
Campionato al… veleno!!!
La tranquillità d’animo non appartiene di certo al popolo nerazzurro, ma in periodi come gli ultimi, anche in seno alla società di Corso Vittorio Emanuele, non v’è pace. L’ultima vicenda occorsa all’ex capitano Icardi, non fa altro che acuire quell’impotenza sportiva per un gioco che non decolla e con risultati che tardano ad arrivare e nel frattempo trasmette a tutto l’ambiente ancor più frustrazione. Certo non si può avere tutto questo è vero, ma almeno riconoscere e tifare una squadra che in campo si comporti come tale. Accade però che in momenti come questi, bisogna essere maggiormente concentrati, pensando solo al campo tralasciando ogni altra sorta di coinvolgimento, per il semplice motivo che le altre squadre stanno raggiungendo quello stato di forma, che purtroppo per noi sembrerebbe svanito specie a carattere emotivo e mentale. Non dobbiamo mollare di un solo centimetro, rimpinguando le distanze numeriche che ci separano, perché si stanno avvicinando pericolosamente a quel posto al sole tanto ambito, il piazzamento Champions, ma se ti manca la necessaria serenità e lucidità, tutto potrebbe essere vano. Non voglio per questo entrare nel merito societario degli ultimi accadimenti, della motivazione secondo la quale è stata tolta la fascia di capitano a Icardi e del suo mancato rinnovo, io come tanti altri tifosi nerazzurri vogliamo solo vedere giocare e bene la squadra, ma credo che il tutto potesse essere gestito molto meglio e magari sciorinando i panni sporchi in casa senza catapultare ogni odore o alone fuori dalla finestra alla mercé di cattive lingue che non aspettavano altro per denigrare ancor di più tutto l’ambiente. Oramai la deduzione che ogni persona, che ama questo sport, si fa in modo sistematico e che il mondo calcio ha raggiunto margini di empatia davvero irreversibili, dove il profitto supera di molto l’amore e l’attaccamento a un sistema, una società, una maglia. Mi rendo conto che magari saranno discorsi utopistici, ma sono solo di chi è innamorato di questo sport cui altre considerazioni non interessano minimamente, il calcio deve essere vissuto in modo sereno e deve essere scevro da tutti quei discorsi monetari che ahimè, vengono però prima di ogni cosa. La gara di ieri ha vissuto, come spesso ci sta accadendo negli ultimi periodi, di tempistiche calcistiche caratterizzate da tantissimi errori e mancanza di quell’opportuna lucidità interpretativa di un calcio non sempre lucido e reattivo. Certo la Samp ha un discorso pallonaro davvero eccellente e un gioco proposto da un ottimo allenatore, ma si è rivista a tratti, finalmente, la nostra forza e la voglia di sovvertire ogni malefico sortilegio negativo che si stava compiendo in campo, specie nel pareggio repentino doriano, è stato reso vano con un guizzo di quel giocatore tanto bistrattato il belga Nainggolan che specie nelle ultime gare sta cercando di riemergere da una situazione personale non proprio positiva. Certo tutto l’ambiente ha bisogno che questi giocatori ritrovino il loro stato di forma migliore, su tutti anche lo stesso Perisic la cui classe non è mai stata messa in discussione, forse il suo impegno questo sì. Credo che pian piano sono sicuro ne verremo fuori, l’importante non fare acquisire terreno da chi ci segue, sarebbe davvero deleterio perdere posizioni importanti. Concludo con una considerazione che il futuro non è ancora stato scritto, saremo noi gli artefici del nostro destino di quello che sarà, se saremo bravi e coerenti, avremo ragione, altrimenti… non oso immaginare quello che potrebbe essere in caso contrario! ….Amala!!!!
Antonio Dibenedetto
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Sarà la volta buona?
Parma rappresentava una svolta per i colori nerazzurri, e guardando ciò che stava accadendo in campo, in quel del Tardini nel primo tempo, i buoni propositi per l’ennesima gara della svolta, di noi tifosi stavano divenendo sempre più vani. L’approccio alla gara era stato davvero disastroso, con continui e soliti errori d’insieme che potevano non essere che il preludio di un’ennesima figuraccia. Come però avviene in questi casi il brutto anatroccolo del primo tempo, che era per diversi tratti della gara in balia dell’avversario, si è trasformato in un cigno, non ancora bellissimo per carità, ma almeno che si lascia guardare! Credo che negli spogliatoi sia accaduto l’imponderabile, forse tutti i convenuti si sono guardati negli occhi decidendo che non potevano continuare a giocare in quel modo, il baratro dell’indecenza era lì a portata di mano e credo se ne siano resi conto, quindi peggiore di così! In quelle poche decine di metri quadri secondo me è avvenuta una vitale metamorfosi, nella ripresa avrebbero dato molto di più con la consapevolezza che avrebbero potuto dare realmente quello che noi tifosi aspettavamo da qualche tempo: un gioco degno di questo nome! Non credo comunque che l’artefice principale possa essere stato Spalletti, altrimenti l’avrebbe fatto molto prima che nascesse questa incresciosa situazione, ma siccome non possiamo neanche affermare il contrario, diciamo che i meriti di questa svolta siano da condividere tra tutti nello spogliatoio. Si è rivisto, finalmente quello spirito di squadra che si era, senza una motivazione logica, sopito e che finalmente è rinato. Tutto questo entusiasmo però spero non si rovini in considerazione della domanda che ognuno che vuol bene a questa squadra si pone, fino a quando? Certo in questo campionato abbiamo vissuto momenti esaltanti e tanti altri davvero deprimenti, con il timore che tutto ciò non sia svanito del tutto in considerazione che il peggio è sempre in agguato e possa divenire un’ipotetica normalità. Mai come quest’anno che doveva sancire il nostro rilancio, il ritorno in quella Champions che ci vedeva orfani da diversi anni, sarà etichettato come il torneo dei “vorrei ma non posso”, per le innumerevoli occasioni gettate al vento di poter disputare un torneo da protagonisti. Con questo non dico che avremmo potuto vincere il campionato, tanto quelli lì sono avanti anni luce, ma almeno lottare quasi ad armi pari, senza lasciargli una strada così libera, scevra da ogni ostacolo, senza che nessuno si frapponesse tra loro e l’ottavo titolo, questo era del tutto inconcepibile! Citando una frase celebre della “Canzona di Bacco” di Lorenzo de’ Medici, che recitava: “…del doman non v’è certezza…” ma con l’Inter non si è mai lieti e l’incertezza è sempre dietro l’angolo, purtroppo. Noi tifosi attendiamo con ansia che la nostra cara e amata Inter si riprenda quel ruolo che le compete e che ogni timore di una possibile ricaduta si disperda al più presto, certo con una vittoria non si può certo asserire che la guarigione è sicura, ci vuole tanto lavoro e sacrificio, ma questi giocatori sapranno dare seguito a quello che hanno fatto vedere in un bel secondo tempo a Parma?… Ai posteri l’ardua sentenza, noi attendiamo la svolta necessaria con veemenza!!! ….Amala!!!!
Antonio Dibenedetto
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…Inguardabili!!!
Per analizzare al meglio la domenica calcistica, bisogna partire dalla fine. Novantesimo minuto e oltre, il direttore di gara emette il triplice fischio che sancisce la giusta conclusione di un’ennesima partita buttata al vento e giocata in modo scellerato, evidenziata dalla bordata di fischi piovuti dagli spalti. Certo che al peggio non c’è mai fine o meglio non ci si abitua, eppure quei cinquantamila tifosi assiepati sugli spalti, hanno creduto in quest’accozzaglia di giocatori, che in campo non ci mettono neanche un briciolo di cuore, passeggiano come se fossero in gita nella piazza del paesino, giusto per perdere tempo. Questi atteggiamenti non meritano di certo l’amore incondizionato di chi crede oltremodo in questi colori, bisogna avere il coraggio delle proprie azioni e dei propri comportamenti, ci sono delle situazioni imprescindibili da quello che si guadagna lautamente. Il calcio, dicono chi conta maggiormente, in buona sostanza i filosofi pallonari, che è una scienza esatta, certo bisogna correre in campo e per vincere bisogna far entrare, quella strana palla che, calciandola con piedi e testa deve insaccarsi nella porta, cosa che ultimamente non ci riesce più. Il 2019 è nato con una strana congiunzione astrale che puntualmente ci fa arrancare, ancor più di altre volte, in modo impressionante in qualunque competizione, in qualunque gara ci si appresta a disputare. Si vede che questa squadra non è del tutto tranquilla, che ci sono delle evidenti crepe nello spogliatoio, di un manipolo di giocatori che non seguono più le direttive del loro allenatore, che dal canto suo si limita a riversare consigli e direttive in modo passivo, senza mordente, passeggiando nervosamente nella zona delimitata in prossimità della propria panchina. Mi chiedo, purtroppo è un po’ di tempo che questo quesito, come un tarlo mi scava nella mente, ma un allenatore degno di questo nome, possibile che non riesca a capire quand’è il momento di voltare pagina? Non si rende conto che oramai è solo un “sopportato” e sino a quando questa situazione potrà andare avanti? Marotta nelle ultime dichiarazioni ha dato, in nome della società, un’incondizionata fiducia al tecnico, sarà ma io continuo a non crederci, anche perché sabato c’è uno scoglio non indifferente che si presenterà sulla strada nerazzurra, anzi i meneghini saranno di scena in quella via emilia, tante volte indigesta. Non credo che sarà molto semplice superare i gialloblù parmensi, e giocando in questo modo, secondo me sarà pressoché impossibile. Io non mi sono accanito contro un tecnico, anche se è stato sopravvalutato ben oltre i suoi propri meriti, e credo d’interpretare il pensiero di tanti altri tifosi nerazzurri se sottolineo che se una persona crede di poter eseguire al meglio il proprio lavoro, con professionalità e padronanza della materia, non si presenta in conferenza stampa additando, a colpe estranee e non alla propria incompetenza, la sconfitta della gara dovuta a situazioni caratteriali sbagliate dei suoi giocatori, oppure al terreno di gioco non in condizioni perfette oppure all’approccio sbagliato dei suoi giocatori alla gara. Ritorno sempre sulla stessa situazione, ma dovrebbe essere il tecnico a scegliere al meglio i giocatori da mandare in campo, lui li segue negli allenamenti settimanali e sempre lui dovrebbe essere colui il quale ha il compito di motivarli nell’approccio alla gara di turno. Certo da più parti la risposta da dare in questi casi è, che non scende di certo lui in campo, questo è vero, ma se le sue indicazioni vengono disattese ci sarà pure un motivo, se la squadra non lo segue da cosa sarà dipeso? Ultima analisi in conferenza stampa non ci si presenta sventagliando dinanzi ai cronisti la considerazione che oramai l’Inter non vince titoli da diversi anni, quindi la situazione attuale è del tutto normale, ma questo per lui non deve essere un alibi, anzi se è stato scelto lui, era per sovvertire quest’andamento. Ennesimo atto che attesta che quest’allenatore non sarà mai un vincente. Per quanto mi riguarda la società, dovrebbe guardare un attimo a chi comanda in Italia, chi ha un assetto societario ben consolidato, che ha una struttura di squadra come pochi e se poi sono tantissimi anni che vince ci sarà pure un motivo? Forse con l’arrivo di Marotta ci sarà la svolta, ma bisogna fare in fretta e con coerenza bisogna lavorare per venirne fuori, non sono la persona giusta per dare consigli ci sono persone più competenti di me, ma sarà il caso di mettere da parte ogni diatriba interna tra calciatori e far capire che ancora si è in tempo per salvare il resto della stagione, bisogna però volerlo senza isterismi e lottare in campo come una squadra e se ci sarà bisogna di dare un segnale forte a tutto l’ambiente, tocca farlo, magari prendendo un traghettatore e a giugno cambiare tecnico. L’uomo giusto secondo me potrebbe essere il mitico “Chucu”, quel Cambiasso che già da giocatore sembrava un allenatore in campo, a volte la storia si può scrivere con sacrifici estremi, ma allo stesso tempo, assolutamente necessari. Tanto peggio di così ….Amala!!!!
Antonio Dibenedetto
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Siamo alle solite!!!
Credo che dopo la gara di ieri sera ogni tifoso abbia smesso di credere, in modo incondizionato, in questa squadra. Oramai anche il minimo barlume di speranza di vederla giocar bene è pressoché vana. Della squadra che ha calcato il terreno di gioco del Comunale di Torino, nella giornata che festeggiava il centenario della nascita dell’immenso Valentino Mazzola, sicuramente ci si sarebbe atteso uno spettacolo migliore per onorarlo. Invece quel che è accaduto è stato del tutto deprecabile. Dicevo poc’anzi, di quella squadra nerazzurra scesa in campo, non ne avrei salvato neanche uno macché, ovvio stessa sorte sarebbe toccata anche all’allenatore meneghino, che continua imperterrito nel presentare quest’accozzaglia di giocatori inguardabili, senza mordente in balia di un avversario non del tutto trascendentale, cosa che si è spesso verificata quest’anno. E’ assurdo pensare che questi presunti campioni, forse solo per i loro lauti stipendi, abbiano un impatto sulla gara di turno davvero modesto quasi come una squadra amatoriale che deve disputare una gara, seppure controvoglia, perché comandati, altrimenti… ma la cosa però che faccia imbestialire ancor più ogni persona che tiene a questi colori e che poi Spalletti si presenta in conferenza stampa, con quella sua strafottente sicumera, sciorina spiegazioni che di logico non hanno davvero nulla. Incolpando per il risultato negativo della gara solo a fattori esterni, non imputa nulla alla sua mancanza di capacità di allenare, di motivare e tenere sulla corda giocatori che mentalmente sono al minimo consentito. Riflettendo mi viene da pensare ma questa persona è davvero così oppure ci fa? Non si rende conto che il più grande gesto, che potrebbe fare è di presentare le proprie dimissioni, tanto è palese a tutti che la squadra non lo segue più da un pezzo, né tanto meno segue le sue cervellotiche impostazioni di gioco. Neanche se vincesse tutte le gare di qui sino alla fine del campionato, potrebbe ristabilire la sua posizione da tecnico nerazzurro. Secondo un mio modesto parere l’errore è stato compiuto da una società, assente ingiustificata, che come premio gli ha ratificato l’allungamento del contratto. La risposta viene spontanea: ma premio de che? Si è qualificato in Champions per il rotto della cuffia con uno score in campionato davvero altalenante, conseguita per la logica conclusione più per colpa di altre squadre ancor più scarse della nostra che non per i giocatori, ma sicuramente a causa di un non gioco sviluppato e messo magistralmente in campo da chi li allena settimanalmente. Spero in società che qualcuno abbia il coraggio di dire al signor Spalletti di accomodarsi e mettersi da parte, anzi secondo me, gli farei pagare anche i danni, per acquisti voluti e risultati davvero vani e inutili (vedi Nainggolan) e definiti, con insistenza, utili al suo gioco, che fra l’altro non si è mai visto! Mi rendo conto che è difficile trovare una spiegazione logica per decifrare questo stato d’animo davvero frustrante, è bastato un buon Torino e neanche così arrembante come tante altre volte s’è visto, per avere la meglio di una squadra, l’Inter, davvero devastata nel morale, credo che comunque il signor Spalletti debba vedersi qualche filmato di squadre che realmente giocano al calcio e con questo non mi riferisco all’altra sponda di Torino, l’esempio tangibile può essere l’Atalanta e la Sampdoria. Queste squadre hanno dei tecnici che sanno davvero mettere bene in campo le loro rispettive squadre, e quando giocano, si vede che è calcio quello che interpretano, non il nostro! Penso, anzi credo, che i precursori di questo fantastico gioco guardando una nostra gara si rivolterebbero nella tomba dall’apatia. Grazie signor Spalletti per le continue figuracce che ci stai facendo fare, tutto merito del tuo bagaglio tecnico-tattico che possiedi, sei un perdente in Italia e lo stai dimostrando ripetutamente. E’ rimasto un ultimo appiglio giovedì, mi raccomando pianifica la nostra uscita anche dalla Coppa Nazionale, ci vuole ben altro per affrontare una bella Lazio che ieri sera per lunghi tratti della gara ha messo sotto i primi della classe, perdendo in modo davvero immeritato. Io non guardo all’Europa League tanto del tempo ci vuole, ma continuando con quest’autostima che oramai è sotto i tacchi, chissà se potrà salvare una stagione sin qui tormentata. Speriamo che arrivi in fretta questa benedetta chiusura dell’appendice di calciomercato, che tutto si definisca al più presto e chi vuol rimanere lo faccia con cognizione di causa altrimenti che vada via, di mercenari gli annali ne sono pieni, vero Perisic? …l’Inter merita altro!….. Amala!!!!
Antonio Dibenedetto
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NON CI SONO FOTO DISPONIBILI AL MOMENTO CHE POSSANO CARATTERIZZARE LA GARA
Mediocrità…latente !!!
Anche la gara di ieri sera ha vissuto con i consueti alti (pochi) e bassi (davvero tanti e imbarazzanti) che sono stati purtroppo la costante delle nostre partite sinora, figli di un gioco inutile e disarmante, senza schemi e nessuna convinzione di poter sconfiggere l’avversario di turno, un bel Sassuolo che ci ha messo alle corde, con un gioco davvero apprezzabile e tanta corsa. Tutto ciò deriva anche dalla considerazione che la nostra prima azione (forse l’unica) di gioco ben orchestrato è avvenuta solo al trentesimo del primo tempo: questo è tutto dire. Credo però che questa volta sia opportuno dare la precedenza ad altro e non analizzare la nostra misera gara, lasciando prima di tutto le dichiarazioni della vigilia del nostro tecnico. Come tutte le altre volte si è presentato in conferenza stampa con la solita seraficità e dopo le prime schermaglie, ha dichiarato, presentando l’incontro: “Non so quanti punti faremo nel girone di ritorno, non dobbiamo porci limiti, noi siamo l’Inter, abbiamo ambizioni forti…” e poi conclude: “Vogliamo vincere dei titoli, è troppo tempo che questo club non conquista un trofeo.” Poi chissà nel post partita ha dichiarato: “Non abbiamo evidenziato la differenza di qualità tra le squadre. Icardi è stato servito poco, ma si è mosso poco.” Un tifoso e che ama questi colori, ma anche chi s’interessa di calcio, leggendo queste dichiarazioni non può che credere di avere di fronte una persona con una personalità davvero disturbata, credendo di avere come suo unico obiettivo un gioco che davvero latita. In campo ci vanno i giocatori questo è vero, ma chi li segue in allenamento durante la settimana, chi decide la formazione, chi sceglie coloro da mandare in campo, chi è chi deve infondere sicurezza e gestire le emozioni nel gruppo: sempre lui! Secondo me quest’uomo deve cospargersi il capo di cenere ed essere più modesto, esercitando la giusta considerazione su di un gruppo davvero mediocre. Ieri sera ben pochi sono andati oltre la sufficienza, si continuano a mettere in campo calciatori ben pochi motivati, se è comune la sensazione che vogliono cambiare aria, è, secondo me più salutare per tutti che lo facciano, sarebbe la cosa migliore. Se l’inizio del girone di ritorno è questo, allora ci sarà da soffrire ancora di più del girone d’andata. Della squadra scesa in campo ieri sera secondo me ben pochi meritano d’indossare i nostri colori. Spero solo che finisca al più presto questa manfrina, questo tira e molla di un calcio mercato davvero inutile che solo a fomentare disturbi in seno ad una squadra che di per sé di problemi ne ha tantissimi. Spero che l’avvento di Marotta possa essere realmente l’avvento di una rinascita da tempo paventata ma mai di fatto avvenuta. Ci vuole chiarezza partendo da un tecnico che deve essere il primo a bagnarsi il capo di umiltà distribuendo al resto della squadra tanta autostima e carattere capace di giocare davvero da squadra. Ultima analisi: credo che fortunatamente ieri sera lo stadio era chiuso al tifo organizzato altrimenti gli attori in campo sarebbero stati accompagnati negli spogliatoi con sonore bordate di fischi e una contestazione altisonante. In contrapposizione sugli spalti erano assiepati tantissimi ragazzini, quei tifosi del domani che con gioia gridavano il loro innocente tifo per giocatori in campo non meritavano davvero tutto quel loro amore. Questo non è il calcio che si vuole far vedere ai più piccoli, questo spettacolo osceno non appartiene a una squadra dalla mentalità vincente, né tanto meno si deve insegnare o per lo meno prendere come esempio a chi crede in questo gioco. Per vincere serve molto di più, si deve imparare da chi lo fa con costanza specie negli ultimi anni, tutto deve partire dal cuore e una squadra vincente ne ha tanto e lo dimostra nelle gare in cui deve gettarlo oltre l’ostacolo. ….Amala!!!!
Antonio Dibenedetto
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