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La sosta ci renderà consapevoli?

La gara con l’Empoli portava in dote una sorta di ammaliante e dolce considerazione che ogni tifoso interista si portava dentro, e cioè: i ragazzi ci faranno trascorrere un fine d’anno in tutta tranquillità, oppure come il solito ci sarà da recriminare e attendere momenti migliori? Bene a bocce ferme possiamo dire che tutto è passato con una gara in terra toscana giocata con momenti di buon calcio, specie nel secondo tempo, alternati come il solito di tantissimi errori tecnici nella prima frazione. Chi segue l’Inter come il sottoscritto, oramai ci ha fatto il callo con queste prestazioni, diciamo che sono la consuetudine, il mio augurio sincero che il prossimo anno si possano fare gare con meno sofferenza e più gioco d’insieme, poiché quando vogliono, lo sanno fare. Siamo certo alle solite, anche l’anno appena trascorso, non si è ancora vista, tranne che in sporadiche apparizioni, la vera Inter e cioè quella squadra che dovrebbe avvicinarsi o per lo meno lottare per il campionato, ma visti i punti di distacco dalla vetta, dobbiamo solo racimolare le briciole con la speranza che, i cannibali bianconeri, ce ne lascino. In società devono finalmente capire che ci vogliono progetti seri e la crescita di quadra deve avvenire in maniera sintomatica, con una programmazione finale al conseguimento di ridurre quel gap, con chi ci precede, che tuttora è davvero abissale. Non mi aspetto granché dal mercato invernale, anche perché se ci fossero dei rimpasti, significherebbe aver mandato alle ortiche tutto quello che è stato fatto in estate, accertando in questo modo d’aver compiuto e programmato ogni cosa con tanta approssimazione. A mio avviso sarà meglio destinare ogni sforzo al prossimo mercato estivo cercando davvero, con acquisti più consoni e utili alla causa nerazzurra, quei giocatori che possano non certo colmare, ma di gran lunga ridurre, quel gap e che sta divenendo sempre più opprimente nei confronti di chi ci precede. Ho evidenziando per ben due volte quel fatidico gap, per il semplice motivo che sento dire da più parti che l’Inter è vicinissima a essere una squadra vicina al vertice, ma io ritengo che non sia assolutamente vero il campo sta decretando, ahimè, tutt’altra storia. Dobbiamo ancora imparare e credere nelle proprie forze, purtroppo la squadra attuale non ha quella fame che avevo visto nella squadra che ha dettato legge per un quinquennio o giù di lì, dove lottavano in campo come una squadra unica e non undici giocatori e parafrasando una frase del trainer di Rocky Balboa in un suo film:… ci vogliono gli occhi della tigre! Questi ragazzotti al cospetto miagolano, per vincere qualcosa di sostanzioso bisogna ruggire. Oramai anche quest’ultima partita del girone d’andata e con esso anche quest’anno che ha rivisto la nostra apparizione, seppur fugace, nella coppa che conta, quella Champions che è rimasta una ferita aperta per troppo tempo. Il 2018 si chiude con 70 punti in 38 gare di campionato, fin qui sarebbe un risultato da non disprezzare se non ci fosse il distacco con la prima, manca a dirlo, la Juve che ha totalizzato nelle stesse gare ben 101 punti. A questo mi riferivo nella diversità di espressioni e di opinioni, questo baratro si deve colmare altrimenti continuerà a essere una misera comparsa in un campionato che diverrebbe sempre più una chimera. Concludo con gli auguri per un 2019 proficuo per ogni tifoso nerazzurro che sogna il ritorno di scena della nostra cara e amata Inter, perché solo chi ama riesce a difenderla ovunque e dovunque. Auguro in nome dell’Interclub Fano, di cui mi faccio portavoce, a tutti voi e alle vostre famiglie che il nuovo anno sia foriero di ogni bene e che realizzi ogni vostro desiderio…   Amala!!!!

                                                               Antonio Dibenedetto

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Le urla di San Siro!!!


Scritto Da il 27/Dic/2018

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Le urla di San Siro!!!

Ennesima giornata amara, quella vissuta ieri sera dal calcio italiano, in considerazione che non c’è alcun vessillo né tanto meno il senso di appartenenza, che possa giustificare il brutale comportamento compiuto da alcune frange di pseudo-tifosi. Ora che tutto si è consumato dinanzi agli occhi di tutti, con l’assurdità becera di queste persone che non amano di certo il più nobile gioco “pallonaro” tramandato negli anni, ma che ha già, nella giornata odierna, ottenuto quella fama, di cui avrebbe fatto certamente a meno, sui maggiori quotidiani sportivi europei. A tutto questo se poi vogliamo aggiungere che una persona ha perso la vita, tra l’altro tifoso interista, investito da un SUV di tifosi interisti, la serata sarà ricordata per ciò che è avvenuto, non certo per la spettacolarità della gara, ma da tutto ciò che esula dal gioco del calcio, e cioè dagli assurdi scontri tra tifosi. Una pausa di riflessione è d’obbligo: ma è possibile che per andare allo stadio e tifare la propria squadra del cuore, bisogna sacrificare sull’ara dell’ignoranza, la propria vita per colpa di personaggi che non hanno nulla del vero tifoso? Mi rendo conto che non c’è una risposta plausibile, che è un discorso puramente utopistico, ma ritengo che ognuno abbia il diritto di tifare per la propria squadra, in qualunque parte e in qualunque città, sempre che siano rispettati i così detti canoni della buona educazione e della decenza. Così però non si può andare avanti, bisogna avere il coraggio di fermare la “giostra”, ci vuole la determinazione di dare una scossa a un ambiente che sembra sempre più intorpidito da false promesse mai mantenute. Ritengo siano state giuste le parole in conferenza stampa del tecnico partenopeo, Ancelotti, bisogna dare un segnale e abbandonare il campo, non è assolutamente giusto scagliarsi contro chi in campo lotta e suda per i propri colori, con cori razzisti che hanno, in un’epoca dove si vuole dare un segnale d’integrazione e socializzazione, una connotazione simile a una nota davvero stonata! Tutti gli spettatori assiepati sugli spalti, avrebbero dovuto ribellarsi a quell’ululato stupido e offensivo contro chi ha un colore della pelle diverso dal nostro. Non è giusto né normale, assistere ancora a questi cori e segni d’inciviltà, ci vuole un pugno fermo anche delle società, senza guardare in faccia a nessuno, neanche al proprio tifoso se commette queste insulse attestazioni a sfondo raziale, bisogna avere il coraggio di dire basta e dare un segnale forte a tutto l’ambiente. Si doveva stoppare la gara, l’arbitro su segnalazione della Procura federale aveva il dovere, anzi l’obbligo, di dare un segnale e fermare ogni cosa e magari facendo riprendere, a bocce ferme, la gara dopo qualche minuto, in modo che quelle stupide persone che avevano procurato quel malessere fossero identificate e allontanate quindi riprendere la partita, per il bene del calcio fine a se stesso. Questa gara ha avuto il prologo di un presidente, quello dei partenopei, che ha caricato l’ambiente con considerazioni non certo benevole e brillanti nei confronti del direttore di gara designato, questo certo non ha agevolato nessuno e se De Laurentiis voleva creare polemiche inutili, c’è sicuramente riuscito. Lui è un maestro nel fomentare e vedere tutto il male possibile, in ogni cosa che si avvicina all’ambiente azzurro, caricando a mille una gara che poteva e doveva essere solo una gara di calcio, in palio non c’erano trofei, ma solo tre punti per andare avanti in classifica. Ora ci s’interroga sul day-after e sono sicuro che saranno prese severe misure di coercizione, come ha già espresso il Questore di Milano, nei confronti dei tifosi nerazzurri che non potranno seguire la propria squadra in trasferta, una sorta di “daspo collettiva” per molto tempo in questo campionato. La spada di Damocle però incombe anche sulle partite casalinghe, dove sarà chiusa anche la curva del tifo organizzato nerazzurro, per ben quattro gare di campionato nel mezzo anche la gara di coppa Italia con il Benevento. Se questo vuol dire eliminare il problema o per lo meno circuirlo, allora ben vengano queste misure preventive, ma devono essere continue e simili per ogni frangia di tifoso estremo e non vorrei che quello nerazzurro fosse preso come capro-espiatorio, allora tutto sarebbe assolutamente vano. Avrei preferito sicuramente parlare di calcio giocato, di un primo tempo ben governato dall’Inter, di una ripresa ben più equilibrata, vuoi per l’allungamento fisiologico delle squadre in campo, ma più piacevole per intensità sotto vari punti di vista sino alla rete, sul fischio della sirena, di Lautaro Martinez. Tutto in pochi minuti per il ragazzo argentino che di forza, di cattiveria e di nervi, all’ultimo respiro, quando il Napoli seppure in dieci, gonfio di rabbia per l’espulsione del suo centrale difensivo, stesse provando a prendersi la partita o per lo meno un punticino, ecco la zampata risolutiva del campione, su fantastico velo di Vecino. Mi chiedo in conclusione, ma cosa deve fare ancora questo ragazzo per meritarsi lo spazio che merita? A Spalletti l’amara risposta, anzi l’ardua sentenza, che sono sicuro cadrà nuovamente nel vuoto, tanto… Amala!!!!

                                                               Antonio Dibenedetto

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Un panettone … amaro?


Scritto Da il 23/Dic/2018

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Un panettone … amaro?

Siamo alle solite, anche quest’ultima partita è da annoverare in quelle della vasta gamma dei “vorrei ma non posso”, sarà per la scarsa capacità di chiudere gli incontri quando si ha il pallino del gioco e la capacità di creare tanto, ma di realizzare il minimo sindacale, sarà per la presunzione che attanaglia questa squadra di poter vincere con il minimo sforzo. Non ci siamo nel modo più assoluto, ennesima occasione sprecata non si può gettare alle ortiche una gara vinta sino al novantunesimo. Il Chievo all’ultimo istante ha trovato una giocata magistrale accentuando, di fatto, i nostri problemi di concentrazione, perché l’essere recuperati in questo modo da un giocatore, sebbene super, ma di quasi quarant’anni che ha bruciato sul tempo i nostri baldi giovanotti della difesa e con un pallonetto magistrale ha superato Handanovic, brucia eccome!  Una gara ben giocata dai nostri in cui si sono intraviste cose davvero belle, ma anche tantissime sbavature e con giocatori che secondo il mio modesto parere davvero sopravvalutati. Vorrei solo capire chi è quel genio che ha intravisto potenzialità in Joao Mario tali da spendere oltre 40 milioni di euro? Di calciatori così in Italia ce ne sono migliaia e forse anche molto meglio, secondo me in molto hanno guadagnato laute commissioni per quest’acquisto. Anche ieri il portoghese è apparso davvero estraneo al gioco, sempre in ritardo specie nelle due occasioni che ha avuto a disposizione e che avrebbero potuto davvero cambiare le sorti dell’incontro. Solo quel genio di Spalletti non si è accorto che questo giocatore è divenuto un peso per questa squadra, specie quando lo preferisce a giocatori più motivati. Altra considerazione ma possibile che Spalletti non riesce a trovare alternative valide all’ingresso di Lautaro Martinez che fare uscire da campo Politano? Il ragazzotto italiano è l’unico che spinge sulla fascia, mentre il portoghese seppur cincischiando a centrocampo, rimane in campo più del dovuto. Non riesco più a valutare questa stagione, davvero altalenante, credo che non possa essere per niente paragonata alla prima parte dello scorso campionato, ma con questi chiaroscuri, e se i dovuti raffronti che tal volta sono veritieri, chissà cosa potrebbe accadere se non si riesce a centrare l’ambito traguardo. Certo lo scorso campionato abbiamo avuto la fortuna di vincere nell’ultima giornata e complice tanti risultati a nostro favore, ci siamo riusciti forse a discapito di chi realmente meritava quel piazzamento. Tanto quest’anno tutto è compromesso siamo dietro anni luce rispetto ai bianconeri torinesi, e siamo solo al girone d’andata, di questo passo a fine campionato ci sarà un baratro incolmabile tra noi e loro. E’ anche vero che c’è una coppa Italia da onorare e un’Europa League che da più parti si dice che bisogna vincerla per dare un senso a tutti questi anni bui. Tutto è plausibile ma bisogna giocare da squadra e con tanta convinzione nei propri mezzi senza sbavature essendo bravi e cinici sfruttando anche il più piccolo errore, ma con questa squadra sarà molto difficile a maggior ragione con un tecnico che in Italia non è vincente per nulla, cosa potrà dare alla squadra la sua esperienza di sconfitte decisive?  Affermo sempre i soliti concetti oramai triti e ritriti, ma tutte le volte sono sempre all’ordine del giorno, il cielo sa quanto vorrei sbagliarmi e dire pubblicamente che Spalletti è un grande allenatore vincente, ma allo stato attuale mi è davvero difficile esternarlo. Ultima considerazione nel giorno di Santo Stefano ci tocca una gran bella gara contro il Napoli, sarà l’ora di poter vedere in campo una squadra ben motivata, perché se il Natale si appresta a essere vissuto con un po’ di amaro in bocca, speriamo che la fine e l’inizio del nuovo anno sia in ceto senso migliore…AUGURI a voi tutti dall’Interclub di Fano di cui mi faccio modesto portavoce. … Amala!!!!

                                                               Antonio Dibenedetto

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Una vittoria di… rigore!!!


Scritto Da il 17/Dic/2018

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Una vittoria di… rigore!!!

Parafrasando il titolo mi verrebbe da esternare il desiderio di usare, per la gara disputata sabato pomeriggio, un giudizio molto rigido quasi da voler assumere un certo rigore per una squadra vittima del suo destino. Bisognava incanalare la stagione verso la giusta via e riprendere un certo discorso interrotto in quel di Torino, dove si è disputata una gara a tratti gagliarda, al cospetto dei primi della classe, ma quella è tutt’altra storia di cui abbiamo già avuto modo di discutere; bisognava concentrarsi sull’immediato che aveva ancora il sapore del bianco e nero, ma di tutt’altra caratura. Cosi dopo aver trascorso parte della settimana a leccarci le ferite per un’estromissione dalla Champions giunta solo per nostri demeriti, forse speranzosi di un aiuto dalla Spagna che stava pur arrivando, ma in fondo forse è giusto così, oltre ad essere tifosi bisogna innanzitutto essere sportivi e i tantissimi mea culpa devono essere indirizzati verso chi ha creduto in un pari risolutivo a Londra. Ho sempre sostenuto chi è causa del suo mal pianga se stesso, quindi mio caro Spalletti la presunzione di poter contenere una squadra a reti inviolate dopo che a San Siro ha fatto vedere di che pasta era fatta, inutile quindi recriminare se una masnada di ragazzotti (PSV) ha impedito una vittoria tanto agognata e forse troppo facilmente preventivata, ma, di fatto, mai supportata con validi argomenti. Chi vuol vincere deve saper attaccare con criterio, sapendo che quella che si sta giocando è la partita da vincere contando sulle proprie forze, senza aspettarsi regali da nessuno, invece, sappiamo tutti com’è andata. Secondo me meglio così, non siamo ancora una squadra che si può misurare con le migliori sedici d’Europa, certo ci tocca l’Europa di scorta, che vincendola non sarebbe per niente male, ma questi sono sogni che vanno realizzati con tanta forza di credere in quello che si fa e non solo per il semplice motivo che ti chiami Inter. Comunque le somme saranno tirate a febbraio quando ci si ripresenterà l’ostacolo Rapid Vienna, questo è il nome che è venuto fuori dall’urna di oggi nei sorteggi, inutile gioire ora per l’impegno che dovremo affrontare, ci penseremo a tempo debito. Per ragion di cronaca era giusto affrontare questa spina europea, che continua a rimanere ben conficcata nell’ego di ogni interista, però è anche vero che la gara di campionato è stata da salvare solo per il risultato, una vittoria ottenuta grazie ad alcuni fattori, che sono apparsi nell’economia della gara stessa, ben decisivi. In primis bisognava ripartire bene in campionato ma, la gara disputata in alcuni tratti scialba, ne è stata la dimostrazione. Ne è la dimostrazione se si pensa che abbiamo sconfitto una modesta Udinese che prima di tutto ha pensato a non prenderle, solo per un rigore giusto ma convalidata grazie solo al Var. Si continuano a fare errori improponibili per giocatori di simile caratura, inaccettabili per chi calpesta i campi della massima serie, poche le occasioni nitide, da rimarcare una bella azione solo al ventisettesimo del primo tempo e prima? Il nulla assoluto e anche dopo e se poi Icardi non finalizza di testa una rete già fatta, ecco il giusto completamento di una gara disputata senza quel fuoco ardente della vittoria prima di ogni cosa. E’ Spalletti di cosa si preoccupa? Di avere ancora il consenso della società in maniera incondizionata, ma in questi casi ci vuole ben altro, sono altre le preoccupazioni, prima di tutto non bisogna dormire sugli allori, qualora ce ne fossero, che hanno tante di quelle spine da dar fastidio anche al più temerario dei fachiri. Bisogna poi creare nella squadra una sorta chiarezza e d’inequivocabile fermezza nei titolari più in condizione e far accomodare in panchina chi arranca e non sarebbe sbagliato dare un po’ di riposo a chi non attende altro, vero Perisic? Ma anche Asamoah apparso in confusione nell’ultimo periodo, purtroppo non sono un tecnico e non ho una formazione come la sua, ma far giocare in un centrocampo simile e in contemporanea sia B. Valero e Joao Mario, che non sono certo dei fulmini e con il gioco che propongono talmente lento che, contro chi si schiera come un muro dinanzi alla difesa, non è per niente cosa facile. Sono tanti però i quesiti che ritornano a galla specie quando ci s’inceppa in prestazioni mediocri, e il caso che il nostro caro Spalletti si preoccupi maggiormente di chi spende soldi per andare allo stadio, sfidando freddo e costi meritando maggiore considerazione nell’assistere uno spettacolo degno senza soffrire sino all’ultimo, certo nel nostro pedigree la sofferenza è sintomatica, ma per queste festività si potrebbe cortesemente farne a meno?…..Amala!!!!

                                                                                           Antonio Dibenedetto

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Fermi al…. palo!!!


Scritto Da il 10/Dic/2018

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Fermi al…. palo!!!

Siamo alle solite, come dicevano le persone anziane di un tempo, a questa squadra manca sempre un centesimo per fare una lira. Quando sembrava che tutto avrebbe potuto girare nel verso giusto, ecco che alcune scelte davvero sbagliate, per usare un termine gentile, hanno fatto la differenza. In un venerdì atipico si è vissuta una sana sensazione di aver messo il bavaglio ai campioni d’Italia, ed è subentrata la coerenza che ci sarebbe stata la possibilità di portare a casa un risultato positivo, invece… va bene partiamo dall’inizio. La vigilia era stata vissuta con la sensazione che il derby, come dai più definito, d’Italia, potesse essere la madre di tutte le gare di campionato, e secondo me in molti hanno creduto che ci sarebbe stata anche la possibilità di un’apertura del campionato dando una vana speranza a chi segue. Come però accade in questi casi ci sono sempre dei fattori determinanti, e ogni gara ha sempre la sua storia diversa in ogni circostanza. Come spesso ci accade in questa stagione a un tempo giocato in modo degno, si contrappone un altro farcito di tantissimi errori di valutazione, di palleggio, di concentrazione e se vogliamo dirla tutta anche di cervellotiche disposizioni dalla panchina. Lo squadrone torinese nella prima frazione di gioco è stato ben contenuto, e se le occasioni migliori per passare in vantaggio sono state di marca nerazzurra, questo vuol solo significare che per gran parte della gara siamo stati sul pezzo. Il primo tempo è terminato con il classico risultato a occhiali solo per una mera questione di centimetri, vero Gagliardini? Che errore aver sprecato quella ghiotta occasione da rete. Anche la ripresa aveva lo stesso tema, tant’è la prima occasione migliore era capitata sui piedi di un ottimo Politano, ma ecco la cervellotica scelta del nostro tecnico, cosa fa? Toglie dal campo l’unico giocatore che era capace di saltare l’uomo per far entrare un B. Valero che certo al pallone da del tu, ma credo che abbia avuto più senso togliere J. Mario inutile la sua gara sia sulla fascia sia a centrocampo. Certo la Juve non è stata a guardare, ha macinato gioco sulle fasce, spingendo con il rimpianto Cancelo autore di una bella gara. Man mano che il tempo trascorreva l’Inter perdeva le sue certezze mentre la Juve ha sempre creduto in una vittoria che era alla sua portata, ed ecco una discesa sulla sinistra con un bellissimo cross al centro ha trovato la più classica dell’incornata dell’ariete Mandzukic, certo tutti aspettavano Ronaldo invece il risolutore è stato proprio il croato. Comunque chi può vantare tante pregiate frecce nella propria faretra, può stare sicuramente tranquillo, tanto alla fine qualcosa accade con quei ragazzotti davanti. Invece Spalletti ha perso l’ennesima occasione per far vedere a tutto il mondo pallonaro, di che pasta è fatto. Tutti hanno potuto costatare che è una persona senza attributi, capace di mettere in campo una squadra sempre allo stesso modo, non riesce a trovare la così detta quadratura del cerchio, specie nelle gare che contato il doppio! Non si possono mettere in campo giocatori che sembrano demotivati, che appaiono di sotto il loro standard di gioco, sembrano essere la falsa copia di quei calciatori che sono stati decisivi nel passato, e non parlo di tantissimo tempo fa, mi riferisco allo scorso campionato, nella fattispecie uno spento Perisic che non riesce più a trovare il bandolo della matassa rimanendo quasi ai margini del gioco d’insieme, avulso da tutto e quasi un corpo estraneo. Mi chiedo, ma non è che riproponendolo in continuazione, e in questo modo, non si finisce per perderlo nella maniera definitiva?  Forse per le sue dichiarazioni di voler cambiare aria, attratto dalle sirene inglesi, non fa altro che risparmiarsi, mentre in nazionale appare più motivato e francamente è tutt’altra cosa. Non tutto è compromesso, abbiamo dimostrato di esserci in campo, non siamo andati a Torino per fare una gita oppure la vittima sacrificale sull’ara della rassegnazione! Spalletti deve avere il coraggio delle proprie azioni senza dichiarare a quattro venti cose insulse, tutti hanno visto che è stato lui in primis a errare e tutto è girato intorno e a causa dei suoi errori, ci vuole più coraggio, non bisogna scendere in campo con la paura di osare! Archiviato il campionato per ora, dobbiamo avere la massima concentrazione nel prossimo martedì, ultimo appello di una Champions che spero non ci sfuggi all’ultimo istante, bisogna prima di tutto battere gli olandesi sperando che ciò non risulti vano e tenendo ben teso l’orecchio verso il Camp Nou, in attesa che giungano buone notizie da Messi e compagni, è ora di stringersi tutti insieme nella consapevolezza che questa volta non dipenda solo da noi! ….Amala!!!

                                                      Antonio Dibenedetto

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