Da un pomeriggio di gloria si è passati, nell’arco di soli tre minuti, ad una sconfitta assurda è altamente immotivata. Mi viene da pensare alla frase del mitico Oronzo Canà nel film cult: l’allenatore nel pallone nel pallone, quando diceva: “va bene sono d’accordo di aiutare gli……”, forse l’ultimo termine appare esagerato, ma ieri sera in campo, a lunghi tratti si è vista una sola squadra e aveva la maglia a strisce nerazzurre. È anche vero in buona sostanza che comunque in campo ci vanno in ventidue, oltre al direttore e gli assistenti, ma se quando hai la possibilità non “ammazzi” la gara è solo esclusivamente per colpa tua non approfittare di una squadra davvero modesta, sicuramente non all’altezza della posta in palio. Si sa però che il derby è una gara strana e non sempre vince la migliore, questa volta mi dispiace nel confermarlo i cugini hanno avuto dalla loro la coerenza di crederci. Noi abbiamo peccato, come ci capita spesso in quest’ultimo periodo, di specchiarci nella considerazione di: “ma come giochiamo bene, ma quanto siamo bravi”, quindi se rischi poco o quasi nulla e non chiudi una gara giocata al limite della perfezione, dai adito agli avversari di crederci e provarci. Anche perché basta un piccolo episodio sviluppato con “aiuti” esterni, ti porta in condizione di fare quella rete che apre il discorso, per carità sinora il nostro portiere non ha fatto nulla di trascendentale, mentre il francesino ne ha fatti d’interventi di spessore. Certo gli amanti e cultori dei derby di qualunque natura, pagherebbe di tasca propria per vincere un derby in questo modo, ma dalla parte opposta invece c’è una sorta di rosicamento senza pari, per un black-out che squadre di un certo livello non dovrebbero avere, specie se hai meritato assolutamente la posta in palio. Voglio approfondire due frame che la dicono tutta e che ho messo in cima a quest’articolo. Nel primo è evidente la vistosa gomitata ai danni di Barella, non venitemi a dire che è solo per una presa di posizione o difendere la palla, assolutamente no. Il fallo c’è e gli estremi di un giallo anche, in considerazione di una valutazione che i più hanno evidenziato sui social, come pure i moviolisti di un fallo procurato da Dzeko nella gara contro il Venezia, quando è saltato oltre 30 centimetri più in alto dell’avversario. Queste sono situazioni che vanno indirizzate e visionate dal Var, se l’arbitro non riesce ad inquadrarle. Poi il secondo frame riguarda la vigoria, anzi il netto fallo di Giroud nei confronti di Sanchez, fallo tutta la vita invece non per l’arbitro. Rimarco che da quella situazione è scaturita la rete del pareggio. Credo che se due indizi fanno una prova, ecco che i cuginastri si sono ripresi i punti persi in casa per un danno procurato nei loro confronti. Non voglio arrivare ad una congiura, ci mancherebbe ma non credo, ora più che mai, alla buona fede del direttore di gara. Perché se s’imposta una gara lasciando giocare, usando un termine che noi usiamo con “nonchalance”, definendo un gioco maschio all’inglese, va benissimo ma deve essere usato per entrambi le parti in causa, e non se il contatto subito dai ragazzi andava bene, mentre dalla parte opposta si fischiava sempre e comunque; e non il mio caro signor Guida, così non va bene il giudizio di gara deve essere uniforme altrimenti si favoriscono i più deboli. Ritengo, che dopo quello visto ieri sera, mi fa affermare più che mai non c’è il minimo paragone tra le due compagini, in buona sostanza si può perdere una battaglia, ma la guerra è tutta da giocare e vincere, facendo tesoro degli errori commessi ieri sera per non ripeterli. Ultima considerazione e con questo non voglio gettare la croce addosso al nostro portiere, che tante volte ci ha tolto le castagne dal fuoco, ma si vede che la sua reattività non è più quella di una volta, la seconda rete è una comunione di errori: in primis di de Vry che non può far girare in quel modo un giocatore seppur bravo come il francese, ma un po’ di accortezza e di esperienza non l’avrebbe fatto girare tanto agevolmente, eppure l’olandese ne ha da vendere, e poi Samir in netto ritardo. Comunque sembrerebbe strano ma io mi tengo la prestazione e il gioco espresso, l’unica pecca non aver ricambi idonei ai titolari, che il Signore ce li conservi sempre, altrimenti sarebbe un guaio. Ora testa alla Coppa Italia, affronteremo una Roma ferita per le ingiustizie subite e un Mou mai dimenticato che sicuramente sarà accolto in modo fantastico dai suoi ex sostenitori, perché il portoghese è rimasto nei cuori di tutti noi. Quindi la gara della verità sabato prossimo al Maradona per un’altra partita di spessore, forse contro una squadra che gioca bene e non certo con i cuginastri che con due tiri su tre hanno portato a casa la gara. Speriamo solo di creare meno occasioni da rete, ma più proficue! …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.Leggi Tutto
Una gara di sofferenza quella disputata ieri pomeriggio dai ragazzi, certo in casi come questi bisogna, come dicevano le persone sagge di un tempo: “audaces fortuna juvat”, avere tanta forza interiore e credere in quello che si fa, e noi lo siamo stati sino all’ultimo istante. Sarei poco credibile se definissi la partita contro i lagunari la migliore, siamo andati in difficoltà per il gioco accorto dei neroverdi, anche se lo score dice tutt’altro. Ma se non segni vai in difficoltà contro chi si difende al limite di ogni catenaccio plausibile, tutto ciò è assolutamente giustificato vuoi per la differenza di caratura, di un lignaggio puramente tecnico, abissale tra le squadre, ma questo non discolpa un atteggiamento dei ragazzi che non è parso lucido come in altre circostanze, analizzando gli ultimi match si è dovuto lottare oltre i canonici novanta minuti, e questo produce un certo affaticamento sia fisico ancor più che mentale. In buona sostanza, che non sia stata una gara disputata al meglio con un gioco frizzante e veloce, è stato sotto gli occhi di tutti: è innegabile, ma con questo non si possono tacciare i ragazzi di scarso impegno, anche perché hanno dovuto sudare le proverbiali sette camicie per aver ragione dell’eretto muro dei lagunari. In questi casi però tutto va messo nel consueto calderone delle opportunità. Certo con i se e i ma non si va da nessuna parte, ma se le punte non avessero mancato certe occasioni, e se i centrocampisti avessero reso meno vano il loro impegno con una certa voglia di far goal, in special modo con quel tiro da fuori che è stato il marchio di fabbrica dei vari Calha, Brozo e Nicolò, ora avremmo sicuramente parlato d’altro. Anche se mi fan ridere i soliti giornalai nelle trasmissioni televisive specifiche, che fanno le pulci ad ogni fotogramma delle nostre gare, sollevando sempre dubbi, su errori presunti arbitrali che ci favoriscono, lanciando infamanti accuse alla nostra squadra che è prima in classifica, con grandissimo merito e senza ombra di dubbio. Se l’Inter è la migliore squadra, si denota anche dalle classifiche di riscontro, consiglio i detrattori di guardarle attentamente. Se poi in un determinato momento arriva un può di annebbiamento secondo me è naturale, sono uomini che tirano da vari mesi la carretta, seppur ben remunerati: ma pur sempre uomini! Ultima considerazione se le altre squadre arrancano non è certo colpa dell’Inter, noi ci stiamo mettendo tanto impegno per un traguardo che dipenderà solamente dalla nostra voglia di tagliarlo nel migliore dei modi. Il pericolo imminente dell’Inter siamo noi stessi, perché giocando come sappiamo, posso tranquillamente affermare che non ce ne per nessuno. Per fortuna ora c’è una sosta che potrà far ricaricare un po’ le pile, cercando di preparare al meglio non solo il derby previsto, per il sei di febbraio, ma anche tutti gli impegni che ci vedrà impegnati su più fronti. Solo evitando cali di concentrazione, riprendendo così a macinare quel gioco che sappiamo, dando fondamento ai nostri sogni. Sperando che la buona sorte continui a fare capolino e non ci lasci, vegliando sui nostri ragazzi, facendoli allenare con continuità e organizzando al meglio tutti gli incontri futuri. Speriamo che questo periodo sia anche foriero di buone notizie, riguardanti il terreno di gioco di San Siro. Davvero cervellotico far giocare tante gare così ravvicinate in uno stadio che attualmente è ritornato ad essere quel campo di patate, come ad imperitura memoria, avevamo di certo dimenticato, ma ora l’incubo è tornato più che mai presente. Impossibile giocare a calcio in modo adeguato e ne soffrono chi deve attaccare anziché difendersi, e chi possiede un tasso tecnico elevato viene sicuramente penalizzato. Noi però dovremo fare di necessità virtù e non vi mancherà sicuramente il nostro incitamento sincero e accorato, vi sosterremo sempre contro tutto e tutti, perché i nostri colori sono importanti per noi, oltre ogni più logica considerazione, perché l’Inter si ama a prescindere!!! …Amala!!!!
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Parafrasando un brano degli anni sessanta del casco d’oro nazionale, quella Caterina Caselli che invocava una ragione di vita, ebbene possiamo con realismo affermare: non sempre si può vincere! Aggiungo che talvolta bisogna accontentarsi, dopo tutto quella andata in scena a Bergamo è stata una partita in cui le due squadre non hanno lesinato l’intenzione di vincere, una gara che non ha avuto un padrone, combattuta sino al termine che avrebbe potuto, con un po’ di fortuna far prevalere un team sull’altro. In conferenza stampa come al solito, Gasperini ha perso un’altra occasione per tacere e tenere a freno quell’astio che nutre nei confronti della nostra società. Deve comprendere che se è stato cacciato in malo modo, la ragione va ricercata da ambedue le parti in causa, ma è assurdo affermare che ieri sera l’Atalanta avrebbe meritato di vincere. Queste sono sue supposizioni, anche perché noi abbiamo di che lamentarci per il semplice motivo che le nostre migliori occasioni sono capitate a giocatori spuntati, poi capirete il perché di queste mie motivazioni. Caro Gasperini se i migliori in campo sono stati i portieri qualcosa vorrà dire oppure no? Quindi un po’ di sano realismo e sportività, innanzitutto, in casi come questi è d’uopo e avresti fatto più bella figura senza cercare di alimentare sempre più, quell’avversione che hai nei nostri confronti, cercando di sminuire la nostra gara. Tutto sommato i ragazzi hanno disputato una gara discreta, creando, come al solito, tante occasioni che sono rimaste nel limbo, e purtroppo capitate a giocatori che attualmente non hanno la cattiveria giusta per esorcizzare quella porta che per loro diviene sempre più piccina. Dopo la giusta sbornia di emozioni dovute alla vittoria di Supercoppa all’ultimo istante, credo che ogni tifoso nerazzurro non avrebbe atteso altro per sbattere sul muso, agli odiati avversari, quel trofeo che credevano si potessero aggiudicare. Forse noi siamo stati leggerini, non sfruttando le tante occasioni che ci siamo costruiti, trascinando una gara dominata sino all’epilogo dei supplementari. Credo che comunque nei muscoli dei ragazzi si sia fatto sentire quell’acido lattico prodotto dallo sforzo immane per aver ragione di una squadra, quella torinese, che mi è parsa ben lontana parente di quella degli anni scorsi. La cosa importante è stata quella di rimpinguare la nostra bacheca con un altro “titulo” come avrebbe detto il buon Mou, e poi sottrarlo ai torinesi non c’è gioia maggiore, davvero è impagabile, senza alcun paragone. L’unica nota stonata nei due match ravvicinati sono stati alcuni giocatori che secondo me al momento non stanno vivendo un periodo esaltante. In primis Dzeko, da lui si pretende sempre il massimo perché possiede qualità, ma attualmente non vede mai la porta, anche ieri sera avrebbe potuto far gonfiare la rete (Auriemma docet) almeno in un paio di circostanze di testa, per non parlare l’occasione tirata alle stelle di destro. Allo stato attuale questo Dzeko non dà l’apporto sperato. Quindi possiamo discutere sullo stato di convinzione puramente sul suo stato di forma e sulla capacità di dare una svolta alle gare di un leone in gabbia che ieri è sembrato un semplice “micetto”, già il mio caro Sanchez quando si fanno certe affermazioni, bisogna confutarle con dati di fatto oggettivi e ieri sera non c’eri per niente, tant’è che nei primissimi venti minuti e oltre non ne hai azzeccata una. Il tuo furore agonistico, espresso magnificamente nella gara di Supercoppa, ieri sera è rimasto in gabbia. Se poi, sempre riavvolgendo il nostro della gara di ieri sera, le altre migliori occasioni sono capitate sui piedi di un giocatore che, per carità si fa trovare sempre pronto partendo dalla panchina, ma da titolare non ha dato il giusto apporto, almeno una rete era nelle sue corde e poteva concretizzarla. Per carità non è giusto addossare tutte le colpe a D’Ambrosio, il suo mestiere è fare il difensore, il mea culpa avrebbero dovuto farlo ben altri giocatori. Piccola riflessione, l’Inter non ha segnato dopo ben trentanove gare dove aveva trovato almeno una rete, si è poi dovuta arrendere al pareggio dopo ben otto vittorie, steccando la nona, non essendo certo Beetoven. Ora i cugini hanno la possibilità di tornare in vetta, ma questo non deve per niente preoccuparci, consci che abbiamo da recuperare una gara e che mentre noi domenica giocheremo contro il Venezia, loro faranno visita al squadra torinese e poi c’è sempre il derby settimana successiva che dirà molto sul prosieguo del campionato, anche se allo stato attuale nulla è compromesso, mancano tantissime gare, poi dal canto nostro dovremo sempre dare il massimo, coerenti che non si possono fare altri passi falsi e lottare sempre per raggiungere la vittoria. Noi siamo l’Inter, pensiamo solo a far bene noi senza preoccuparci minimante degli altri! …Amala!!!!
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La premessa è d’obbligo quando si formalizza un titolo del genere. Appare semplice dare il titolo ad un articolo che porta a compimento un’ennesima vittoria, non di certo esaltante ma di rendimento, che comunque ha prodotto uno score importante di azioni, con statistiche e numeri a dir poco impressionanti, che dando il senso di quello che hanno fatto i ragazzi e fanno capire l’andamento della gara. Un possesso palla senza pari con una percentuale altissima oltre il sessanta per cento, con tiri in porta undici a cinque a nostro favore di cui ben sei nello specchio, una rete annullata dal Var per un fuorigioco di un’unghia, ma ci sta con la nuova tecnologia. Mi fermo qui nel discernere altre statistiche. Nel primo tempo abbiamo regalato ingenuamente la rete del pareggio ai capitolini, un infortunio che non si deve vedere nei campi di serie A. Vorrei sottolineare che quello è stato il primo tiro in porta, mentre il secondo di Pedro, poco dopo, era tutto al più un cross verso il centro area, tutto qui il gioco d’attacco della Lazio, che ha visto bene di difendersi prima di offendere. Mentre i ragazzi oltre alla bellissima rete di Bastoni ha prodotto altre belle e nitide occasioni da rete annientate dalla buona sorte del portiere ospite ancor prima della sua bravura. Eppure nonostante tutto si rientrava negli spogliatoi con un risultato di un pareggio che ci stava davvero stretto. Nella ripresa la Lazio ha provato qualcosa di più, ma occasioni dare vere è proprie non ve ne sono state, tranne un liscio clamoroso di Sergej appostato nella nostra area piccola. I ragazzi hanno invece spinto con generosità creando altre occasioni, come i due tiri in porta di Dumfries e Perisic nella stessa azione. Infine la bellissima rete di Skriniar su un cross perfetto e ben dosato di Bastoni, consacrato giocatore duttile a tutto campo, sempre più l’anima di questa squadra. Piccola considerazione quando il nostro atomico attacco stecca, ci pensano i difensori a portare a casa il risultato. Stecca per modo di dire, Lautaro avrebbe meritato ben più di una rete, ma dalla sua purtroppo c’è stata la sfortuna di aver trovato il vigile arbitro del var ad annullare una rete bellissima e poi la fortuna del portiere laziale sulla semi-volee su cross di Dumfries. Alla fine tutto è bene ciò che finisce bene, hai ragazzi non si può rimproverare nulla, se non l’assenza di quell’essere cinici che continua a mancare in parti salienti della gara, poiché quando si ha l’opportunità di ammazzarla non bisogna essere molli, concretizzando al meglio le opportunità che si creano, senza dare adito agli avversari di credere di poter aggiustare una gara che altrimenti non avrebbe avuto storia. Piccola considerazione, dopo la gara ho visto un po’ di tv, in special modo il programma Mediaset su Italia uno, ho spento dopo pochi minuti quando un giornalista, presunto tifoso laziale, ha detto che i bianco-celesti avevano fatto una gara perfetta e che avrebbero sicuramente meritato il pari. Sarà ma la sportività non è di questo mondo, oppure mi chiedo forse io ho visto una gara diversa? Ma non si rendono conto queste persone le castronerie che dicono, perché non connettono il cervello prima di aprire bocca? In studio c’era il giornalista nerazzurro Biasin non so se ha poi replicato a quella sua uscita davvero infelice, spero l’abbia fatto, perché altrimenti davvero il calcio può essere considerato uno sport dove si parla a vanvera e si dice il tutto al contrario di tutto anche se ognuno può trarre le proprie conclusioni fuorché non abbia gli occhi foderati di prosciutto, presumo che questo cristiano gli abbia avuti ieri sera. Ultima considerazione sull’operato dell’arbitro di ieri sera che mi è sembrato alquanto disattento. Spiego l’arcano. In primis non ha fatto battere un angolo ai nostri perché a suo dire il tempo era scaduto, mentre a fine gara invece ha fatto tirare comunque l’angolo alla Lazio a tempo scaduto, se avrebbe fatto la rete del pareggio in quell’occasione secondo me sarebbe venuto giù San Siro. Primo errore di mancanza di equità. Secondo episodio, per me davvero importante. Il rosso al laziale Zaccagni, poi convertito in giallo. Bene quell’intervento da killer su Barella avrebbe meritato ben oltre il giallo, ma nella stessa azione, Pairetto ha perso i lumi della ragione non considerando che l’altro killer Radu, dapprima ha fatto un fallo abbastanza plateale e scoordinato su Lautaro, non contento ha commesso nel corso della stessa azione un altro fallo durissimo su Dumfries. Caro signor arbitro si legga bene il regolamento, Radu ha commesso due gravi falli nella stessa azione, qui non c’è come al supermercato il due per uno, se vi sono due falli passibili di giallo vanno dati e il signorotto colpevole sarebbe dovuto andare a fare la doccia, nel calcio non è prevista la compensazione. Questo il giornalista laziale non l’ha detto, doveva essere più onesto dicendo che la Lazio è stata fortunata ad uscire dal campo con la sconfitta di misura, perché le risultanze potevano portare ad altro punteggio. Ora testa a mercoledì, in palio c’è il primo trofeo della stagione, non dobbiamo ripetere gli stessi errori commessi in campionato lasciando spazio ai torinesi, bisogna affondare i colpi ridimensionando questa squadra che crede di poter dire ancora la sua. Dobbiamo solo giocare come sappiamo usando la testa e acquisire quell’essere cinici che da troppo tempo si chiede a questa squadra. Forza ragazzi alziamolo questo trofeo, perché noi siamo l’Inter e il resto non c’interessa!!! …Amala!!!!
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Con la non facile vittoria contro il Torino, si è conclusa di fatti la prima parte del campionato, nella maniera migliore possibile anche contro la più rosea previsione. Tutti ci davano per affossati ad agosto, mentre oggi elogi a non finire. Quelle defezioni, anzi quelle partenze spauracchio, avrebbero potuto causare nell’ego nerazzurro un trauma non indifferente, ma nessuno ha fatto i conti invece nella forza di una rosa che si è stretta intorno ad un tecnico davvero qualificato, che ha come tutti le sue pecche, ma è altresì vero che ha tantissimi pregi, il primo: saper dialogare con i suoi ragazzi e mettersi a disposizione con la priorità massima, quella dell’insieme e non il singolo. Dote questa, da non sottovalutare, se si vogliono raggiungere determinati traguardi. La testimonianza che fa fede più di ogni altra considerazione è la qualità del gioco sinora prodotto, che per quasi tutto il girone d’andata è stato davvero impressionante. Si pensi che i punti messi in carniere sono stati addirittura più dello scorso campionato, a differenza sono cinque in più e la posizione in classifica è addirittura migliorata sapendo com’è andata a finire la stagione scorsa, c’è solo da sorridere e incrociare le dita, per scongiurare gli strali lanciati dagli altri club. Di certo quella giocata contro i granata non è stata una delle migliori gare, ma la considerazione al termine è stata estremamente positiva, vuoi per l’ennesimo clean sheet che per la settima vittoria consecutiva. Sono record che lasciano il tempo che trovano, non portano al nulla solo una menzione che non riempie la bacheca sia personale che del club, ma aumenta quell’autostima che ti fa affrontare il prosieguo del campionato con la massima serenità e consapevolezza di essere una squadra che possiede un ottimo collettivo. Certo verranno periodi meno brillanti, spero il più tardo possibile, in ottica di un gennaio e febbraio che ci farà disputare tante gare in un breve lasso di tempo. Tra impegni di campionato, in pratica incontreremo le migliori squadre del torneo nelle prime giornate, poi la coppa Italia contro l’Empoli in gara secca e anche la supercoppa alla stessa stregua contro i bianconeri torinesi, in pratica si giocherà ogni tre giorni, un tour de force che avrà il suo apice nello scontro di Champions contro il Liverpool. Questa sarà il banco di prova per una rosa che avrà bisogno di una certezza, nell’avvicendare i vari giocatori nelle gare più opportune, forse con qualche innesto in attacco e a centrocampo non sarebbe male, confidando altresì nella buona sorte che tenga lontano dai nostri ragazzi ogni sortilegio negativo. Come di consueto ogni fine d’anno si traggono le somme di quelle che sono le risultanze del campionato, per noi a conti fatti è più che positivo, nell’undici migliore del campionato, stilato da Opta ci sono ben tre giocatori nerazzurri: Handanovic, Brozovic e Calhanoglu, gratificazione che estenderei a tutta la rosa. Non ci resta che attendere la ripresa del campionato, che ci vedrà opposti al Bologna nel lunch-match dell’epifania e poi la domenica contro la Lazio in casa, chi ben riprende… Ultima considerazione a mio nome personale e del club che rappresento, vorrei augurare a tutti i soci dell’Inter Club Giacinto Facchetti di Fano in particolare, estendendo quindi a tutti i tifosi amanti di questi colori un Santo e sereno Natale e che il nuovo anno ci porti tranquillità, benessere e la possibilità di tornare a gioire con i nostri beniamini, ma prima di tutto ci faccia ritornare a vivere con quella serenità d’animo che questa maledetta pandemia ci ha tolto, questo è l’auguro principale che rivolgo a noi tutti perché in conseguenza di ciò torneremo ad essere migliori, assaporando il reale senso della vita: Auguri!!!
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È apparso tutto semplice per questa Inter che esprime sul campo un gioco davvero entusiasmante che delizia vista e palato degli amanti di questo fantastico gioco. Erroneamente si poteva cadere nella tentazione di considerare che lo scontro capo e coda era già destinato sulla carta, ma ciò si verifica solo quando la si è giocata la gara, diciamo a posteriori, tant’è che i campani hanno fatto delle ripartenze niente male e su di una di queste è stato bravo il nostro Samir a neutralizzare quell’occasione. Per il resto non si è corso alcun pericolo anzi, il risultato per le occasioni prodotte è stato fin troppo striminzito. Questa squadra, quando pigia l’acceleratore, sembra un rullo compressore, anche ieri sera è andata a segno con ben cinque giocatori diversi, complice la coralità di un gioco davvero spumeggiante e propositivo, come in occasione del secondo e terzo goal, con passaggi di prima alla ricerca del compagno meglio posizionato per la conclusione naturale della trama pallonara sin lì creata. Non vorrei ripetermi, ma sono azioni che vanno fatte vedere agli allievi delle scuole calcio. La cosa che mi piace di questa squadra, credo che gli amanti di questi colori converranno con me, è la capacità di compattarsi e rientrare al momento in cui si perde palla, cercando la strada più concreta e il modo di recuperarla con il pressing, di più uomini, sul portatore avversario, cercando il modo di ribaltare ogni azione sconveniente. Si nota, per questo si deve attribuire il gran merito al nostro tecnico, che la squadra non gioca in questo modo sublime solo da qualche gara anzi, è dall’inizio che sciorina un gioco che vale il prezzo del biglietto, e se il alcune gare non si è raccolto quanto prodotto è solo per la nostra incapacità di chiudere le gare, tanto per citarne alcune: Atalanta, derby e contro i bianconeri torinesi. Altra nota positiva che mi piace rimarcare è il gioco di squadra finalizzato al massimo risultato possibile, tant’è che attaccano in tanti e ripiegano allo stesso modo. Nelle palle così dette ferme, calci d’angolo o punizioni, i nostri ragazzi invadono l’area avversaria in tanti, non solo con attaccanti e centrocampisti, salgono con i meglio definiti quinti anche i difensori, in area arrivano a turno Bastoni, Skriniar (ieri assente) de Vriy, questo non fa altro che aumentare quella qualità che risiede nel nostro fantastico collettivo. Un ottimo gruppo, si nota subito il divertimento che provano giocando insieme, e nel contempo fanno divertire gli spettatori sugli spalti che tal volta rimangono estasiati dalle fantastiche giocate che vengono compiute sul rettangolo verde. Io a memoria non ricordo una squadra nerazzurra, che ha mai espresso un gioco simile, mi sbaglierò forse ma questa squadra, secondo me è la migliore in assoluto. Commetterò un’eresia se dico che forse è migliore della squadra che ha vinto lo scudetto così detto dei record di epoca “trappattoniana”, oppure quella del mitico Jose, capace di vincere tutto ciò che era possibile vincere. Certo Inzaghi non ha ancora vinto nulla, è palese, ma diamogli tempo con le sue idee di gioco secondo me, e non straparlo in preda a chissà quale forma di vena oppiacea, se lo definisco addirittura migliore allo strapagato Conte, che vince ma tante volte non convince. Inzaghi ha la sua teoria molto incline allo spettacolo e al divertimento innanzitutto, perché se si lavora tantissimo divertendosi, non pesa minimamente, anzi produce l’effetto inverso, i giocatori si allenano con entusiasmo mettendo in pratica, al meglio, i dettami del tecnico. Avanti così ora l’ultima gara del girone d’andata per il titolo di campione d’inverno alla nostra portata, i ragazzi hanno già stabilito un piccolo record, hanno segnato nell’arco dell’anno solare la bellezza di 103 reti e incenerendo anche il totale dei punti registrati nello scorso girone d’andata. L’Inter di Conte s’era attestata nel secondo gradino della graduatoria a quota 41 punti, con Inzaghi sinora siamo primi con 43 punti, con la possibilità di incrementare ancora il bottino con l’ultima gara casalinga contro il Torino. Se due indizi fanno una prova, io sto con Inzaghi e con questo fantastico gruppo, perché nulla ci è precluso: anzi! …Amala!!!!
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Signore e Signori accomodatevi, prendete in fretta posto, sta per iniziare L’inno alla gioia, una sonata di primissima qualità: dirige l’orchestra perfetta, il maestro Simone Inzaghi! Ebbene si quella squadra vista in campo ieri sera ha le movenze e gli automatismi della perfezione, ogni uomo sa quello che deve fare, quasi parafrasando l’orchestra perfetta, ogni strumento non compie mai l’assolo determinante, ma si concilia perfettamente con gli altri strumenti, e la musica che crea è un insieme di estasi agli occhi e il suono che ne scaturisce e la gioia alle orecchie. San Siro è in piedi in fine all’estesi finale, tributando i dovuti omaggi agli artefici di questo bellissimo successo, chapeau per tutti, un’altra vittoria è stata messa in carniere raggiungendo quella vetta che solo un mese fa pareva lontanissima e proibitiva. Io non credo di aver visto sinora giocare l’Inter così bene, in un modo armonico e perfetto, i ragazzi spingono davvero sul fatidico acceleratore, rinchiudendo gli avversari nella loro metà campo e con forza creano una molteplicità di occasione davvero impressionanti. In tutta franchezza posso affermare che se per gli isolani non c’era in porta un ragazzo eccezionale di nome Cragno, chissà quanti fatidici set, che definiscono il punteggio del tennis, ci sarebbero voluti per definire il risultato finale. I ragazzi hanno una marcia davvero impressionante, la cosa che fa piacere agli occhi è vederla giocare un autentico rullo compressore, mi ripeto, se questa squadra dovesse diventare ancora più cinica e realizzare almeno la metà di ciò che crea, ogni gara avrebbe come inizio minimo due a zero per noi. Ovviamente ciò non potrebbe essere realistico mi rendo conto dell’idiozia, ma era un termine di paragone che non è sempre conseguenziale con le occasioni prodotte con le reti segnate. Come di consueto vorrei soffermarmi su alcuni giocatori, due in particolare, e non sono sempre i soliti cioè anche se lo meriterebbero in pieno non voglio parlare di un Barella superlativo come di Brozovic. Vorrei soffermarmi su due esterni. L’olandese che pare stia facendo vedere il suo reale valore, anche ieri sera è stato sin da subito parte integrante della squadra, facendosi trovare pronto al momento giusto al punto giusto: promessa! Poi di quel Bastoni che davvero a volte sembra impressionante nelle sue progressioni, come nella parte centrale del secondo tempo di ieri sera, per esempio, in area avversaria, sembrava tutt’altro che un difensore nei suoi dribbling, il nostro un piccolo grande Garrincha: impressionante! Ma ieri sera tutta la squadra è da elogiare, ognuno ben oltre la sufficienza. Lasciatemi in parte condividere il pensiero che tempo fa ha esternato il tecnico Guidolin che ne ha saggiato le potenzialità allenandolo, mi riferisco a Sanchez, quel “nino maraviglia” che lui ha sempre visto come una mezza punta e che ora sta facendo vedere davvero quello che è capace in quel ruolo. E poi ne vogliamo parlare del presunto “bidone” che i cuginastri avevano creduto di rifilarci, io un Calhanoglu in questi termini lo terrei per sempre, anzi la società ha dovuta dargli solo l’ingaggio, ce ne fossero sempre di acquisti come questo, il merito va condiviso con il direttore Marotta e i suoi collaboratori che sanno come operare nelle sedi opportune del calcio mercato: essenziali! Questa felicità la voglio condividere con chi come me ama questi colori, perché vedere giocare l’Inter in questi termini ti allieta l’animo e ti rende orgoglioso di questi ragazzi. Certo sinora non abbiamo vinto ancora nulla, ma in questi termini nulla ci è precluso forza ragazzi il nostro sostegno nei vostri non mancherà mai, perché l’Inter si ama a prescindere! …Amala!!!!
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Signori tutti in piedi e applausi a scena aperta: ecco l’Inter! Il tardo pomeriggio romano s’è tinto di forti colori nerazzurri annichilendo quelli giallorossi, con tanto gioco e forza di coesione alla ricerca di un risultato tanto cercato quanto ottenuto. Sono oramai diverse settimane che questa squadra sta sciorinando un bellissimo gioco d’insieme, fatto di tantissime occasioni da rete, seppur realizzate in una percentuale minima in base a quanto creato. Purtroppo questa condizione deve essere rivista e farci divenire più cinici sotto rete, usando anche altre alternative a quelle di entrare con la palla in rete. Ma quella ammirata ieri sera a mio avviso è stata una squadra che sta prendendo sempre più la consapevolezza della sua reale forza, un organico che i più saccenti del calcio pallonaro avevano pronosticato, all’alba dell’inizio del campionato, una debacle fragorosa complice l’abbandono di Conte e alla vendita di Hakimi e Lukaku, invece così non è stato. Fortunatamente la società ha puntato su di un tecnico preparato e capace di far giocare bene la squadra, come d’altronde abbiamo ammirato e faceva la sua Lazio. Inzaghi è un grande tecnico e lo sta dimostrando. Lo scorso campionato il nostro gioco era puntato su l’unica strategia possibile il lancio verso l’armadio di ebano che, da gran animale da area di rigore, risolveva il più delle volte il problema del goal, oppure dava l’assist per il compagno (Lautaro docet). Quest’anno no, il gioco è sviluppato su altri dettami, l’azione è sviluppata su manovre create e provate in allenamento che mettono in risalto le qualità di ognuno. Il centrocampo con i suoi tre artefici principali: Barella, Brozovic e Calhanoglu, è il migliore in assoluto concentrato per fare in modo da essere propositivo e allo stesso modo ripiegando dando una mano in fase difensiva. Io non sono un tecnico, ma un po’ di calcio ne ho masticato e con tutta sincerità guardando l’Inter giocare, mi diverto sempre più e non sono mai in apprensione, si nota subito che si divertono e fanno un calcio che fa divertire, e lo spettacolo che producono vale per intero il prezzo del biglietto. Con una rosa come la nostra, sono passati in secondo piano le varie defezioni, perché chi sostituisce i titolari non li fa rimpiangere, facendosi trovare sempre pronto. Voglio rimarcare, nella gara di ieri sera alcune menzioni d’obbligo per dei giocatori che hanno disputato una gran gara. D’obbligo menzionare per primo un Brozovic sempre sugli scudi, capace di fare tantissimi chilometri fatti di tanta forza, intelligenza e genialità di gioco: irrinunciabile! Quindi altra menzione per il “pacco” come l’avevano definito i cuginastri, quando il turco ha attraversato il naviglio, invece Calhanoglu sta diventando parte integrante della squadra con tantissima qualità, e se poi fa anche goal, allora il tassello è completo: scoperta! Concludo con un giocatore che, secondo il mio modesto parere, può diventare davvero un giocatore da Inter, il giovane Dumfries, ha delle qualità che non ha ancora espresso, appare frenato però è sempre al momento giusto sul punto giusto e ieri sera prima ha salvato una rete quasi certa e poi ha concluso un’azione in modo pregevole con una rete in tuffo: speranza! Potrei citare ancora altri calciatori, tutti ben oltre la sufficienza, ma menzionare i vari Bastoni, Skriniar etc. non avrebbe senso il loro contributo lo danno in ogni gara sono una garanzia per i compagni. Vorrei in ultimo soffermarmi su coloro che non giocano con continuità, ma quando chiamati in causa danno sempre il loro prezioso contributo. In altre gare avevo elogiato Ranocchia fermo ai box, ora è la volta di D’Ambrosio che s’è rivelato una certezza nelle due fasi. A questi giocatori bisogna solo rivolgere un ringraziamento per il loro attaccamento alla maglia. Voglio concludere il mio pezzo con la mia ultima analisi, esternando la mia felicità per la gara di ieri sera, ho ancora negli occhi le fantastiche giocate che hanno fatto i ragazzi, nella fattispecie il secondo goal, come diceva il mitico Jose Altafini quando voleva sottolineare una fantastica giocata: la rete di Dzeko e l’esempio di quanto descritto alla pagina 15 del manuale del gioco del calcio: semplicemente spettacolare! Ora ultima fatica europea per questa prima fase della Champions, si va al Santiago Bernabeu contro il Real Madrid, una gara dagli aspetti insignificanti per quello che concerne il passaggio del turno, già acquisito in anticipo, utile solo a determinare la prima della classe. Dobbiamo disputare la gara senza alcuna angoscia, consci che il nostro lo facciamo ovunque e comunque, con la certezza di aver affrontato i blancos nella prima gara del girone senza alcun timore riverenziale disputando una gara gagliarda, vorremmo solo ripagare lo sgarbo attenuto, chissà se la Dea bendata ci darà una mano: ai posteri l’ardua sentenza! Noi tifosi dobbiamo solo ringraziare questi ragazzi che ci stanno inorgogliendo sempre più, la passione non ha limite quando in campo si vedono giocatori che ti danno motivazioni sempre più forti per incitarli. Forza ragazzi non vi lasceremo mai soli! …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.Leggi Tutto