





E ora?… Champions!
Con tanta autostima, ma in primis con quella tigna che in casi come questi fa la differenza reale, specie in gare dove tutti aspettavano la così detta prova del nove, si è data una certa continuità di gioco e risultato come non mai sinora. La gara disputata all’Olimpico di Roma, nonostante un Correa davvero corpo estraneo di questa squadra, è stata ben interpretata con la giusta voglia di continuare sulla strada intrapresa, con una sola riflessione: chissà cosa sarebbe accaduto se la presa di coscienza fosse avvenuta un po’ prima, considerando che solo nelle ultime quattro gare, abbiamo ottenuto ben quattro vittorie, con ben quattordici reti fatte, solo una subita e con ben tre gare senza subire reti. Questi sono numeri di tutto rispetto, speriamo solo che queste vittorie abbiamo dato ai ragazzi ulteriori forze ed energie, anzi consolidando quelle residue, per dare tutto in questo finale di stagione, sia per le gare che rimangono in campionato che nelle altre competizioni, solo dando tutto in campo, rimarcheranno il vero senso di una stagione, che sinora è stata in chiaroscuro, però con cognizione di causa si può affermare che, nelle gare che contano i ragazzi hanno sempre dato tutto. Stiamo risalendo la china in classifica, è dinanzi agli occhi di tutto in modo inequivocabile, com’è altresì vero che le gare restanti in campionato sono tutte da prendere con le molle, ma con la voglia che stanno mettendo i ragazzi in campo, nulla ci è precluso. E ora? Testa e cuore alle gare di Champions, sono le gare prioritarie a cui pensare al momento, difronte avremo i cuginastri che hanno il dente avvelenato, memori delle ultime gare in cui hanno subito sconfitte, destabilizzanti per loro, che fanno davvero male, sia in campionato che in finale di Supercoppa. Facendo tutti i debiti scongiuri, dovremo tener fede al detto che recita: non c’è due senza tre. Queste però sono gare di altro spessore, sono di una bellezza unica, con uno stadio gremito fino all’inverosimile, e con quella musica iniziale che ti da brividi ed un’emozione indicibile, dovremo essere attenti ed assumere le migliori azioni mentali per tenere alta la concentrazione, non dobbiamo pensare a chi scenderà in campo degli avversari, non dobbiamo curarci di loro ma pensare che tutto dipende da noi stessi, il destino è nelle nostre mani, giocando come sappiamo, specie come nelle ultime giornate, sono certo che non sarà facile superarci, anzi dovremo lottare su ogni pallone al meglio di noi stessi per il bene dei nostri colori e dei tifosi, che seppur in minoranza mercoledì sera, si faranno sentire. Tutta Europa e forse anche moltissimi paesi extra saranno collegati, dovremo offrire uno spettacolo degno della competizione che stiamo affrontando, perché è risaputo che in finale della massima competizione Europea per club ci sarà una squadra Italiana, noi ovviamente speriamo con tanta veemenza che sia l’Inter a rappresentare l’Italia, in modo degno senza paura alcuna, anche se in finale ci sarà uno squadrone ad affrontarci che sia Real Madrid o Manchester City, non sarà importante perché è l’ultimo passo, quello decisivo che merita sicuramente una serata del genere. Vada come vada, ritengo che sarà comunque un successo: forza ragazzi crediamo in voi, perché noi siamo l’Inter e con tutto il cuore e il fiato che abbiamo in corpo, vi sosterremo sempre!!! …Amala!!!!
Che la forza sia… con noi!
Parafrasando una frase tanto in uso nel fantastico film Guerre Stellari di George Lucas, io aggiungerei come augurio: che continui ad essere sempre presente! Certo dopo la scorpacciata di reti di ieri sera a Verona, giocando in quel modo, e con cambi di formazione questa volta oculati, possiamo credere e pensare positivo, per le cinque gare che ci rimangono di campionato, per quel posto al sole che mai come quest’anno ci necessita. Ai ragazzi non si po’ dir nulla hanno interpretato al meglio la gara, con la consapevolezza della propria forza anzi, ho notato che anche dopo la seconda e terza rete, hanno continuato ad attaccare, non erano sazi e questo non può essere che benaugurante. Per fortuna il nostro mister non è stato attratto dal fare un corposo turn-over, come gli è già capitato in altre circostanze, conscio della posta in palio più importante di quanto potesse sembrare alla vigilia. Ora dobbiamo procedere a testa bassa, giocando da squadra, come sappiamo e come abbiamo ampiamente dimostrato. L’autostima e la concreta possibilità di raggiungere posizioni a noi consone, è stata acquisita da qualche tempo ma non pienamente espressa, la rosa dell’Inter è di tutto rispetto e può competere con i migliori club europei e, scusate se dico un’affermazione che potrebbe sembrare un’eresia, la migliore in Italia. Purtroppo ci sono state delle situazioni contingenti che non ci hanno permesso di mostrare, in alcune gare, il nostro effettivo valore, ma la cosa assurda è avvenuta affrontando squadre medio-piccole, davvero cervellotico: non trovate anche voi? Vuoi per una situazione societaria non ancora ben definita, dove i giornalai saccenti ci sguazzano e pongono sempre in prima pagina, come se dovessimo fallire da un momento all’altro, vuoi per infortuni davvero pesanti, su tutti Lukaku, e vuoi in ultimo la scellerata quanto incresciosa situazione del caso Skriniar, gestito davvero in malo modo. Tutto ciò doveva essere ben chiaro ad inizio stagione e non trascinare questa pantomima sino alla fine dell’anno, con la conclusione che lo slovacco saluta e va a Parigi, mentre noi siamo stati insofferenti in difesa, dove ci mancava una pedina importante. Tutto oramai è astato ben definito, stiamo lottando con le unghie e con i denti per un qualcosa che meritiamo, certo guardandoci indietro, ci assale un’amarezza di quello che poteva essere e non lo è stato, ma non solo quest’ano, ahimè tutto è cominciato lo scorso campionato, protraendosi sinora. Spero solo che Inzaghi si sia reso conto che non si può fare un corposo turn-over quando siamo a cinque giornate dalla fine, può essere necessario solo quando tutto è chiaro e deciso, allora sì che si possono far giocare le seconde linee, in prossimità di gare importanti come una finale di coppa Italia o una semi-finale di Champions, al momento no se cambi si vogliono devono essere fatti in maniera assolutamente oculata, tenendo tutti i giocatori sulla corda. Un consiglio ad Inzaghi non faccia più giocare titolare giocatori del calibro di Correa, Gagliardini e D’ambrosio, per tutto il ringraziamento che ci può essere nei loro confronti, ma purtroppo sono limitati e giocando contro chi ha fame, vengo triturati da un gioco veloce e opportuno. Ora contro la Roma sabato alle 18, ha risparmiato in sequenza: Onana (anche in questo caso non riesco a comprendere il cambio, possibile un portiere di 27 anni abbia la necessità di riposare?) Darmian, Bastoni, Barella e in ultimo Lukaku, il preciso rifinitore dell’ultimo periodo. Spero solo che all’Olimpico non riproponga la coppia d’attacco Lukaku – Correa, in tal caso è davvero sconcertante una coppia davanti così assortita, e poi con un Lautaro in queste condizioni, ma siamo sicuri che vogliamo tenerlo fuori? Ai posteri l’ardua sentenza, ora tocca attendere il responso capitolino e poi rituffarci nella Champions, con una semi-finale che è tutta da vivere, interpretare e giocare al meglio, perché noi siamo l’Inter e degli altri non c’importa nulla! …Amala!!!!
Forza d’inerzia interiore!!!
Ancora una gara in un lunch-match che si preannuncia davvero ostico contro una squadra, la Lazio, che occupa la seconda posizione in classifica, con uno score delle ultime settimane di grande rispetto, nonostante l’ultima sconfitta casalinga. Anche in questo domenica dobbiamo però rimarcare l’ennesima gara a due facce della nostra cara Inter, forse stavolta almeno nel primo tempo, abbiamo giocato molto meglio rispetto alle ultime apparizioni. Certo concludere il primo tempo in svantaggio, dopo aver creato tantissimo, fa davvero specie. Abbiamo regalato la rete del vantaggio capitolino con un dono che solo nelle imminenti festività natalizie si concede, mentre il portiere avversario ha sfoggiato, come di consueto contro di noi, degli interventi degni di nota. Per onor di cronaca i ragazzi hanno anche realizzato una rete di pregevole fattura, ma complice un Correa che per centimetri non è rientrato dalla posizione di off-side, ha vanificato ogni cosa. In questa giornata che ci ha permesso di agganciare i cuginastri e la Roma al quarto posto, c’è stata l’ennesima gara dai due volti dei ragazzi com’è ho già detto, questo secondo il mio modesto parere per una colpa tecnica di assoluta presunzione, non si può proporre dall’inizio un giocatore come Correa che mette in difficoltà tutta la squadra, è un corpo estraneo come d’altronde D’Ambrosio, che per inciso io apprezzo tantissimo, ma sono giocatori che vanno inseriti nel corso della gara e non da titolari, purtroppo Inzaghi non comprende che la posta in palio è altissima e non può fare a meno dei titolarissimi, ci sono gare in cui si possono fare esperimenti e in altre no: contro la Lazio tutta la vita vanno in campo i migliori, senza remore e riserve, tocca vincere e basta. Spero si sia reso conto che, al momento dell’uscita dal campo, Correa è stato subissato di fischi, ci sono stati settantamila tifosi che hanno espresso il loro dissenso, questo vorrà dire pur qualcosa, o no? Per fortuna non ha deciso di far entrare anche Gagliardini, altrimenti avrebbe concluso la sua opera cervellotica, in campo sempre i migliori, senza alcuna attenuante. Per fortuna in campo ci sono dei giocatori che non si risparmiano, se hanno ribaltato il risultato con un sonoro tre a uno, questo è stato dettato da quella voglia incontrastata di avere la meglio, di lottare e di raggiungere una posizione in classifica che, ancora non definitiva, ma alla nostra portata, ma con coerenza e sgomitando deve essere raggiunta, perché l’Inter merita una posizione Champions, specialmente la squadra di quest’ultimo periodo. Tutto è ancora in gioco, abbiamo diversi obiettivi ancora da raggiungere con gare da effettuare al meglio. Dopo aver sconfitto i non colorati torinesi, in una gara in cui avremmo meritato un risultato molto più largo, ci siamo dovuti sorbire le dichiarazioni, non pubbliche, altrimenti secondo me avrebbe dovuto essere squalificato e forse ricoverato in tso, di un Allegri che se l’è presa con il mondo nerazzurro per la disfatta della sua squadra, incapace di giocare a calcio e di aver raggiunto un’espressione di basso lignaggio, complice un gioco prodotto che è davvero raccapricciante. Quindi siamo meritatamente in finale di coppa Italia, saremo opposti ai viola di Firenze, nella gara dell’Olimpico di Roma il prossimo 24 maggio, partendo con gli onori del pronostico a nostro favore, ma di ciò ne facciamo a meno se non giochiamo da squadra consapevole della propria forza, una finale è una gara che azzera ogni considerazione di sorta. Siamo consapevoli che in questo mese di maggio ci giochiamo tutti gli obiettivi, dovremo giocarcela come se fossero tutte finali, con il cosiddetto sangue agli occhi. Quindi ci sono altre due gare importantissime, le semi-finali di Champions contro i cuginastri, abbiamo la possibilità di vendicare, in analoga situazione, a distanza di quasi vent’anni fa dove fummo estromessi dalla finale per due pareggi, nei quali la rete in trasferta valeva doppio: un’assurdità, per fortuna hanno cancellato questa norma. Mancano ancora sei gare di campionato, quindi ad iniziare da Verona dobbiamo metterci tutto, per continuare in queste vittorie sostanziali, parche sappiamo benissimo che vincere aiuta a vincere! …Amala!!!!
Ancora un’Inter… double face!
La gara domenicale, inserita nel consueto orario prandiale, ci opponeva ad una squadra, quella toscana, che all’andata aveva fatto bottino pieno in un San Siro attonito, quasi incredulo per una vittoria svanita per colpa esclusivamente nostra. Alla lettura dalle formazioni, sinceramente ero davvero frustrato, il nostro mister aveva nuovamente mischiato le carte, non curante di tutte le altre volte che l’ha fatto e dei risultati ottenuti, disattendendo quello già fatto in altre circostanze, ha cambiato in formazione ben nove undicesimi da quella che aveva strabiliato nel mercoledì di Champions, in gara gagliarda dove la squadra si è aggiudicata non solo il passaggio alla semi-finali, ma un derby atteso da oltre vent’anni che grida ancora vendetta. La cosa che subito mi è venuta alla mente, come un solito sliding doors, le varie gare post impegno europeo dove i tanti cambi hanno prodotto gare non sempre all’altezza, anzi. Ecco perché è subentrato un timore davvero presente per i continui e ripetuti, quanto cervellotici, cambi di uomini, proprio quanto necessita dare una svolta ad un campionato che è tutto da conquistare, specie nelle posizioni di vertice, qualora ci fosse ancora un barlume di speranza, ma in considerazione dell’unico punto nelle ultime cinque giornate, non certo di Milano, per come sono state interpretate. La sensazione che ho avuto e le imprecazioni conseguenti, sono state davvero feroci per una squadra che in campo non aveva né capo quantomeno coda, difatti tranne qualche sortita di alleggerimento, si è rischiato più del dovuto, almeno in un paio di occasioni empolesi. Difatti all’intervallo la sensazione avvertita di un malessere generale, non si riusciva a cavare il solito ragno dal buco, di azioni d’attacco neanche l’ombra, forse una capitata sui piedi di un Brozovic, prontamente disattivata dall’uscita del portiere avversario, ben poca cosa di chi vuole dare risalto e produrre con tutte le forze una rincorsa ad una pregevole posizione in campionato. L’unica cosa che mi ha fatto piacere che comunque nel prosieguo della gara, la difesa si è ben comportata, di fatti Handanovic non ha fatto alcuna parata degna di nota e poi per una volta c’è stato un giocatore che si è dannato l’anima e ha fatto tantissimi cross dalla destra, finalmente s’è rivisto Bellanova che ha pigiato sull’acceleratore con pochissimi passaggi indietro, poi esausto ha lasciato il posto a quel Dumfries che altro non è: la croce di questa squadra. Nel secondo tempo s’è vista la faccia giusta di quell’Inter che noi tutti conosciamo, capace di inserimenti e di una forza di volontà ritrovata, specie in un giocatore tanto bistrattato, ma che ieri ha fatto tutto e di più. Due reti di pregevole fattura e un delizioso assist per il compagno di reparto, speriamo sia il prologo per affermare senza essere smentiti, che la LuLa è tornata: finalmente! Ieri s’è rivisto quell’armadio di ebano che abbiamo imparato a conoscere, quella forza inarrestabile che quando decide di fare goal, gemello svanito di quello visto sinora, nessuno riesce a fermarlo. Se quello visto ieri è il Romelu Lukaku che abbiamo ammirato in passato, allora per questo finale di campionato, possiamo giocarcela in tutta sicurezza, è il perfetto assortimento con Lautaro, che s’è finalmente sbloccato, speriamo in via definitiva. Ora da mercoledì sino al quattro giugno, si giocherà con una continuazione davvero battente, dobbiamo essere bravi a pensare ad una gara alla volta, pensando per primo alla semi-finale di coppa Italia, contro i non colorati torinesi che sicuramente metteranno sulla rissa la gara, cercando nel potere arbitrale l’alleato ideale per compiere le loro malefatte. Dobbiamo essere bravi a non cadere nei loro tranelli, fortunatamente non dovrebbe essere della gara colui che è da sempre l’antitesi del calcio giocato, quel Quadrado tuffatore e truffatore che non a che fare nulla con il calcio. Non vorrei sbilanciarmi in facili entusiasmi, tante volte specie quest’anno ci abbiamo creduto nella svolta e puntualmente siamo stati smentiti, ma come si è sempre fatto sinora, una gara per volta, da giovedì si penserà alla Lazio, ennesimo banco di prova, purtroppo ora si è nell’imbuto del campionato e di altre competizioni, tutte le gare devono essere interpretate come fossero una finale, sbagliato distrarsi e non avere il giusto approccio alla gara: di questo dovrebbe preoccuparsi mister Inzaghi, o sbaglio? … Amala!!!!
Raccapricciante!!!
Credo che con la gara di ieri sera si è per davvero toccato il fondo, raschiando anche un barile la cui fine non è ancora nota né evidente, l’unica parola al momento che disegna perfettamente la nostra situazione è davvero: “raccapricciante”. Con il consueto atteggiamento incostante e sfilacciato, s’è purtroppo palesata l’ennesima sconfitta, per giunta la terza in casa in modo consecutivo: e sono undici!!! Non ricordo a memoria un’annata così disastrosa, non mi soggiungono parole idonee a determinare tutto ciò, rimane solo lo sconforto per una squadra allo sbando in cui e palesemente disarmante l’inefficacia di produrre effetti letali per gli avversari, mi ripeto siamo davvero inconsistenti e così fragili che alla prima occasione avversaria, per giunta da calcio piazzato, veniamo puniti, davvero cervellotico e autolesionista come comportamento. Sicuramente degno scenario per una società inesistente, che non è capace di farsi sentire e di un allenatore incapace di saper produrre le opportune contro misure contro chi oramai conosce il tuo stile di gioco, sapendo come disinnescare gli avanti nerazzurri che hanno da un pezzo le polveri bagnate. Quindi si arroccano e poi ripartono in modo letale in contropiede, cercando di farci male, a volte ci riescono, a volte ci provocano brividi, ma nessuna contromisura degna, rilevata da una panchina che rimane tal volta inerme. Anche ieri non avevamo difronte una squadra d’élite, ma un onesto Monza che con molto raziocinio e con il giusto essere cinici, ha portato a casa un risultato che è andato oltre le proprie aspettative, invece per l’ennesima volta siamo noi a leccarci le ferite, lamentandoci in conferenza stampa, a detta del nostro tecnico, per gli ennesimi miracoli sportivi dei portieri avversari. A questo punto formulo una richiesta, se proprio dobbiamo tenerci Inzaghi sino alla fine della stagione, per cortesia non fategli fare più la prevista conferenza stampa di fine incontro, le lamentele sono sempre le stesse e francamente non ha più credito e ha stancato, con improperi su ogni cosa che non ha assoluto senso, tranne l’inconsistenza di far risultato. La sua voglia di spiegare ogni cosa che non va, lo faccia con le giuste motivazioni di un gioco che non decolla, lo dica perché i giocatori, che sono gli attori principali delle partite, perché in campo fanno le statuine e soffrono di continue amnesie, assurde a mio modo di pensare, per un sistema di gioco trito e ritrito che non ha nessuna variante rispetto al solito. Altra domanda, invece gli vorrei chiedere la motivazione secondo la quale continua a far giocare Dumfries sulla fascia destra, assolutamente inutile e anche ieri sera Gosens alla stessa stregua su quella sinistra, ha senso avere dei giocatori che non sono capaci di crossare? E poi il suo pupillo Correa che utilità dà in campo? Anche ieri sera s’è mangiato delle reti che una vera punta di serie A, avrebbe sicuramente fatto. Senza poi parlare dell’enigma Lukaku fratello gemello di quel Rumelu che abbiamo conosciuto in epoca “contiana”, inconsistente e involuto, secondo me l’errore più grande averlo ripreso, ma non è che anche gli altri due attaccanti rimasti sono migliori, ne vogliamo parlare di un Lautaro “El toro” che è divenuto un vitellino da latte, e la statua Dzeko che più di un cigno sembra un paperotto sperduto. Il dramma purtroppo che mancano ancora diverse gare, e di cattivo sangue ne faremo ancora, se non arriva quello switch definitivo in testa agli interpreti e principalmente ad un allenatore che dovrà gioco-forza rimanere sulla panca. Giocando in questo modo senza reale costrutto e senza pungere in maniera preponderante, Milano sarà terra di conquista per chiunque, sinora in campionato, anche per l’eventuale Pizzighettone di turno, senza sminuire la formazione lombarda. Ora gli estimatori del tecnico piacentino, sicuramente porgeranno le opportune motivazioni, in evidenza che comunque non tutto è perduto, c’è un quarto di Champions che ci vede in vantaggio sul Benfica e una semifinale di coppa Italia da giocare. Tutto vero, ma se non riusciamo ad essere diversi da quelli di campionato tutto è inutile, sinora in Champions è andata bene, ma sino a quando? Io non punterei un solo euro sulla vittoria finale, ne sono certo e pronto a chiedere scusa e fare ammenda in caso contrario, ma ho dalla mia una certezza e cioè la forza di una squadra è la coesione, attualmente nei nostri ragazzi non l’ho più ritrovata. Vorrei dire anche a questi signori che ci ricordano che il tecnico piacentino ci ha portato tre trofei da esporre in bella vista in bacheca, ma io non dimentico che per sue scelte scellerate ci ha fatto perdere uno scudetto, quello della seconda stella, che visto come vanno sinora le cose, non vedo un roseo futuro, ne tanto meno riesco ad individuare quando potremo appuntarla sul petto. Questi mercenari non si rendono conto della maglia che indossano, pronti nel richiedere aumenti sostanziali in qualunque maniera, perché visto l’ultimo periodo, non restituite il vostro salario che non è affatto commisurato a quello che state producendo in campo? Con loro alla stessa stregua dovrebbe farlo il tecnico a cui è stato rinnovato un contratto milionario dopo aver vinto due trofei, ma la cosa principale aver perso uno scudetto. Società che se non si farà sentire, con la perdita di quei 60 milioni derivanti dal piazzamento Champions e altri benefit, il default è dietro l’angolo anche perché il piazzamento nell’Europa secondaria, non da tanti ritorni economici e quindi di sacrifici se ne dovranno fare tanti. Davvero cervellotica come situazione, paradossale direi, per questo farei imparare a memoria a chi entra alla Pinetina, la frase che determina l’essere interista, quella dell’indimenticato presidente Giacinto Facchetti, noi l’abbiamo nel cuore come la tolleranza che stiamo avendo nei loro confronti, basta con le scuse sotto la curva, tiriamo fuori gli attributi se volete essere degni del nostro amore. “…Amala!!!! “Ci sono giorni in cui essere Interista è facile, altri in cui è doveroso e giorni in cui esserlo è un onore. Essere nerazzurri è un traguardo, un segno di eccellenza.
Sprofondo nerazzurro!
Al peggio non c’è mai fine. Ho ponderato un attimo prima di dedicare i miei pensieri a questo ipotetico foglio di carta, ma nulla è cambiato. Il livore però non è scemato, altroché, anzi è aumentato in considerazione dell’ennesimo scempio dimostrato, avendo depauperato per l’ennesima volta quei punti sostanziali per la rincorsa ad un piazzamento Champions che assume quanto mai di vitale importanza, allo stato attuale, per le casse societarie e per l’importanza della nostra storia calcistica. Talvolta si implora alla cattiva sorte che ci sta mettendo lo zampino, sicuramente ci vorrebbe un’esorcista per scacciare da Appiano tutti quegli strali malefici che stanno attanagliando il nostro ambiente, ma la mia opinione è oramai certa, consolidata dai fatti, che se fosse stato un caso sporadico ci si poteva giustamente ancorare alla mala sorte, ma oramai sta divenendo una consuetudine quell’incapacità di finalizzare le tantissime occasioni da rete. Non è di umana concezione la motivazione, secondo la quale non si riesce a trasformare in rete delle facilissime e significative situazioni favorevoli. Appare inverosimile come, pur disputando delle oneste gare e partorendo un gioco tal volta apprezzabile, non si riescono a realizzare delle reti che in altre circostanze sono nel dna di un vero giocatore di serie A, per carità, nulla di fantasmagorico né tanto meno reti da genio del calcio, alcune da realizzare in prossimità della porta avversaria, con la freddezza necessaria da spingere solamente in rete il pallone. Di conseguenza se non chiudi la gara avviene che poi che gli avversari con l’unica occasione creata, poi ti puniscono, questo purtroppo avviene da diverse gare con la conseguenza di punti persi malamente e che ci relegano in posizioni di classifica davvero pericolose. Nel girone di ritorno abbiamo inanellato una serie di gare che sono il ruolino di marcia di una squadra da centro classifica, di chi si è salvato e non chiede più nulla al campionato, tutto il contrario di chi vuole ritagliarsi quello spazio vitale che denota la propria importanza nel panorama pallonaro, non solo italiano ma internazionale. Basti pensare che nelle ultime 6 gare di campionato, abbiamo portato a casa il misero bottino di soli 4 punti sui 18 disponibili. Numeri che decretano realmente uno sprofondo, che appare più verosimile di: inferno nerazzurro! Credo che ormai le chance di risalita stiano pian piano diminuendo, come le attenuanti per calciatori oramai delineati, che credo, verso una partenza per altri lidi, sono certo che non faranno parte dell’Inter del futuro, di questo Lukaku non sappiamo che farne, complice di aver davvero dilapidato occasioni importantissime, degne del Blisset di meneghina memoria. Sul banco degli imputati tantissimi giocatori che sono top solo nel lauto guadagno che percepiscono, mentre in campo tutto ciò non corrisponde alla loro voglia di giocare e invertire lo status quo. Tanti giocatori entrati in campo non dimostrano l’amore per la maglia che indossano, sono sufficienti nelle loro movenze e nel loro impegno e poi credono di meritare maggiore attenzione da tecnico e società. Su tutti quel Brozovic svogliato, che sta dimostrando, specie nelle ultime gare, di essere un corpo estraneo alla squadra e che il suo amore per questi colori è pressoché svanito, complici forse sirene ammaliatrici che promettono di tutto e di più. Altri giocatori che non sono da Inter, ma che potrebbero fare la fortuna di tantissime altre squadre, sono i vari Dumfries: sempre più anonimo e discontinuo, l’involuzione davvero problematica di un Barella sempre più rissoso verso i compagni, si denota la mancanza di tranquillità che sta attraversando il ragazzo, continuando con un giocatore che è assolutamente inutile per la squadra quel Correa davvero inguardabile. Purtroppo il reparto d’attacco è quello più deficitario, dove regna l’anarchia, di Lukaku s’è già accennato alla sua cervellotica forma, ma di un Lautaro Martinez involuto che spreca in ogni gara tantissime occasioni, l’ultima in quel di Salerno dove in un azione non ha fatto valere la sua “presunta freschezza”, difatti era entrato in campo da soli 5 minuti, quando gli è capitato quella palla in profondità, e lui ha visto bene di fare quel tiro degno del miglior Fantozzi, consegnandola in mano al portiere messicano. Un giocatore della sua presunta importanza e lignaggio tecnico, avrebbe dovuto fare sicuramente meglio. Altra involuzione che preoccupa è lo stato emotivo che sta attraversando un altro pezzo da 90 dell’attacco, quel Dzeko che, da cigno do Sarajevo è diventato un paperotto spelacchiato del Lambro, i suoi 37 anni sono un macigno a cui non può esimersi, tant’è che ne risente in velocità sia di pensiero che di movenza, talvolta il cervello ordina una cosa a cui i muscoli non assecondano. Sono tanti i giocatori messi in discussione e con loro un tecnico al quale bisogna far fare una giusta analisi interpretativa, non bisogna sempre esordire in conferenza stampa, con i se e i ma, non si va da nessuna parte, tanto l’incapacità nel segnare anche le reti più semplici è una costante e non bisogna sempre lanciare l’accusa a fattori esterni, lo si può fare una volta, ma non sempre, potrebbe apparire la dipendente scusa dei perdenti. Mazzari docet. Ultima considerazione: s’è detto da più parti e in particolare dai giornalai saccenti, che aprile doveva essere il mese in cui ci si gioca ogni traguardo possibile da raggiungere, facendo la giusta ammissione di colpa, non l’abbiamo approcciato al meglio, 2 punti in due gare di campionato che hanno delineato un’abissale ritardo verso posizioni di prestigio (considerato che avevamo sempre cullato la possibilità del secondo piazzamento), una semifinale di coppa Italia terminata tra i veleni con i torinesi non colorati con il ritorno a Milano a fine mese che favorirà una finale che a questo punto appare davvero importantissima. E poi la madre di tutte le partite, quella gara di andata, in terra lusitana dei quarti di Champions, da disputare con ben altra “cazzimma” usando un eufemismo tipico e noto più ai partenopei che ai lumbard, ma che è sintomatica di chi deve ricercare quegli stimoli giusti per ottenere un risultato a tutti costi. Di mister Inzaghi non voglio approfondire nessun altro discorso, il mio pensiero lo definirò in conclusione di questo fatidico aprile, anche perché le “idi di marzo” non hanno portato nulla di che, anzi hanno determinato lo sfaldamento di una squadra davvero complicata da poter difendere, per il bene di questi colori, auguriamoci il meglio! …Amala!!!!!!