, che sia Brozovic che Sensi possano ritornare ad essere importanti per questa Inter che necessita del loro determinante apporto! …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto
Leggi TuttoOttimo… solo il risultato!!!
Non bisogna avere gli occhi foderati di prosciutto come si suol dire, ma neanche averli a forma di cuoricino e da innamorato folle da non vedere l’imprescindibile, oppure da tifoso sfegatato che non riesce a vedere che questa squadra al momento ha acuito delle difficoltà incredibili. Situazione questa che si sta trascinando da un pezzo, sfociando nell’essere per lunghi tratti di una gara in balia dell’avversario di turno. Anche ieri sera tutto ciò si è puntualmente verificato, facendo sprofondare noi tifosi in un malessere colmo d’insoddisfazione per una prova opaca, direi una misera prestazione di cui si salvano solamente gli ultimi venti minuti. Questa purtroppo è una reale constatazione, è tutto dire, non puoi chiamarti Inter se vuoi competere per traguardi prestigiosi e poi offri spettacoli del genere. Ci vuole un po’ di amor proprio per una gloriosa maglia, non si può annaspare e credere solo perché ti chiami Inter tutto ti è concesso, questa considerazione lasciamola a chi può permetterselo: noi no! In altre circostanze almeno per 40/50 minuti si è giocato bene e se il risultato non è stato centrato è solo per nostro demerito dovuto ad una scarsa concentrazione, ma ieri sera no, per quasi tutta la gara non c’è stato un solo uomo che è stato all’altezza della situazione. Non voglio gettare la croce addosso a nessuno, ma secondo un mio modesto parere, questa maglia merita ben altro, anche ieri sera si è lasciato l’amaro in bocca all’avversario con una forte recriminazione per gli episodi che hanno determinato il risultato finale. Il Parma ha fatto la sua onesta partita e nel primo tempo ha creato tantissimo e non solo la rete che ha sbloccato il risultato, e l’Inter? Il vuoto assoluto ha interpretato al meglio il ruolo di sparring partner, senza mai impensierire seriamente il portiere avversario. Così non si va da nessuna parte, certo i tre punti sono importanti e questa volta è andata bene, ma come sarà il prosieguo se si continua a giocare in questo modo? La risposta è abbastanza ovvia, saremo superati agevolmente da un’Atalanta che gioca bene e segna tantissimo. Ci accontenteremo per il secondo anno consecutivo del quarto posto, delineando ancora un altro campionato fallimentare che non ha portato quei fasti sventolati agli albori ma che nel contempo porta in eredità un pesante fardello di tutti quei milioni spesi in sede di campagna acquisti. Sarà il caso di fare tesoro di tutti questi errori che divengono sempre la costante dei nostri affari in sede di calcio mercato? Non è così che si costruisce o si diventa grandi se poi rimani imprigionato sempre degli stessi errori, guardare avanti vuol dire fare progressi e questa squadra, a confronti delle precedenti, sinora non ne ha fatti! Archiviamo anche quest’ultima gara, alla fine di tutto questo supplizio, ne mancano ancora otto, speriamo che la Dea bendata ci accompagni ancora e ci spalleggi in una sorte che dovremo meritarcela sempre più, per non sprofondare nell’anonimato! ….Amala!!!!
Antonio Dibenedetto
Leggi TuttoLa sagra… degli orrori!!!
Nel tardo pomeriggio di ieri s’è consumato uno spettacolo raccapricciante, degno di una gara tra scapoli e ammogliati con tantissimi errori e con calciatori che sono apparsi davvero fuori condizioni e molto lenti. Nel computo della gara ci sono stati davvero pochi alti, in contrapposizione di quei tanti bassi che hanno decretato il risultato dell’incontro. La tranquilla serata avrebbe fatto presagire un dolce happy hour, che poi tanto felice di fatto non è stato, certo non possiamo gettare alle ortiche ciò che di buono è stato fatto, già ma ad essere puntigliosi cos’è stato fatto di buono ieri sera? Forse un primo tempo che nonostante il devastante impatto sulla gara degli emiliani, l’abbiamo chiuso in vantaggio senza averlo meritato sicuramente, anzi il Sassuolo avrebbe meritato certamente qualcosa in più per le tante occasioni che ha creato e per come ha più volte tagliato, la nostra difesa, come quando si affonda il coltello nel burro. Con tutto il rispetto per il nostro allenatore, non avrebbe dovuto proporre giocatori in campo alla stregua di un Gagliardini che ne ha fatte di tutti i colori. Sempre in ritardo con una corsa degna di un bradipo e in continua soggezione con gli uomini del centrocampo emiliano, che l’ha più volte messo nel mezzo a mo’ di torello, per non parlare di un Valero che per fare un passaggio deve prima riflettere diversi secondi, non ha più la mente pronta all’azione. Certo sono degli ottimi rincalzi da mettere in campo quando il risultato è acquisito o per spezzoni di partite quando gli avversari sono stanchi. Ma non titolari in una gara determinante come quella di ieri sera, tant’è che ora da qui sino alla fine lo sono tutte. Spero solo che l’esclusione di una pedina importante nello scacchiere nerazzurro, qual’è Barella, sia dovuta solo esclusivamente per motivi di affaticamento, altrimenti non avrebbe senso fare a meno della sua vigoria e corsa. Per come sono andate le cose forse c’è da rodersi le mani per come alla fine non siamo stati capaci di tenere il risultato, con un po’ di concentrazione in più forse si sarebbe potuto festeggiare per una vittoria effimera, per quello che s’è visto e per come si stava decretando. Quella concentrazione che il nostro Gagliardini avrebbe dovuto avere allorquando da solo, ad un metro dalla porta avversaria, avrebbe potuto siglare, con un tocco semplice, un sostanziale tre a uno che forse poteva, con il senno di poi, facilitare la nostra vittoria. Con i se e i ma non si va da nessuna parte, bisogna nel corso della gara che si sta disputando, essere concentrati oltre i novanta minuti della stessa, quello che purtroppo ieri sera la squadra non è apparsa per niente in condizione di farlo. Ora? Risposta semplice, lecchiamoci le ferite e riprendiamoci quello che si è lasciato per strada, ripartendo per quelle che sono le undici finali rimaste! …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto
Leggi TuttoUna LuLa per… ripartire!
Dov’eravamo rimasti?… Dopo un lungo periodo di inattività ecco che la giostra riparte, con quali stimoli? La gara di ieri sera ci ha consegnato la nostra cara e vecchia Inter, una squadra che sino a quando ha birra in corpo e lucidità, gioca alla grande mettendo sotto nelle occasioni e nel gioco prodotto, l’avversario di turno, per poi perdersi nel prosieguo della gara. Le prime avvisaglie s’erano viste già nel ritorno della semi-finale di coppa Italia contro il Napoli, (poi vincitore a Roma contro la Juventus) dove l’undici nerazzurro avrebbe sicuramente meritato di più, ma alla fine si è rimasti con un pugno di mosche in mano. I detrattori nerazzurri sicuramente metteranno sull’altro piatto della bilancia lo scarso potenziale della Sampdoria, però nel primo tempo, chiuso con il doppio vantaggio, che con una maggiore forza mentale e più coesione, le reti potevano essere almeno il doppio. L’orchestra nerazzurra ha trovato, speriamo, un gran direttore d’orchestra quell’Eriksen forse troppo presto bistrattato da più parti, ma si è visto che è capace, anzichenò, di giocare il pallone. Anche Lautaro sembra essersi scrollato di dosso quelle preoccupazioni spagnole che l’assillano, dando tutto per la causa nerazzurro in effetti è apparso motivato e ha messo lo zampino in entrambe le reti. Del nostro colosso di ebano ne vogliamo parlare? Come al solito ha cincischiato tantissimo, certo ha messo dentro un pallone arrivatogli da uno scambio fantastico, ma poi? Si è letteralmente divorato altre due reti alla sua portata. Questo non va in questa squadra, la mancanza di lucidità e di quell’essere cinici sotto porta che fa tal volta la differenza, giacché gli avversari alla prima occasione ti puniscono. Peccato per l’inoperoso Samir l’aver dovuto, suo malgrado, recuperare un pallone dalla rete, quella rete che stava dando speranza ai doriani e quasi gettato nello sconforto i tifosi nerazzurri. Come si può pretendere però, di far punti giochicchiando come uno sparring partner messo lì per far fare allenamento al campione, vero Ranieri? Guardiamo in casa nostra, con il lockdown ci stiamo riprendendo un po’ più di credibilità, ora dovremo guadagnarcela sul campo, credendo che ancora non è tutto perduto ma se si vuole tener fede a questa ultima considerazione, guai a far altri passi falsi, ci sono ancora diverse finali da giocare e fare in modo con tutte le proprie forze, di vincere per dare un seguito ad un progetto che non si è del tutto arenato. Noi tifosi, anche se gli stadi sono attualmente vuoti e materialmente il nostro supporto non può esserci, sappiate che il nostro sostegno è ancora più forte: noi crediamo in voi!… Amala!!!!
Antonio Dibenedetto
Leggi TuttoUna sfida impari!!!
Uno scenario davvero impressionante ha accompagnato la gara delle gare, la partita per eccellenza, il derby d’Italia. Quella sfida che tutti vorrebbero giocare che ti proietta in paradiso, ma è anche pur vero che in caso di disfatta ti fa sprofondare in un abisso di frustrazione unica. Fa specie disputare una gara così importante a porte chiuse, purtroppo l’emergenza sanitaria ha imposto questa condizione per fare in modo di arrestare la propagazione del coronavirus. Credo, interpretando il pensiero di chi ama questo sport, che tutto possa essere messo in discussione e fermato perché l’aspetto economico non può prevaricare quello umano che deve essere tutelato prima di ogni altra considerazione. Veniamo all’aspetto puramente tecnico, anche ieri sera abbiamo sbagliato l’approccio di una gara che ci stava bene sino a quando la Juve ha giochicchiato con il risultato mai in discussione. Noi come il solito imprecisi, e come tante volte, prevedibili e lenti, basti pensare che il nostro primo in porta è avvenuto con un tiro di Brozovic al 36 della prima frazione e questo è tutto dire. Ancora una volta tocca rimarcare che questa squadra difetta in carattere, quando ci sono gare uniche e importanti, non riesce a tirare fuori quell’orgoglio, quell’agonismo che queste gare ti procurano con l’adrenalina che sale in automatico. Io purtroppo non sono un mero tifoso che nonostante tutto vede sempre l’aspetto positivo delle cose, non riesco a guardare nascondendo quando le cose non vanno per niente bene, si dice che il gap tra noi e i campioni d’Italia in carica sia stato livellato, io tutto questo ieri sera non l’ho visto, anzi! Tutto mi è parso strano, credevo e pensavo che in campo sarebbero scesi dei giocatori che avrebbero fatto sfracelli al cospetto di chi comanda, solo per il fatto di avere la possibilità di riaprire un discorso interrotto nell’ultima gara giocata a Roma contro la Lazio, invece nulla di tutto ciò. Siamo tornati a essere una buona squadra e nulla più, forse sopravvalutati da tutto ciò che è accaduto in principio, con quell’enfasi dettata dal nuovo condottiero e con giocatori da lui motivati, siamo riusciti a non auto-escluderci dalla competitività del campionato già a dicembre, certo l’agonia sta durando ma credo che più di questo non potrà accadere. Spero vivamente di sbagliarmi e che tutto ritorni a essere com’era a inizio stagione, in cui siamo stati inebriati dell’ondata positiva nerazzurra, ma per come vanno le cose in questo periodo ne dubito fortemente. Ci siamo attestati al terzo gradino con un distacco attuale di otto e nove punti dalla vetta, è pur vero che dovremo recuperare la gara con la Samp, com’è pur vero che dovremo anche guardarci le spalle da chi gioca meglio di noi al momento e cavalca l’onda dell’entusiasmo, quell’entusiasmo che al momento a noi fa difetto. Ieri sera ci è mancata anche una sorta di concentrazione nei momenti clou, abbiamo preso la prima rete quando potevamo gestire meglio una palla nella nostra difesa, com’è anche vero che il tiro di Ramsey ha avuto una deviazione decisiva di un difensore, credo de Vrij circostanza questa determinante. Poi della bellissima rete di Dybala ne vogliamo parlare? Meglio di no, altrimenti tutto ciò non fa altro che acuire la classe di questo giocatore sul punto di partenza in estate e che invece caparbiamente rimanendo sta divenendo sempre più importante per la sua squadra. Purtroppo nel nostro organico non abbiamo un giocatore del genere, capace da solo di avere quel colpo risolutore che ti cambia l’inerzia di una gara, si pensava che in Lautaro di aver trovato il giocatore capace di simili prerogative, invece al momento rimane leggermente appannato, secondo me complici le sirene spagnole lo stanno martoriando interiormente. Ho sempre sostenuto che in questa squadra non vi sono top player capaci d’invertire la rotta e la tendenza di una gara, ma che ci sono tanti buoni giocatori che al momento non sono l’espressione massima in campo. Eravamo tutti esaltati dalle giocate di Sensi che pare essersi smarrito, tutti felici per l’acquisto di Eriksen che al momento pare defilato nelle gerarchie dell’allenatore, l’unico che sta giocando in pianta stabile dei nuovi acquisti e Young un giocatore di quasi 34 anni che il suo compito, nonostante tutto, in campo lo fa. Speriamo solo di avere la voglia di non sciupare tutto questo finale di stagione, se si continuerà a giocare, e avere la contezza che ancora qualcosa di buono si può fare. C’è un’Europa League da onorare e una semi-finale di coppa Italia da giocare al meglio delle proprie possibilità, non dimenticando di un piazzamento in campionato da guadagnarsi al meglio, non tutto è perduto ma bisogna giocare come se ogni gara fosse una finale e non come ieri sera, dove non si è persa solo una partita, ma a mio avviso molto di più! Avremmo dovuto festeggiare nel migliore dei modi e con uno spirito nettamente diverso questo lunedì 9 marzo, nel quale ricorre il 112 anniversario della nascita della nostra cara e amata Inter, l’avrebbe meritato sicuramente, non credete? ….Amala!!!!
Antonio Dibenedetto
Leggi TuttoRiflessioni!!!
Dopo l’ennesimo colpo a sorpresa del Governo della Repubblica delle banane, ops.. scusate lapsus freudiano, della Repubblica Italiana e di quella Federazione (farlocca e succube degli ovini) a tutela del Calcio in Italia, ma mai come in questo momento credo a tutela degli interessi solo di alcuni; ecco che la giostra del campionato di calcio, è fermata, ma in maniera parziale. In Italia ci sono zone, dove c’è una pandemia esagerata mentre in altre il coronavirus non ha attecchito, anzi è scappato dalla ferocia degli antivirus che hanno gli abitanti. La cosa che fa specie come si possa andare ancora avanti con questa pagliacciata, che senso ha fare giocare metà delle gare della massima serie mentre le altre destinarla a maggio, non aveva più senso bloccare tutto oppure, se c’era il pericolo impellente, farle disputare a porte chiuse? Con il senno di poi ho visto delle testate giornalistiche che tutto non poteva avvenire perché dall’ex capitale d’Italia, da quella Torino dove tutto è possibile, è stata fatta strenua opposizione per il lauto guadagno che avrebbe dovuto perdere. Certo una gara di campionato, il così detto derby d’Italia, non aveva senso disputarlo senza il ritorno economico di contorno, che in questi casi è davvero milionario. La famiglia Agnelli non poteva ne voleva rimborsare i biglietti a tutti quelli che ne avevano già acquistato il diritto, oltre al danno economico la beffa del rimborso no. Loro sono una società seria e ogni diritto va tutelato, meglio il rinvio, tanto che al momento della stagione, quando era palese l’aver smarrito quello smalto che la squadra aveva nei precedenti mesi, tutto fermo e riposiamoci che è meglio, cercando di recuperare le energie giuste per ricaricare le pile di uno spogliatoio che accusa un certo fermento. Ovviamente a pensare male si fa peccato, mi hanno insegnato da piccolo, ma è anche vero che spesso ci si azzecca, in considerazione dell’ordinanza Regionale del Piemonte che ha stabilito da lunedì il ripristino delle attività sportive, allora di cosa vogliamo parlare? Ad avvalorare questa tesi ecco che prontamente nel mercoledì successivo dov’è previsto il ritorno di coppa Italia, ecco che d’incanto l’emergenza sembra svanita, si giocherà a porte aperte solo per i locali lasciando fuori dallo stadio gli “untori lombardi”. Scusate ma qui si rasentano l’idiozia e la dabbenaggine pura, queste persone credono che possano prenderci in giro come e quando vogliono? D’acchito l’emergenza è terminata tutto è ritornato nella norma, io sono uno dei tanti fautori che questo avvenga il prima possibile, ma da comune mortale mi chiedo, gli stadi sono chiusi per determinate persone presenti in taluni comuni, ma allora perché tutti i grandi centri di aggregazione sono aperti? I supermercati presi letteralmente d’assalto, i cinema riaperti come pure ogni sorta di locali per ravvivare la normale vita cittadina e gli stadi no? Se ci vogliono far credere che tutto sta procedendo per il verso giusto allora dovevano riaprire gli stadi, oppure far disputare le gare ugualmente senza che il tutto si debba risolvere in un maggio dove gli incontri saranno ravvicinati, destinando un finale di stagione estenuante per quelle squadre che stanno competendo su più fronti. In considerazione di queste supposizioni ecco che è maturata sempre più la convinzione che questo campionato è letteralmente falsato. Si giocassero lo scudetto a tavolino, magari facendo una gara a Risiko, così non c’è pubblico e possono farlo in una camera asettica, in tutta tranquillità. Non mi sembra giusto che la società Inter ha disputato la gara di Europa League a porte chiuse e per di più rimborsando il costo dei biglietti a tutti i tifosi che ne avevano già acquistato il titolo. E’ vero che non tutti siamo uguali, com’è vero che per fortuna abbiamo ottiche diverse, ma l’onestà intellettuale e il rispetto per le persone e per chi compie sacrifici per acquistare i biglietti delle gare di calcio, non si compra nel supermercato e di questa società ne sono orgoglioso, non credo che i tifosi della citta comandata dai signori di Torino non possano dire altrettanto. Io mi sto sempre più disinnamorando di questo sport e guardo con occhi di compassione ancora chi crede che il calcio sia pulito e vince chi merita, poveri illusi è tutto deciso, mi meraviglio che ci sono ancora persone che spendono soldi per seguire uno sport che è, ora più che mai, alla mercé di chi fa la voce grossa come coloro che ne acquistano i diritti e di chi si ritiene superpartes, che possono fare e disfare ogni cosa a loro piacimento. Da più parti si leva il grido di fermare questo campionato assurdo e scandaloso, io sono con tutti loro! …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto
Leggi TuttoUna rimonta di… rigore!!!
Gli occhi del mondo pallonaro erano rivolti all’evento del posticipo serale, in quella Roma che ci evoca in ogni occasione, graditi e nefasti ricordi. I più intelligenti, “capiscioni” e saccenti esperti del mondo calcistico reputavano la gara dell’olimpico, come la Death line, la gara da non sbagliare e per la quale, secondo loro, tutto si metteva in gioco in una sera, io francamente non credo che al momento i giochi siano stati fatti. Anche in considerazione della gara serale, ritroviamo una Lazio caricata a mille, specie dopo la vittoria di ieri, senza alcun impegno settimanale e con lo sguardo tutto rivolto in maniera esclusiva al campionato, la pone su di una corsia preferenziale per il titolo finale, ma mancano ancora tante gare sino alla fine, maggio è ancora lontano. La gara di ieri sera ha però evidenziato come l’Inter sia ancora un’incompiuta, non è matura per competere e assurgere al compito di grande squadra, ci vuole del tempo questo è vero, com’è vero che non si chiedeva subito il titolo, ma gli onerosi investimenti facevano presagire il contrario. Per costruire una squadra vincente ci vuole del tempo, ci vogliono giocatori che abbiano compreso alla perfezione gli schemi da adottare in campo, ci vuole del tempo perché tutto funzioni alla perfezione, questo tempo per chi si chiama Inter purtroppo non c’è! Bisogna creare un gruppo che giochi con voglia insieme da diversi anni e questo l’ha creato la società Lazio, che negli ultimi quattro anni non ha ceduto alle lusinghe di società prestigiose per l’acquisto dei suoi giocatori e pian piano ne ha inseriti altri. Poi c’è la ciliegina sulla torta che, specie quest’anno, sta avendo una sorta d’immunità arbitrale senza limiti, bravi a creare situazioni particolari ma molto bravi a sfruttarle. In particolare mi soffermerei sui tiri dal dischetto ben 14 a favore mentre quelli contro solo 2. C’è qualcosa che stona, oppure loro sono bravissimi a fare cadere nella tentazione del fallo decisivo i difensori avversari, oppure l’aiutino è dietro l’angolo. Con questo non voglio dire che ieri la vittoria non è stata meritata, anzi, secondo me, per come l’ho vista in altre circostanze, ieri sera non è stata trascendentale come il solito, ma è stata brava a sfruttare le occasioni avute, diciamo che è stata avviata una rimonta… pilotata! Io non amo giudicare i direttori di gara, ieri però il sig. Rocchi, definito da tutti nell’ambiente calcistico come la punta di diamante del panorama arbitrale italiano, purtroppo non è stato in campo così bravo da meritarsi questa definizione. Ci sono stati alcuni episodi che gridano vendetta, con lui ritengo insufficiente anche chi era preposto al Var, non si possono soprassedere su episodi che paiono determinanti. In primis il fallo intenzionale di Milinkovic-Savic su Barella, poi vi è la questione dei rigori, si possono dare oppure no, ma ci vuole unità nelle decisioni, se si concede il rigore per un appoggio di mani di de Vrij sulla schiena di Immobile che aveva maldestramente ciccato la palla, e a causa di quel leggero tocco da tergo, tanto immobile non è parso, caduto in terra colpito da un fulmine. Tenendo un metro di giudizio univoco, il succitato direttore di gara, avrebbe dovuto come minimo, nell’azione incriminata, recarsi nell’apposita zona e rivedere l’intervento su Young in area, almeno per non dare adito a discussioni inutili, fugando in questo modo ogni eventuale polemica, invece sicuro della sua indiscutibile professionalità non l’ha fatto, alimentando com’è notoria nel nostro paese ogni minima presunzione inneschi una reazione da cui subentra la malafede! Volevo solo ricordare che l’Ajax ha richiesto un rimborso milionario, al sig. Rocchi, per l’uscita dalla Champions per un suo errore grossolano, quindi di cosa vogliamo parlare? I direttori di gara dovrebbero essere grati all’ausilio tecnologico, è un parafulmini non indifferente per non creare alibi e sospetti, invece imperterriti fanno come meglio credono, alimentando in questo modo sempre più l’ombra del sospetto. Con questo, ripeto, non voglio dire che la vittoria laziale non è stata meritata, anzi, siamo stati noi che l’abbiamo agevolata in tutto e per tutto, regalandole ben due reti con il nostro atteggiamento sicuramente discutibile che è sicuramente cambiato da un tempo all’altro. Non riusciamo a tenere il risultato, se in altre circostanze la nostra rimonta è stata salutare, ieri sera siamo stati ripagati con la stessa moneta, forse con banconote un po’ taroccate, ma per tutti i saccenti della carta stampata e per chi sguazza in queste cose, non fa differenza. La cosa che unisce tutti è sparlare di una squadra quella nerazzurra sempre sulla graticola, che non avendo i favori di chi conta, deve sempre combattere contro tutti e contro tutto, ma per chi ama questi colori e fonte di orgoglio perché se si ama l’Inter quando vince, si deve amare parimenti quando perde, perché questi colori non si discutono, qualunque cosa accada! …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto
Leggi TuttoUn derby di… cuore!!!
Ore 21:30 di una domenica sera, non qualunque però, di scena allo stadio Meazza di Milano era appena terminato il primo tempo di un derby assurdo. In campo vi era una squadra motivata a mille: il Milan, mentre in opposto vi era l’altra squadra di Milano, quell’Inter che aveva accumulato sino a quel momento, ben diciannove punti di distacco, ma sul campo non si notavano. I rossoneri ci stavano annichilendo giocando in modo più coeso e da squadra e ci hanno costretto a rinculare sempre più, di fatto, chiudendo la prima frazione con un doppio vantaggio, meritatissimo. E l’Inter come il solito è apparsa squadra contratta, non riuscendo a proporre alcuna trama di gioco degna di nota, forse in due circostanze su colpo di testa di Godin e un’occasione d’oro capitata a Vecino, troppo poco per chi vuole agguantare la vetta del campionato, perché sia vero! Credo che chiunque, dover aver visto quello spettacolo obbrobrioso offerto dai ragazzi nerazzurri, non potesse immaginare a un simile secondo tempo di riscossa, invece contro ogni più rosea previsione tutto ciò si è verificato. Sogno o son desto è la frase che ogni tifoso interista si è chiesto a fine gara, tutto ciò quando la realtà supera di gran lunga l’immaginazione e quando gli incubi più neri si trasformano in una realtà da più parti agognata. Tutto ciò è successo davvero amici, rimarrà indelebile nei nostri cuori e per anni ce la racconteremo. Abbiamo vissuto una notte magica di quelle che ognuno spera di provare ogni tanto, al di fuori del normale raziocinio calcistico, incredibile quanto dolcissima. L’Inter è questa sempre più fedele al suo rincorrente inno, ma anche fiera e mai doma quando riesce a mettere in campo tutto il suo carattere, irresistibile quando è sospinta da un pubblico eccezionale e meraviglioso che non lesina di urlare a squarcia gola tutto il suo amore per questi colori. Così nella commistione del nero di una notte da incubo, con l’azzurro del cielo che rischiara dopo la tempesta, ecco che i ragazzi hanno interpretato un secondo tempo da favola. Questa volta il povero diavolo non ha potuto nulla per arginare la ferocia e la potenza dell’avanzata nerazzurra decisa a sovvertire le sorti di una gara che sino a quel momento aveva vissuto una pagina davvero nefasta, forse il più brutto primo tempo della stagione, tutto da dimenticare in fretta. Noi comuni mortali non possiamo sapere né tanto meno capire cosa sia accaduto negli spogliatoi nell’intervallo ma credo che per lo meno si siano guardati negli occhi e si siano resi conto che dovevano ricercare nell’animo quella forza che è esplosa nella seconda frazione. Conte non ha eseguito cambi, tutto ciò ad avvalorare che qualcosa di buono c’era nella formazione iniziale, non era tutto da cestinare. Sin dalle prime battute della ripresa si è notato un piglio nuovo, si è iniziato a giocare a calcio come sappiamo, forse perché Brozovic si era liberato dalla marcatura ferrea e asfissiante di Kessie, forse perché la coesione di squadra si è palesata nuovamente, fatto sta che nell’arco di due minuti è avvenuto il “miracolo a Milano”, i nerazzurri, i fantastici ragazzi hanno pareggiato una gara che era stata sin lì compromessa da un atteggiamento davvero cervellotico. Sulle ali di un entusiasmo nuovo ma credo insito in questi giocatori, hanno trovato il giusto stimolo per tirarlo fuori al momento opportuno così che alla fine hanno gonfiato la rete per altre due volte, figlie di un’apoteosi che è esplosa al triplice fischio, sia in campo quanto sugli spalti. Bellissimo questo è certo, ma quanta sofferenza c’è stata procurata! Noi siamo consapevoli che ogni gara non è uguale a un’altra, per questo siamo coerenti che con l’Inter non ci siano gare tranquille e rilassanti, ma il nostro amore per questa squadra va oltre ogni umana comprensione. Godiamoci la fantastica vittoria di questa sera, ma senza rilassarci, consapevoli che ci attende da qui a marzo una serie di gare al cardiopalmo, che metterà tutto in discussione. Se abbiamo fatto tesoro degli errori e di quanto accaduto in questo fantastico derby, basterà non ripeterli, per tornare a essere quelli che lottano e cercano la vittoria sempre e comunque. Questi stati d’animo non possono che fortificarci, affrontando ogni gara con la giusta mentalità, ben consci delle insidie che possono nascondere, quando non si è concentrati e lasciando il pallino del gioco all’avversario. Mi piace però sottolineare come un giocatore di quasi quarant’anni possa aver cambiato le sorti di una squadra, che prima del suo arrivo era un manipolo di giocatori senza né capo né coda. Certo l’arroganza non gli fa difetto, come d’altronde una buona dose di narcisismo, credendosi il Dio pallonaro per eccellenza, ma nonostante la sua veneranda età riesce comunque a fare la differenza. Forse c’è ancora tanto astio nei confronti dei nostri colori, questo non possiamo dirlo, ogni ex interpreta la gara, il personale derby, a proprio piacimento e viste le considerazioni finali in sala stampa, non credo che nel suo cuore ci sia una piccolissima parte nerazzurra. Caro Zlatan per noi sei stato solo una parentesi, fatta di contraddizioni quando attraversando l’altra sponda di Milan hai prontamente riversato un amore mai sbocciato con noi, e senza di te siamo stati capaci di vincere l’impossibile quello che in Italia nessuno è riuscito a fare sinora. Per tutti questi motivi il tuo livore per noi è fonte di orgoglio ora più che mai in una notte tutta nerazzurra. Milano siamo noi. …Amala!
Antonio Dibenedetto
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