Se il nostro tecnico temeva il Sassuolo, un po’ di fondamento c’era sicuramente, vuoi perché ben allenato da De Zerbi che oramai, a ragion veduta, è tra i primi allenatori italiani, e poi contro di noi è notorio che fanno la partita della vita e non so spiegarmene il motivo. Ovvio che in campo c’è l’altra squadra, come credo che siffatto agonismo è nelle loro corde, ne sanno qualcosa le squadre che l’affrontano (vedi in ultimo la Roma). Questa sera la partita è stata condotta dai ragazzi con uno strano cliché, lasciando il predominio territoriale agli avversari con ripartenze di rimessa. Certo le nostre ripartenze sono letali e anche in questa partita ne abbiamo organizzate diverse, solo che vuoi per quel difettino d’imprecisione, spero non diventi una costante, non si sono concretizzate. Si è notata una serie di errori che non hanno fatto del tutto decollare la manovra anzi, sembravamo spesse volte con il freno a mano inserito. Non credo che la gara sia stata preparata in quel modo, tant’è che anche Conte nel primo tempo si è lamentato con i ragazzi che non riuscivano a giocare come sanno, sembravano imbrigliati nella fitta rete di passaggi neroverdi. Alla lunga la qualità messa in campo messa in campo dai ragazzi, ha dato i suoi frutti con quella manovra ampia cercando le ali che stasera, specie sulla sinistra, è stata encomiabile. Ad essere pignoli però, non abbiamo fatto una gran gara, ma alla fine la cosa che interessa in questo particolare momento, sono solo i tre punti. Agli annali vanno consegnati i risultati, non si leggono trafiletti che deducono della perfetta e bellissima partita disputata, quello rimangono negli occhi degli amanti di questo sport. A noi tifosi nerazzurri piace la caparbietà e la forza di ottenere il risultato prima di tutto, e se poi le altre arrancano, meglio per noi, più punti mettiamo nel mezzo meglio è per la nostra autostima, che aumenta in considerazione del ritardo delle altre. Certo noi tifosi ieri sera eravamo sulla corda per un risultato che sino al momento del raddoppio era in bilico, per la mole di gioco prodotto dagli emiliani, ma è anche vero che il nostro Samir non ha dovuto compiere parate entusiasmanti, tutto nella norma. Forse ieri sera ci è mancata quella lucida cinicità di ammazzare la gara quando si presenta l’occasione giusta. Già quell’occasione capitata sui piedi di Sanchez e Hakimi che meritava sorte migliore. Nota alquanto dolente, nello scacchiere nerazzurro, è rappresentata dall’involuzione in negativo di Hakimi, non è più quel giocatore che abbiamo conosciuto e ammirato qualche mese fa, non si capisce il motivo di tanta imprecisione nei passaggi e nei cross che erano la sua arma migliore, compresa quella forza naturale nella corsa che lo metteva in risalto in ogni gara. Ora sembra un giocatore normale, chissà forse un po’ di riposo potrebbe fargli bene? Certo Conte lo conosce più di noi tifosi che ne vediamo le caratteristiche solo in gara, ritengo però che se lo fa giocare sempre, un motivo ci sarà pure. Iniziano le sentenze dovute, come la fatidica spada di Damocle, e rappresentate dalle diffide dei nostri giocatori. Ne hanno fatto le spese prima Brozovic e Bastoni ammoniti al Dall’Ara e ieri sera squalificati, in più contro il Cagliari mancherà Barella anche lui diffidato e ammonito contro il Sassuolo, forse per il buon Niccolò era giusto concedergli un po’ di riposo, tira la carretta da diversi mesi oramai. In organico ci sono ricambi naturali e magari sarà il caso di concedere un po’ di spazio in più a Sensi, indispensabile per la nazionale di Mancini, mentre per l’Inter di Conte no. Questione di scelte che devono per forza essere condivise, anche se non se ne vede la reale necessità, anche perché noi non possiamo avere il polso della situazione che può avere un tecnico che ha disposizione tutti i giocatori per vari giorni a settimana, e credo valuti al meglio ogni situazione. Mancano nove gare alla conclusione di questo estenuante campionato, il baratro che si è creato tra noi e le altre pare insormontabile, in considerazione che di gare più importanti ne rimangono solo tre, ma in questi casi non bisogna in nessun modo sottovalutare le altre, ci vuole raziocinio e coesione di squadra ora più che mai che s’intravede un traguardo davvero importante. Poniamo le basi per raggiungerlo quanto prima, ci sono almeno cinque finali da vincere a tutti i costi, solo così potremo librare nell’aria, il nostro grido di vittoria liberatorio, sopito da troppo tempo. Forza ragazzi siamo con voi, come sempre e vi aspettiamo sul traguardo per gioire tutti insieme! …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.Leggi Tutto
Il sabato di Pasqua ci consegna delle certezze, davvero importanti per il nostro cammino: quando le altre squadre arrancano, noi avanziamo! Diamo seguito, nolenti o dolenti, a quelle che erano le premesse del girone di ritorno di questo campionato anomalo, a detta di molte squadre tra le quali gli invincibili che ora sono tornati, anzi sono stati catapultati nel mondo dei comuni mortali, cercando tutte quelle scuse che possono accampare gli sconfitti. La motivazione di questa mia esternazione davvero sentita, è dovuta a tutte quelle cavolate sentite nei vari social di persone che gridano alla scandolo per l’aver ottenuto il rinvio della gara contro il Sassuolo, non dall’Inter ma dall’organo sanitario milanese per le quattro positività in seno alla squadra nerazzurra. Mi chiedo, e questo però avrebbero dovuto chiederselo coloro che lanciano strali che non hanno fondamento alcuno, secondo queste persone l’Inter aveva paura di affrontare la squadra emiliana senza due titolari, e in più i neroverdi con nelle gambe la gara persa contro il Torino? Siamo all’eresia più completa, talvolta queste persone avrebbero dovuto collegare il cervello alla favella razionalizzando le cavolate che proferiscono. Tutti gridano allo scandalo per un campionato che sta vedendo un solo padrone, sinora con giusto merito, e alle altre ciò non sta bene perché il filotto di dieci scudetti consecutivi era già stato posto in bacheca. Ma cari amici a righe che siano bianconere o rossonere che avevate fatto un pensierino allo scudo, dovete avere pazienza non è ancora finita, però il nostro vantaggio al momento è cospicuo e ci dà serenità, quella che sinora vi sta mancando. Noi viviamo alla giornata, giocando ogni partita con la stessa intensità rischiando poco e speculando sugli episodi favorevoli, e poi per vincere le gare bisogna tirare in porta e fare goal, i nostri ragazzi ci mettono l’anima per portare a termine e far concretizzare il nostro sogno! Ho sentito che anche ieri al Dall’Ara di Bologna in molti hanno storto il naso per il gioco espresso dai ragazzi, certo non hanno disputato la migliore gara dell’anno, ma è anche vero che avevano difronte i felsinei che giocano bene, essendo ben allenati da quel Mihajlovic guerriero indomito che abbiamo annoverato nelle nostre fila. Al calcio non si gioca da soli e quando si vincono queste gare e in questo modo, bene queste vittorie ti danno la certezza che quello che si sta facendo è un’impresa non da poco. Ora mercoledì ci tocca quel recupero tanto criticato, contro il Sassuolo che ieri ha fatto riposare i suoi pezzi pregiati, quel Berardi che contro di noi fa sempre il fenomeno e Ciccio Caputo bomber di altri tempi, ma va bene così, la gara va disputata al meglio per poter continuare la strada intrapresa. Certo se poi in una serata poco lucida, come quella di ieri, si commettono delle sciocchezze davvero deleterie, nel finale di una gara oramai che non avrebbe dovuto dir nulla o poco più, come quella di Brozovic che si è fatto ammonire cercando di recuperare da una cervellotica punizione calciata in malo modo, e poi sul proseguo della stessa azione ha fatto ammonire anche Bastoni, entrambi diffidati e che salteranno la gara con gli emiliani, allora il quadro è completo. Ma noi siamo l’Inter e non dobbiamo accampare scuse, quelle le lasciamo agli inseguitori che trovano ogni piccolo indizio che possa giustificare la loro completa incapacità di tenere un certo ritmo e vincere delle partite. Mancano oramai dieci gare, compresa il recupero di mercoledì, se il tempo è galantuomo, come avrebbe detto in questi casi il buon Edoardo De Filippo, avremo ragione di ogni sorta di scongiuro e maledizione che ci stanno piovendo addosso da ogni dove, noi crediamo in noi stessi e come ho già ripetuto in diverse occasioni, noi siamo gli artefici del nostro destino e giocando come sappiamo nulla ci è precluso, forza ragazzi siamo con voi sperando di potervi festeggiare al meglio dagli spalti di un San Siro colmo di gioia ed emozioni. In ultimo come presidente dell’Inter club Giacinto Facchetti di Fano, e a nome di tutto il direttivo, porgiamo i nostri migliori auguri di una serena Pasqua che possa portare in seno a tutte le vostre famiglie ogni bene! …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.Leggi Tutto
Che il pomeriggio domenicale potesse nascondere qualche insidia era risaputo, ma la forza dei ragazzi, nei momenti particolari della gara era talmente forte, che hanno voluto a tutti i costi questa vittoria. Certo non abbiamo giocato la nostra gara più bella, e secondo me non si poteva fare di più. Contro avevamo un Torino determinato alla conquista di un punticino che avrebbe fatto classifica, arroccato tutti dietro la linea della palla, senza concedere nulla. Mi viene da ridere che quando facciamo noi una gara di sacrificio, valutando la forza dell’avversario, vedi la gara di lunedì scorso contro gli orobici, tutti i giornalai hanno gridato allo scandalo, mentre ieri tantissimi elogi ad un Torino che non ha fatto nulla di più che difendersi. I detrattori dell’Inter, come al solito diranno ma c’è stato un palo in un primo tempo del Torino, certo ma è anche vero che è stata l’unica occasione in cui hanno messo il muso oltre la metà campo. Noi non abbiamo creato granché ma le nostre due o tre buone occasioni per tempo le abbiamo creato in maniera nitida. Se poi ci pavoneggiamo e non siamo cinici, allora lasciamo sempre all’avversario la voglia di rivalsa, dobbiamo uccidere la gara quando ne abbiamo la possibilità. Se poi ci mettiamo che taluni episodi ti condizionano la gara, allora la quadratura del cerchio è perfetta. Il signor Valeri, per fortuna era vicino all’azione sanzionando un rigore nitidissimo, come al solito ha operato delle decisioni che non hanno avuto lo stesso peso specifico. Mi spiego meglio nel secondo tempo ha fischiato un fallo, in area granata, per un presunto, ma davvero presunto, fallo di Lautaro su Izzo, mi sa che l’ha visto solo lui e poi ha convalidato la rete granata del momentaneo pareggio su una palese spinta, nei confronti di Skriniar da parte di Sanabria prima e di Zazza poi, facendo cadere in terra il difensore, dando via libera all’attaccante paraguaiano, che in questo modo, ha potuto appoggiare facilmente in rete. Allora quando si tiene un certo filo logico nella direzione di gara, lo stesso deve essere tale per tutta la durata della gara, non si può improvvisare nulla si è dinanzi all’occhio di tutti e non solo della Var! Questo è anche un chiaro riferimento a quello che è accaduto alla Sardian’s Arena dove sempre i soliti giornalai e commentatori o presunti tali, che hanno avuto un trascorso in bianconero, senza essere per nulla obiettivi, hanno cercato di trovare una spiegazione, a mio parere farlocca, sul mancato rosso a Ronaldo. In qualunque parte del mondo pallonaro, e qualunque giocatore di qualunque squadra che commette un fallo del genere è passibile di un rosso sacrosanto, per comportamento gravemente antisportivo. Ma all’altra squadra di Torino no, tutto è concesso. Ora cari amici nerazzurri è palese che non avendo altro che il campionato, cercheranno di creare un malcontento tale che gli arbitri capiranno chi è ancora il padrone. Capirete perché la dirigenza bianconera, si lamenta delle direzioni arbitrali in Europa che non sono confacenti alle loro magagne, tutto il mondo lo sa, tranne che in Italia. Non mi piace commentare quello che fanno le altre squadre, ma permettetemi di porre l’accento su di un fatto davvero grave che avrebbe potuto ledere l’incolumità di una persona, che fa il proprio dovere in campo, ma che infine di sportivo ha ben poco, diciamo quasi nulla. Va bene lasciamo perdere queste considerazioni tipiche da bar, pensiamo alla nostra cara e amata Inter mancano ancora 11 gare, da disputare con il fatidico coltello fra i denti. La domenica sportiva ci ha consegnato un allungo sulla seconda in classifica un più nove che non deve farci adagiare sugli allori, anzi deve fare emergere ancora più cattiveria sportiva, nell’aggredire l’avversario sino a sconfiggerlo. Ora testa al Sassuolo in un sabato qualunque ma è pur sempre un sabato italiano, dove i ragazzi cercheranno le motivazioni giuste per portare a casa il risultato. Questa volta, di proposito, non mi sono dilungato molto su alcuni elementi in squadra che ieri non hanno brillato per il gioco espresso, ma un accenno è d’uopo. Su tutti quel Gagliardini che per carità è un buon giocatore anzi un buon gregario, ma non gli si può dare la chiave d’interdizione del centrocampo, è molto lento e macchinoso. Altra freccia che si è disinnescata da sola è stato Hakimi, il ragazzo ha delle qualità che nelle ultime gare sono rimaste inespresse, come ad esempio quelle discese sulla fascia e quei cross che lui mette in area deliziosamente, che però ieri gli sono rimasti in canna. Di un Lukaku sotto tono non ne voglio parlare perché comunque il suo lo fa sempre, si attira addosso due e a volte tre difensori avversari e poi in caso di calcio di rigore, è una certezza consolidata: non sbaglia! Mi preme però dare il giusto merito a chi si sta sacrificando e con merito trascina il resto della squadra, mi riferisco a quell’ oggetto misterioso che tutti avevano definito Eriksen, ma che ora sta diventando un punto fermo dello scacchiere nerazzurro. E di Sanchez, ne vogliamo parlare? Entrato in campo con la sua classe, il dinamismo e la veemenza, tipica del suo essere in campo, si è reso protagonista di un cross al bacio che pareva dire a Lautaro spingimi in porta. Queste sono le giuste premesse secondo le quali siamo, con una gara in meno e il vantaggio rimpinguato, gli autori del nostro destino, senza pensare agli altri, siamo noi! Dobbiamo consolidare il nostro status lottando in ogni gara, cercando di aggiudicarci la posta in palio, giocando da squadra e dobbiamo farlo come sappiamo, perché abbiamo dato una netta dimostrazione di saperlo fare: e alla grande! …Amala!
Antonio Dibenedetto Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.Leggi Tutto
A bocce ferme possiamo trarre le dovute riflessioni: una partita in meno con lo stesso distacco dalla seconda, in fin dei conti questo ci ha detto la conclusione della settima giornata di ritorno del massimo campionato. Sicuramente i detrattori nerazzurri staranno storcendo il naso per il gioco espresso dalla squadra stasera, questo è innegabile però mi vengono in mente campionati, che si sono vinti nei precedenti anni, in cui si vinceva la maggior parte delle partite per un solo e unico goal e poi difesa impenetrabile e il risulto in cassaforte. Ora che in questa gara l’Inter ha espresso una qualità impagabile nell’asse difensivo, tutti a gridare allo scandalo. E poi ritengo che giocare contro l’Atalanta al momento attuale non è facile per nessuno, ne sanno qualcosa i cugini che hanno preso ben tre pere in casa loro. Credo che comunque vincere queste gare, seppur in sofferenza direi quasi in apnea, ti dà un’autostima infinita anche perché si è vista ancor più cementata una coesione di squadra mai vista sinora, nella sofferenza ci si da una mano tutti insieme. Però analizzando l’immensa gara difensiva dei ragazzi, voglio porre un’attenzione specifica sulla preparazione che Gasperini ha fatto in questa gara. I professoroni e commentatori sportivi hanno posto l’accento sulla gara difensiva dei ragazzi, questo è vero ed è alquanto innegabile, però non tutti hanno menzionato il sacrificio di Lautaro specie nel secondo tempo, ma ancor di più delle occasioni nitide che ha avuto il nostro armadio di ebano che ha perso, per ben due volte, il passo decisivo per andare in rete. Questo è accaduto per il semplice motivo che è stata adottata una marcatura speciale su Lukaku, direi asfissiante e tal volta raddoppiata, nella quale è stato proibitivo fare molto di più. Tal volta sono queste le gare che, portate a casa, danno la consapevolezza di un qualcosa che si può avverare, perché vincere una partita diciamo sporca, contro un avversario di grandissimo spessore, ti rende più forti e consapevoli di ciò che si potrebbe fare in futuro. Sono contento che l’abnegazione della squadra verso la vittoria abbia rafforzato quella cinicità difensiva che molto spesso è mancata agli attaccanti, ecco perché sugli scudi vanno in primis tutto il reparto difensivo, nel quale primeggia Handanovic autore di un paio di belle parate e poi Skriniar per l’essersi trovato pronto al momento giusto e al posto giusto. Mi rendo conto che magari il pari sarebbe stato un risultato ugualmente accettabile, questo è fuori discussione, io non sono un becero tifoso che non guarda quella che è la realtà, per questo da sportivo/tifoso, dico che alla fine la gara ha prodotto questo risultato e deve essere accettato, io né sono felicissimo, altri credo non lo saranno. Per il resto tutta la squadra ha fatto una partita di grandissimo sacrificio, concedendo pochissimo alla Dea. La serata di un lunedì sera ha determinato la consapevolezza che agli orobici sono state cancellate ogni tipo di velleità di rientrare nella corsa scudetto, e alle inseguitrici che dovranno ancora sudare le così dette sette camicie e forse più, per sperare di riagguantarci. Siamo noi gli artefici del nostro destino, allo stato attuale non credo che le squadre che ci seguono riusciranno a farcelo cambiare, a meno che subentri qualche agente esterno, ma a questo non voglio pensarci sarebbe davvero deleterio se ciò si verificasse. L’Inter ha sempre vinto dando battaglia, lottando sempre uniti contro tutti e contro tutto, com’è sempre stato e come credo ancora sarà. Ultima annotazione, in questa gara vi è una dedicata speciale per i 113 anni della fondazione, in quel lontano 9 marzo del 1908, in un ristorante mitico di Milano, “l’Orologio” ci furono le premesse e si gettarono le fondamenta per un progetto ambizioso, si unirono dissidenti rossoneri e formarono quella che è allo stato attuale l’unica società di calcio della massima serie, che può fregiarsi di un palmares invidiabile, ma ancor di più di essere l’unica squadra in Italia ad aver disputato tutti i campionati di massima serie e di aver vinto 5 trofei in un solo anno calcistico con un triplete, che fa togliere il sonno a tantissime altre squadre. L’Inter unico amore incondizionato, voglio chiudere con una frase del mitico Giacinto Facchetti, a cui il nostro club è dedicato: “ci sono giorni in cui essere interista è facile, altri in cui è doveroso e giorni in cui esserlo è un onore.” …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.Leggi Tutto
Il posticipo della giornata infrasettimanale della sesta di ritorno, ci opponeva all’ostico Parma, in casa loro. Che la gara non fosse semplice lo si sapeva anche perché, senza una spiegazione plausibile e logica, abbiamo sempre sofferto l’undici ducale. Come volevasi dimostrare pronti via, la prima occasione è stata gialloblu, non un intervento eccezionale per carità, ma il buon Samir si l’è cavata egregiamente. Volendo considerare anche un colpo di testa del rumeno Man, che non credo sia stato voluto quel colpo di testa che ha sfiorato il palo, di fatti il Parma non ha più impensierito il nostro portiere, anzi siamo stati noi che a più riprese abbiamo mancato una rete che, stando a quello che si è visto in campo, sarebbe stata ampiamente meritata. Tutto sommato i ragazzi hanno giocato discretamente, leggermente sotto tono rispetto alle precedenti gare, però erano sempre sul pezzo come si suol dire in questi casi. La manovra è stata avvolgente come al solito, ma un po’ più lenta, e anche vero però che i ducali pressavano a tutto campo, cercando quelle ripartenze che potevano essere letali, ma che i ragazzi puntualmente hanno neutralizzato. Il Parma era schierato in campo con un falso nove, non vi erano attaccanti di ruolo, specie nella prima ora, e questo ha fatto sì che i nostri tre centrali, potevano agire di rimessa spingendo sino ad oltre la metà campo avversaria, specie Skriniar che Bastoni. A proposito del ragazzotto mi sta piacendo sempre più, è dotato di un piede sinistro non male e un’intelligenza tattica rara per un difensore, capaci di fare degli assisti precisi e in profondità, davvero un ottimo acquisto che quest’anno è esploso con tutta la sua classe. Si nota perfettamente che l’anno in prestito proprio ai ducali gli ha fatto bene, se questi sono i benefici che sta dimostrando. Il bivio rappresentato dalla gara del Tardini era fondamentale per affrontare le successive, anche perché superato questo scoglio alquanto insidioso per i nostri colori, tutto fa presupporre che il resto, non dico che è cosa fatta, ma possiamo essere concentrati e fare meglio. Ieri per verità di cronaca non abbiamo disputato una delle più belle gare giocate sinora, ma è anche vero che quando i ragazzi hanno pigiato sull’acceleratore, non c’era nessuno che poteva opporre resistenza. I difensori del Parma si sono accorti della potenza fisica del nostro armadio di ebano, non sono riusciti a contrastarlo specie quando di prepotenza s’è involato verso la porta di Sepe, e dopo aver disorientato tutti coloro che l’inseguivano, ha regalato un assist al bacio per il cileno Sanchez. Spettacolo puro! Bella partita del “nino maraviglia”, giocatore che per generosità non è secondo a nessuno mettendosi al servizio della squadra, poi ieri sugli scudi perché autore di due reti. Conte temeva questa gara a ragion veduta e avendo vinto, da più forza all’autostima del gruppo, consapevoli che le prossime saranno solo delle battaglie infinite con coloro che vorranno metterci uno sgambetto e farci cadere. Noi non dobbiamo far alimentare in quelle squadre che ci seguono, quella possibilità di rivalsa, dobbiamo stroncare sul nascere ogni loro velleità nei nostri confronti, perché abbiamo ancora tredici finali da compiere e se saremo stati bravi allora avremo il meritato premio, ma non voglio pensare minimante ad altro. Io credo in questo gruppo e devo fare il mea culpa se talvolta ho criticato Conte e quel suo essere “gobbo”, si sta dimostrando un professionista serio (certo con lo stipendio che si ritrova vorrei vedere se non lo faceva), che tiene al suo progetto e ha dato a questa squadra una mentalità nuova, che non si può comprare al supermercato, è insita nei campioni. Lui ha trovato il modo di farla venir fuori al momento giusto, curando l’aspetto umano di ognuno, facendo capire che bisognava mettere in primo piano il “noi” anziché “l’io”. Ora si vedono i frutti ed è un bel vedere, la corazzata nerazzurra viaggia con ben 62 reti realizzate, score che non si vedeva da tantissimi anni e se gli sforzi sono finalizzati verso la ricerca costante della rete, questo vuol pur significare qualcosa? Sicuramente si, che la squadra è coesa e remano tutti verso un ambito traguardo che manca da sin troppo tempo a Milano, quella sponda del naviglio che ha una voglia matta di gioire e godere, sventolando quei vessilli da troppo tempo arrotolati. Noi crediamo fermamente in voi, ragazzi avanti così: saremo sempre orgogliosi della nostra cara e amata Inter!!! …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.Leggi Tutto
Il grido dei tifosi: questa è l’Inter! Era palese che il derby vinto abbia irrorato l’animo dei ragazzi di una linfa nuova, capace di trasformare il loro entusiasmo in una forza incredibile sul terreno di gioco. Nel sordo pomeriggio di una domenica di fine febbraio, si è consumato l’ennesimo falcidiante copione già visto nelle ultime gare, gli avversari annichiliti non hanno potuto far nulla contro la forza martellante dei ragazzi. Se la rete avvenuta in meno di 35 secondi, era il giusto presagio di una gara nettamente in discesa: di fatti così è stato. Certo chiudere la prima frazione di gioco con un solo goal di scarto, potrebbe sembrare davvero deleterio per l’autostima dei ragazzi, in quanto si sono divorati davvero tantissime occasioni, fortunatamente ciò non è avvenuto, complice un alto grado di maturità che hanno acquisito. Purtroppo questo è il leitmotiv delle nostre gare, e non solo ora che si è trovata la cosiddetta quadratura del cerchio, anche nelle gare precedenti non siamo riusciti a finalizzare in rete le tantissime occasioni create, vuoi per la bravura dei portieri avversari e vuoi per l’imprecisione dei ragazzi che sembra tal volta voler entrare in porta con il pallone. Però rispetto al girone d’andata, ora c’è un gioco che supporta la coralità delle azioni che partono dal nostro portiere, e man mano arrivano senza intoppi alle punte, pronte a tradurre in goal tutta questa mole di gioco. Tal volta ci riescono, a volte no e a proposito urge una riflessione, se in queste condizioni siamo l’attacco più prolifico di serie A, se fossimo stati un attimino più cinici, allora sì che avevamo di certo una squadra stratosferica. Ma va bene anche così. Oggi ad esempio abbiamo lasciato al Genoa solo quindici minuti di un secondo tempo alquanto sterile, non hanno affatto impensierito il nostro Samir, capace di fare solo accademia, senza alcun intervento eclatante. Sugli scudi, nonostante i tre goal incassati, è stato viceversa Perin autore di interventi prodigiosi e stilisticamente interessanti. In questa frazione di gioco comunque i ragazzi sono rimasti sul pezzo, certo hanno rifiatato com’è giusto che sia, ma quando hanno voluto nuovamente accelerare, di forza sono riusciti con veemenza ad impensierire l’estremo difensore genoano. La conseguenza naturale sono stati il raddoppio e il terzo goal, in cui il nostro armadio di ebano si è prodigato in assist-man per i compagni Darmian e in un certo senso anche per Sanchez, appena entrato in campo. L’impegno dei ragazzi è stato lodevole, hanno consolidato quell’efficacia che era risultata palese nella loro forza. Una difesa imperforabile con il ritrovato Skriniar che con de Vrij e la bellissima sorpresa Bastoni, si sono amalgamati sempre più non sprecando mai un pallone anzi amano giocarli con inviti sontuosi per i centrocampisti e attaccanti. Per fortuna la banda del buco non è più presente nel nostro organico e ancor prima nei nostri pensieri, l’abbiamo lasciata ad altri ora la nostra squadra può contare in giocatori validissimi che con tenacia non abbiamo svenduto e non parlo del solo Skriniar. Il pensiero ricorrente va al danese Eriksen che non vedevamo l’ora di dar via, la nostra fortuna è stata quella che alla fine è rimasto, forse complice anche la presa di posizione di mister Conte e credo, anche dalla propensione del giocatore, ad assumere in campo una posizione che riesce ad interpretare alla grande, tant’è che anche oggi ha fatto vedere di che pasta è fatto. Quella velocità di pensiero e di azione che è insita nel suo modo di giocare, che finalmente sta facendo vedere a tutti, in primis ai tifosi nerazzurri che lo stanno apprezzando sempre più. Certo quando si vince è tutto più semplice, ma devo aggiungere che vincere in questo modo ti fornisce una carica incredibile e ti fa affrontare i successivi impegni al meglio, consci della propria forza. Oggi pomeriggio non c’è stato un giocatore che ha giocato meglio dell’altro, tutti hanno avuto una coralità d’intenti e mostrato una qualità di gioco la cui unica finalità ultima è stata la vittoria. Ma lasciatemi una considerazione personale, i nostri due attaccanti sono eccezionali e deleteri per le difese avversari, si completano e si aiutano l’un l’altro, ma la capacità di Lukaku è davvero devastante. Sembra a volte volersi prendere sulle proprie possenti spalle l’intera squadra, trascinando i difensori avversari che cercano di arginarlo, in questo modo però lui apre gli spazi opportuni per i compagni, in cui s’inserisce molto bene Lautaro e a volte anche gli altri, in particolare i centrocampisti. Continuando a giocare in questo modo, possiamo noi stessi essere gli artefici del nostro futuro, pensando ad una gara per volta, senza avere l’assillo e pensare agli avversari. Ogni gara deve essere interpretata al meglio come fosse una finale e giocare come sappiamo, visto che sinora abbiamo dimostrato di saperlo fare, e aggiungerei anche molto bene. Forza ragazzi siamo con voi, nonostante la mancanza del nostro supporto: ci crediamo!!! …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.Leggi Tutto
Un pomeriggio di gloria!!! Va di scena in orario post-prandiale, di una domenica di fine febbraio, il derby della Madonnina che vale più di una semplice partita, e mai come quest’anno vale un primato che ambo le squadre non si giocavano da circa dieci anni. L’emozione era al massimo, come credo ci sia stata anche la tristezza nel cuore di noi tifosi nerazzurri, per la dipartita di un uomo esemplare nella sua semplicità e nel non essere mai fazioso e nerazzurro dentro: ciao Mauro! Sin da inizio gara si è vista la caparbietà dei ragazzi di aggredire gli spazi che il Milan concedeva e nei primi venti minuti, l’Inter dopo il vantaggio, ha rischiato di rimpinguare il risultato, avendo avuto diverse occasioni, non concretizzate per un non nulla. Piccola riflessione, se l’Inter ha il primato in serie A di reti segnate, nonostante tutte quelle non concretizzate per un’inezia, caso contrario di questo passo, quante ne avrebbe realizzate sino a fine campionato? Nessuno ci potrà dare una risposta a questo quesito, e purtroppo dobbiamo rimane con questo dilemma. Nel primo tempo il Milan non ha capito granché, poiché l’Inter ha fatto circolare la palla in modo perfetto, lasciando a loro uno sterile possesso palla, nel complesso non c’è stata storia. Questa volta l’amuleto svedese non ha portato i frutti sperati tant’è che ha trovato poco spazio per poter far del male, nel primo tempo, viceversa ad inizio ripresa, c’è voluto un grandissimo Samir per neutralizzare due sue belle conclusioni entrambe di testa. Oggi però, come dicono le persone che vogliono far intendere al meglio ogni pensiero: non c’era trippa per gatti, troppo concentrati per portare a termine una gara, con pochissime sbavature. Molto corti e con ripartenze letali, com’è accaduto domenica scorsa contro la Lazio, una coesione e unità di squadra come non vista prima, anche perché, parafrasando una frase di Vittorio Alfieri, che i ragazzi hanno fatta loro: volli fortissimamente volli… questa vittoria! Però a me piace essere realista e nonostante gli sprechi nella prima frazione di gioco, c’è voluto il migliore Samir per darci il coraggio di affrontare al meglio l’ultima frazione di gioco. Piccola appendice su Handanovic, anche io ho avuto da ridire su alcune reti che il nostro estremo difensore ha preso in maniera poco ortodossa, ma lungi da me la considerazione che fosse finito, e oggi ha dato la dimostrazione della sua infinita professionalità e valore. La gara di oggi ha dimostrato che questi ragazzi quando c’è da tirare fuori la grinta e, come dicono nel napoletano, la “cazzimma” non sono secondi a nessuno. Abbiamo ritrovato una difesa insuperabile, un centrocampo che è pronto a servire in profondità la “LuLa”, che diviene giorno dopo giorno, sempre più letale per le difese avversarie. Lukaku che ha vinto alla grande il confronto con il suo dirimpettaio, quello Zlatan con cui hanno avuto un diverbio bello pesante nel quarto di finale di coppa Italia, ma questa è un’altra storia; credo che nessuno dei due abbia avuto il minimo sentore di rivalsa. Per questo voglio credere che l’applauso in panchina dello slavo/svedese sia stato reale di complimento per la bellissima rete del nostro armadio di ebano, al contrario non abbiamo alcuna riprova, né alcuna sua dichiarazione in merito. Lukaku sempre più uomo squadra capace di regalare assist, ma quando decide di mettersi in proprio e vede uno spiraglio, non lo tiene nessuno e realizza reti degne del suo essere un giocatore stratosferico. Un derby vinto con questi numeri può esaltarti alla grande, ma credo sia necessario rimanere con i piedi ben saldi in terra, non abbiamo ancora vinto nulla, ma se questi sono i presupposti, allora possiamo realmente sognare un qualcosa d’importante che sia realmente positivo. Forza ragazzi nulla ci è precluso, e poi credo che lassù ci sia uno spettatore particolare, che continuerà a fare il tifo per noi: r.i.p. Mauro che la terra ti sia lieve, continua con il tuo sano e discreto tifo, rimarrai per sempre nei cuori di noi tifosi nerazzurri, perché amare l’Inter e i suoi guerrieri di ogni tempo, è d’obbligo: per chi tiene a questi colori! … Amala!!!!Antonio Dibenedetto Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.Leggi Tutto
È la squadra che vogliamo! Il posticipo della ventiduesima giornata di campionato ci opponeva alla Lazio: squadra davvero tosta. Certo visto i presupposti ci attendeva una gara davvero impegnativa, vuoi per il valore dell’avversario e per la serie di vittorie che aveva ottenuto nell’ultimo periodo e vuoi per i giocatori in rosa affidabili e uniti in un gioco corale fatto di tanto possesso palla e che eseguono da diversi anni oramai. Ma noi dovevamo giocarci un bonus, che in altre occasioni abbiamo mancato proprio sul più bello, ma non ieri sera, la concentrazione è stata massima e il gioco di squadra a me non è dispiaciuto affatto. Come ha fatto in altre gare, Conte ci ha meravigliato con cambi inaspettati, ecco l’inserimento di Eriksen dal primo minuto e di fatti non si è sbagliato perché il danese ha interpretato al meglio il suo ruolo e dai suoi piedi sono partite le migliori occasioni. Ma devo dire, per onestà di cronaca, che tutto il centrocampo si è comportato alla grande e il Brozovic visto in azione sta somigliando sempre più e quel giocatore ammirato anni fa: possiamo dire che Brozo is back! Con lui si è rivisto anche il migliore Skriniar un giocatore roccioso che è ritornato ad essere quella diga invalicabile insieme ai compagni di reparto de Vrij e Bastoni. Non solo loro hanno dato lustro alla gara serale, tutta la squadra si è distinta, sugli scudi certo Romelu Lukaku, che con la doppietta di domenica ha raggiunto quota 300 goal in carriera, che per un calciatore di 27 anni non sono pochi, anzi raggiunge l’olimpo dei migliori bomber in assoluto. Con Lautaro formano davvero una coppia d’attacco formidabile deleteria per qualunque difesa. Non posso tralasciare le 500 gare in serie A di Handanovic a cui si devono rivolgere tantissimi ringraziamenti e plausi per il traguardo, com’è certo che una menzione particolare va fatta ad un giocatore tante volte bistrattato, e spero ritrovato, che domenica si è potuto ammirare anche l’abnegazione, parlo di un Perisic che sinora non s’era ancora visto, con quella tigna e la tenacia giusta per giocare con la squadra, senza essere uno spettatore non pagante in campo. Insomma per dirla tutta a me la squadra mi è piaciuta per il semplice motivo che ha saputo soffrire quando c’era il bisogno di stringere i denti, poi però attuare quelle ripartenze che sono state davvero letali per i laziali. Abbiamo lasciato ai capitolini tanto possesso palla questo è dinanzi agli occhi di tutto, però di occasioni limpide non ce ne sono state e per questo non ricordo parate di Handanovic, forse un tiro di Immobile e per il più nulla. La Lazio, lasciati il paragone, è stata come quell’amante che ha ottimi preliminari ma senza concludere. Ancora una volta i “giornalai” in tv hanno evidenziato come la Lazio ha fatto la gara a Milano, certo ottima visti i presupposti, ma il gioco del calcio, per come la vedo io, è fatto di occasioni e tiri in porta e parate del portiere avversario, invece per loro è stata una partita piatta. Nessuno ha dato il giusto tributo, pochi accenni a quello che ha compiuto l’Inter e della vetta giustamente ritrovata, chi ama il calcio dovrebbe porre in evidenza che se una squadra non esprime il proprio e collaudato calcio non piò essere solo per proprio demerito, ma anche perché la squadra avversaria il campo l’ha tenuto con coesione e raziocinio, lo stesso che è mancato, in altre gare, ai nostri ragazzi. Queste considerazioni avvalorano la grande gara fatta dai ragazzi, con quella voglia di prendersi una vetta alquanto meritata: e ora? Abbiamo l’obbligo di restarci, lottando con caparbietà considerando ogni gara come fosse una finale, senza tralasciare nulla, i ragazzi devono farci questo regalo, dopo le avvilenti dichiarazioni di gran parte della stampa, che ha sacrificato sull’altare di un giornalismo becero, i nostri vessilli facendoci risultare la squadra incompiuta che non è capace del passo decisivo a cui non rimane altro che il campionato. Questa è realtà, al momento è dinanzi agli occhi di tutti, non abbiamo gare in Europa, e siamo fuori anche della coppa Italia. Certo in Europa si poteva e si doveva fare di più per il nostro blasone, per la nostra storia, ma oramai tutto è compiuto anche se rimane il boccone amaro l’uscita dalla coppa nazionale che poteva essere davvero alla nostra porta. Questo però è oramai il passato, viviamo il presente cercando si scrivere con note liete il futuro. Un futuro che visti i presupposti messi sul campo dai ragazzi, direi ottimo, pensando una gara alla volta e avendo il tempo per prepararla al meglio. Ora testa al derby di domenica pomeriggio, è la cosiddetta prova del nove, battendo i cugini li lasceremo a meno quattro e possiamo con relativa calma continuare un percorso, che credo, sia iniziato nel momento più basso di questa stagione: l’eliminazione in Champions. Certo sono mie considerazioni, ma credo che tutto l’ambiente nutre una rivalsa verso chi ha, con preclusione, bocciato in toto l’Inter. Come al solito i conti si fanno alla fine com’è vero che mancano tantissime giornate ancora, ma giocando come sappiamo, abbiamo la possibilità di accorciare sempre più quest’estenuante campionato, definendolo davvero anomalo. Noi siamo e saremo sempre con voi, forza ragazzi crediamoci! …Amala!!!!Antonio Dibenedetto Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.Leggi Tutto