Posts by interclubfano


Con il passo giusto!


Scritto Da il 15/Nov/2022

Con il passo giusto!

L’esternazione che viene subito in mente, e che credo che ogni tifoso nerazzurro ha proferito è stato: “finalmente”, siamo riusciti ad avere la meglio di una squadra di vertice, però non si può esultare più di tanto in quanto la nostra difesa è stata bucata altre due volte, e siamo a venti. Un’esagerazione per chi come noi, sino allo scorso campionato, avevamo una delle difese migliori del torneo, la cosa però che fa specie e che i giocatori sono gli stessi, cos’è cambiato? Neanche uno psicologo bravo, ma bravo sul serio, riuscirebbe a dare una logica spiegazione in merito. Fortunatamente riusciamo a chiudere questo anomalo campionato con più convinzione nei nostri mezzi, ora l’incognita più grande che attanaglia la mente dei più: come sarà alla ripresa, a chi gioverà questa lunga pausa? Difficile immaginare chi potrà trarre beneficio da tutto ciò, non certo quelle squadre di vertice che avranno più giocatori impegnati nel torneo mondiale, oppure chi riuscirà a metabolizzare questa pausa per ricaricare al meglio le cosiddette pile, ai posteri l’ardua sentenza. In molti pregheranno che le nazionali in cui giocano i big, non vadano avanti e facciano meno gare possibili, sarà ma non credo che i giocatori vanno in campo per perdere, specie in una manifestazione ambita come il mondiale. La cosa principale è ripartire con il piede giusto, avendo cura di essere più coerenti nella considerazione che di terreno ne abbiamo lasciato per strada, l’Inter non ha mezze misure o vince oppure perde, ne abbiamo sinora contate ben cinque. Certo che tante gare perse malamente si potevano, con il senno di poi, pareggiare nell’idea che meglio un punto di niente. Domenica nel lunch-match che decretava la conclusione la chiusura della prima parte del torneo, nei primi venticinque minuti eravamo non perfettamente in partita, anzi abbiamo prestato il fianco agli orobici, spregiudicati ragazzotti che con veemenza e frenesia giocano d’insieme, ma per fortuna non hanno fatto i conti con il nostro Onana, che ha fatto due bei interventi e quasi riusciva a parare anche il rigore. Sarà l’essere andati in svantaggio, sarà che forse si sono guardati negli occhi, ecco che i nostri ragazzi hanno iniziato a giocare come sanno, pareggiando con l’intramontabile Dzeko che ha ristabilito il punteggio e con veemenza alla ripresa s’è vista un’altra Inter, con voglia e grinta tant’è che nel giro di cinque minuti ha ribaltato tutto, con il raddoppio ancora del cigno di Sarajevo, e con l’autorete propiziata da Lautaro, ma insaccata nella propria rete da Palomino, che poi successivamente ha accorciato le distanze, invano però tant’è che abbiamo portato a casa i tre punti, con pieno merito. La nota decisamente stonata è che non riusciamo più a difendere bene sui calci piazzati, è davvero pazzesco credere che non si può far meglio, a volte rimaniamo in balia di un avversario che se ben  controllato, non riuscirebbe a farci male, invece. Come diceva un antico detto, tutto è bene ciò che finisce bene, ma si può e si deve fare decisamente meglio. Alla fine la giornata è stata fantastica, tutto bene sin qui, direi magnificamente per il semplice motivo che abbiamo festeggiato i nostri 35 anni di fondazione in un ristorante della zona. Abbiamo pranzato tutti insieme, nel contempo abbiamo guardato anche la gara, sin qui parrebbe una cosa nella norma, invece tutt’altro, per festeggiare al meglio il nostro anniversario, abbiamo avuto come ospiti due rappresentanti del mondo Inter Club di Milano, il nostro coordinatore degli Inter Club delle Marche, ma la guest star è stato Fabio Galante. Una persona disponibilissima, s’è messo a disposizione dei soci con foto e autografi, non lesinando di dimostrare il proprio carisma. Un toscano doc, con tanto di parlantina e si simpatia che non ha eguali. Per noi persone normali, essere difronte ad un giocatore con il suo palmares mette un attimino suggestione, ma con lui questo non s’è avvertito: davvero una persona fantastica. Ha guardato con noi la gara esultando alle nostre reti e infine, al fischio finale, abbiamo gioito tutti insieme, è stato davvero bello il tripudio di colori, con cori che pareva d’essere allo stadio con il nostro capo ultras che è stato sicuramente lui. Eravamo curiosi di ascoltare, in fase della sua presentazione, alcuni aneddoti, che lui ha raccontato con la sua enfasi e il sarcasmo che è insito nei livornesi. Una giornata da ricordare, che ha avvicinato i nostri cuori a quelle che sono le prerogative degli Interclub: fare aggregazione sotto l’egida del nostro vessillo nerazzurro. Ora per un po’ metteremo da parte le angustie del campionato, ci dedicheremo ad un mondiale anomalo che è stato dedicato e sacrificato sull’Are del dio denaro, che sta mortificando questo gioco bellissimo che ha appassionato intere generazioni, con la speranza che tutto, con il tempo non risulti vano e si torni ad amare il calcio per quel fantastico sport qual è, senza essere sottoposto a mercimonio di chi ha più soldi!!!   …Amala!!!!

Antonio Dibenedetto
Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter. 
Leggi Tutto

Dobbiamo crederci?


Scritto Da il 10/Nov/2022

Dobbiamo crederci?

Come volevasi dimostrare, quest’anno la nostra cara Inter tiene fede ad un concetto del tutto sbagliato, per chi ritiene che questa squadra possa, anzi deve dare molto di più, ma che va in linea con i risultati di un campionato altalenante e cioè grandi con le piccole o medie, e di conseguenza subentra l’ansia di prestazione contro le grandi o presunte tali. Con questa mentalità non si va da nessuna parte, basti pensare che a parte il Napoli capolista le altre arrancano e sono tutte li, ed è ferale il ragionamento, in considerazione che le cinque sconfitte subite, alcune del tutto immeritate, con il senno di poi pareggiandone qualcuna, potevano portarci in una posizione comoda, in cui giocarci le nostre prossime chance. Purtroppo così non è stato e ci tocca fare di necessità virtù. Ora abbiamo l’ennesima sfida, affronteremo l’Atalanta a casa loro nel lunch-match domenicale, sperando che il pranzo non ci vada di traverso, anzi attendiamo una prova d’orgoglio dei ragazzi per finire al meglio questo 2022, che è vero ci ha portato due trofei, ma è anche vero che ci ha tolto uno scudetto, che avrebbe fatto bella mostra con l’altro tondino tricolore, sulle nostre maglie. Ultima fatica e poi la pausa per il mondiale, alquanto insolito, nel quale faremo da spettatori, ma che alcuni dei nostri ragazzi in rosa saranno protagonisti, con la speranza che ritornino integri e magari con il morale a mille, ne avremo bisogno per gli impegni che si approssimeranno, in primis l’incontro del 4 gennaio contro la capolista e poi il susseguirsi, tra Coppa Italia e Campionato e la gara secca della Supercoppa Italiana contro i cugini, primo trofeo stagionale in palio, in attesa che ritorni la Champions. Diciamo che c’è parecchia carne al fuoco, come si dice in questi casi, e dovremo necessariamente farci trovare pronti per alimentare un sogno che attualmente appare una chimera, ma per l’Inter, per come sa giocare e per come impronta alcune gare, nulla è precluso, solo che deve giocare come sa, senza lasciare nulla d’intentato e innanzitutto senza accusare alcun timore di giocarsi tutto in una gara. La squadra ha la forza per disputare un torneo all’altezza, ma deve cambiare regime e far sentire la sua potenza e la superiorità tecnica di cui dispone, magari incrementandola ulteriormente con acquisti mirati, nel mercato di riparazione, e vendendo alcuni giocatori che non sono propriamente da Inter. Sperando che il nuovo anno ci porti in dote quel Lukaku mai visto e che faccia rifiatare il “cigno di Sarajevo”, che da solo sta tenendo a galla la squadra e preservi altri giocatori davvero importanti per questa squadra, basta poco per alimentare i nostri sogni: l’importante che prima di ogni altro fattore devono crederci loro che scendono in campo, mentre il tecnico deve impegnare al meglio le sue doti insegnamento e deve essere capace, ancor più alla ripresa, di motivare al massimo ogni singolo giocatore, oliando ogni ingranaggio della squadra in modo che funzioni come un orologio perfetto, che segni l’ora della riscossa! Ultima considerazione domenica ci uniremo noi dell’Interclub Giacinto Facchetti di Fano, con altri club delle Marche nerazzurre, per festeggiare al meglio il nostro 35esimo compleanno. Per l’occasione avremo nella veste di ospiti esponenti da Milano, tra i quali Valerio Bressani Inter club Manager, il suo vice Davide La Rocca, il coordinatore regionale Inter Club Marche Mario Montesi e l’ex giocatore nerazzurro Fabio Galante. Ci saranno premiazioni e assisteremo tutti insieme, desinando, alla gara di campionato contro gli orobici. Stiamo preparando una giornata di festa in assoluto, sotto l’egida dei vessilli nerazzurri, che mai come ora vanno onorati e difesi, perché noi siamo L’Inter e del resto non c’importa nulla. Tenendo fede ai dettami dell’insegnamento del mitico Giacinto Facchetti a cui il nostro club è intitolato, mi piace sempre rimarcarlo, recita: “Ci sono giorni in cui essere Interista è facile, altri in cui è doveroso e giorni in cui esserlo è un onore. Essere nerazzurri è un traguardo, un segno di eccellenza. “…Amala!!!!

Antonio Dibenedetto
Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter. 
Leggi Tutto

Incomprensibile!


Scritto Da il 7/Nov/2022

Incomprensibile!

Siamo alle solite, quando tutto faceva presagire ad un percorso indirizzato verso la giusta autostima e consapevolezza della propria forza, ecco che una brutta ricaduta rimette tutto in gioco e fa dubitare sulla credibilità di questa squadra. Come diceva qualcuno molto importante “non c’è pace tra gli ulivi!” anche perché non si può perdere terreno importante, in questo modo, se si vogliono raggiungere traguardi importanti, con la quinta sconfitta contro dirette concorrenti, non dico per il titolo, che secondo me è distante anni luce, ma per un dignitoso piazzamento Champions. Ieri sera s’è palesata, ancora una volta, quella mancanza sostanziale nella squadra di quel “killer instinct”, che in certe fasi della partita è fondamentale. Bisogna tenere ben presente che l’Inter non ha mezze misure o vince oppure rimane in balia dell’avversario, concedendo il peggio di sé stessa, e perde malamente. Ieri sera è accaduto nuovamente, per fare un’analisi tecnica completa e lucida di una gara, apparsa sotto gli occhi di tutti, come un buon viatico verso una vittoria annunciata, c’è stata tanta qualità ed azioni ben create, però tutto è stato reso vano, sciupando il vantaggio per ben tre volte, ed un inizio di ripresa con una bella parata del portiere avversario su tiro di Calhanoglu. In contrapposizione dei non colorati neanche l’ombra, tutti dietro la linea della palla ad attendere. Bene quell’attesa, con il senno di poi, è stata ben ripagata, per lo scellerato comportamento dei ragazzi e di un allenatore che, con i cambi, non ne azzecca più una giusta. La gara va azzannata e chiusa senza lasciar scampo agli avversari che parevano davvero inermi, ma la cosa che fa davvero specie che l’aver perso una gara che anche solo il pareggio ci sarebbe stato stretto, contro la peggiore squadra bianconera degli ultimi trent’anni, eppure siamo stati capaci di fallire. L’errore madornale è aver lasciare aperta una gara che dopo i primi quarantacinque minuti, con più determinazione cinica, non avrebbe avuto più nulla da dire, e ora avremmo parlato di tutt’altro. Ennesima dimostrazione di una squadra sprecona, che lascia sempre la possibilità all’avversario di far male, manca quella cattiveria agonistica che tal volta fa la differenza, come in occasione della rete del loro vantaggio casalingo, Barella da giocatore degno di questo nome, non ha affondato il tackle per fermare l’avversario che l’aveva superato, forse temendo un giallo che gli sarebbe stato comminato da Doveri, ma tal volta bisogna pur immolarsi. A mente fredda, non credo che a parte invertita i non colorati avrebbero fatto analoga cosa, loro l’hanno nel dna fermare a tutti costi un imminente pericolo, questione di mentalità che accusano chi indossa quella casacca striata, che si possono permettere di tutto. Per questo in merito alla sciagurata gara di ieri dobbiamo solo fare il mea culpa, colpa nostra se abbiamo sprecato tanto e non aver vinto una gara alla nostra portata, anzi di più. Questione di carattere, al momento questa squadra ne è carente, non si può presupporre di essere una grande squadra se poi si fanno queste figuracce, l’indole vittoriosa non si acquista al supermercato, o si possiede oppure si rimane nell’anonimato. Altra alternativa viene trasmessa da un tecnico capace, che possiede il piglio giusto per far raggiungere certi traguardi, purtroppo Inzaghi non possiede queste caratteristiche. È un buon allenatore ma non può ambire all’olimpo dei vincenti per eccellenza, coloro che fanno la storia di un club, coloro che mettono in soggezione l’avversario. Specie quest’anno il nostro campionato, sinora ha determinato che siamo stati grandi con le piccole e a nostra volta piccoli con le grandi o presunte tali, condizione che non può essere accettata da chi ha una storia calcistica come la nostra, e non può essere una scusante l’aver affrontato tutti gli impegni importanti fuori casa e che dovremo poi giocarceli al meglio a casa nostra, come dichiarato dal nostro tecnico in conferenza stampa, non è una scusante che regge, chi si ritiene d’essere una grande squadra gioca allo stesso modo sia in casa che fuori, tutto il resto non c’entra nulla con la presunzione di essere grandi. Abbiamo dissipato tutta quella credibilità che c’eravamo costruiti da due anni in qua, e direi in malo modo, dopo lo scudetto perso in maniera sciagurata lo scorso anno, dovevamo avere il dente avvelenato quest’anno, invece entriamo in campo come dovessimo disputare delle amichevoli, così non va bene. La stagione è fatta di step, questo è risaputo, non bisogna focalizzarsi solo su di un obiettivo e porre su questo tutte le attenzioni possibili, tralasciandone altri. Abbiamo concentrato tutte le nostre energie sull’ipotetico passaggio del turno di Champions, che abbiamo centrato con un turno d’anticipo, certo è importante, ma non si deve poi mollare malamente il campionato, con un distacco abissale già nella prima decade di novembre, che sarà arduo recuperare. La programmazione viene fatta con valutazioni ben solide, direi più che altro attente a quelli che sono gli impegni, certo il passaggio del turno è importante ripeto, consapevolmente anche dalla condizione che agli ottavi non sai che team ti riserva l’urna di Nion, nel qual caso sarà davvero arduo andare sino in fondo con la mentalità che abbiamo ora, ma nel caso in cui dovessimo effettuare, come lo scorso anno, altre due gare, certo le casse societarie ne beneficerebbero, ma gli obiettivi? Non dico che è una disgrazia disputare la Champions per carità, essere annoverati tra i migliori d’Europa è tutto dire, ma avere la consapevolezza di sapere di non aver gettato alle ortiche parte della stagione, questo deve essere tenuto ben presente, qualora il nostro cammino si fermasse agli ottavi. Con uno scudetto da più parti millantato credo sia utopistico come discorso, per una squadra come l’Inter vista sinora, che allo stato attuale appare del tutto verosimile potesse rientrare in corsa. Però se i saccenti giornalai hanno inserito i non colorati in tale lotta che hanno un punto più di noi, allora se riusciamo ad ottenere una svolta di comportamento forse non tutto è perduto. Il mio è puro sarcasmo, ma forse una condizione mentale che mi fa credere che la svolta sia davvero dietro l’angolo, che più forte è la caduta più altisonante dovrebbe essere la risalita. Del doman non v’è certezza, per il momento lecchiamoci ancora una volta le ferite credendo che qualcosa di buono si possa ancora fare, ma con interpretazioni diverse e giocando in maniera più parsimoniosa, con autorità e voglia di vincere, la stessa che è di certo mancata, a tratti, ieri sera.  …Amala!!!!

Antonio Dibenedetto
Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter
Leggi Tutto

Il cuore pulsante della squadra!

È risaputo che ogni gara ha una storia a sé, tutte le gare possono nascondere insidie pericolose e si devono affrontare al meglio delle proprie possibilità, da squadra vera, dimostrando tanto carattere, corsa e la giusta volontà di raggiugere una vittoria che ti possa regalare quell’autostima, carburante giusto per disputare una stagione di prim’ordine, ma nel nostro caso, smarrita nelle prime giornate di campionato. Fortunatamente dopo la gara persa in casa, e direi malamente contro la Roma, lo spogliatoio s’è coeso e i ragazzi guardandosi negli occhi, hanno deciso e stabilito che il registro si doveva cambiare in maniera netta e assoluta. Certo il gap con la prima della classe al momento sembra irraggiungibile, mentre le altre che ci precedono, possono essere assolutamente alla nostra portata, ci vuole però che coloro, che ci stanno davanti accusino e attraversino un periodo buio, diciamo una “crisetta”, che ne possa determinare un piccolo rallentamento. Credo che quel brutto periodo sia oramai alle spalle, tant’è che in campo si respira un’aria tutta nuova, e il motore della squadra gira a regime completo e continuo. Il centrocampo è tornato ad essere il punto di forza di questa squadra, un cuore che batte all’unisono e fornisce linfa vitale alle punte e alla difesa: era quello che avevamo imparato a conoscere lo scorso anno. E pensare che lo scorso anno l’appannamento della squadra è coinciso con l’assenza di Brozovic, mentre ora non se ne sente la mancanza, vuoi che gli interpreti hanno preso coscienza della loro forza e vuoi per un Calhanoglu che si sta proponendo ad altissimi livelli in un ruolo non proprio suo, ma secondo me gli calza a pennello. Non solo il turco è l’emblema assoluto del cuore pulsante nerazzurro, ma di questo Nicolino Barella ne vogliamo parlare? Ecco questo è il Nick che abbiamo imparato ad amare, il giocatore capace di spaccare la gara a suo piacimento, ma se poi realizza queste perle allora ne vedremo ancora delle belle. L’autostima è sintomatica quando si lavora alacremente, cercando di sovvertire i “de profundis” proferiti ad agosto da tutti gli addetti ai lavori, che hanno assistito al sorteggio di Champions, ma in special modo da quei giornalai il cui lavoro risulta essere sempre farcito da salamelecchi a favore dei più noti club da cui vengono foraggiati, spargendo veleno di continuo su chi, come noi, non possiede né tanto meno riceve favori dagli organi di stampa di questi buffoni. Improponibile il nostro passaggio agli ottavi in un girone così blindato, secondo il loro sconfinato essere saccenti, nessuno avrebbe scommesso un solo euro, ognuno oramai aveva già stilato e definito la classifica finale relegandoci al massimo in Europa League. Invece i ragazzi hanno lottato e acquisito, con un turno d’anticipo, il passaggio del turno, ma non solo, con questo prestigioso traguardo hanno acquisito la forza e la convinzione di essere squadra a tutto tondo, e credo che tale condizione ci darà il viatico giusto per affrontare le sfide future. Ora sta tornando quella macchina da guerra quasi perfetta. Tutti i reparti hanno ripreso a funzionare magnificamente, con organizzazione e aiuto reciproco. Non è ancora finita però, ci attende un ultimo step di Champions, in casa della corazzata tedesca che non ha lasciato se non le briciole di un girone vinto alla grande, dobbiamo solo giocare in tutta tranquillità senza alcuna preoccupazione, né aver alcun assillo, e magari sarà proprio questa condizione che ci farà disputare una gara onesta e senza alcuna pressione sviluppando il nostro gioco, consci che non abbiamo nulla da perdere, il resto verrà da sé. Ora testa anche al campionato, con la stessa intensità e autorità, all’orizzonte c’è lo scontro diretto che ci vedrà opposti ai non colorati torinesi, quel derby d’Italia che potrebbe essere foriero di buoni presagi per il futuro, dobbiamo continuare in quella strada intrapresa la sera del o4 ottobre, dov’è iniziato il nostro nuovo percorso. Noi tifosi abbiamo sempre creduto in voi e ci crediamo ancor più fermamente ora, tant’è che lo stadio è sempre colmo d’entusiasmo, lo stesso che non è mai venuto mai meno, orgogliosi di voi non vi lasceremo mai soli, perché amare l’Inter è una prerogativa di vita, come ci ha insegnato il mitico Giacinto Facchetti: “Ci sono giorni in cui essere Interista è facile, altri in cui è doveroso e giorni in cui esserlo è un onore.”   …Amala!!!!

Ps: doveroso l’entusiasmo manifestato per Deki: il guerriero del Triplete che è rimasto nei cuori di tutti gli interisti….

Antonio Dibenedetto
Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter. 
Leggi Tutto

All’ultimo … respiro!


Scritto Da il 23/Ott/2022


All’ultimo … respiro!

Notoriamente l’Artemio Franchi di Firenze non è mai stato uno stadio amico, tutt’altro, ci sono sempre stati tanti problemi arbitrali, o presunti errori che danneggiano questa o quell’altra squadra, ma che talvolta vengono dimenticati di proposito da chi ritiene di esserne stato avvantaggiato, ma quando poi si ritiene di aver subito dei torti, allora vengono messi al bando con tutti gli insulti possibili, inveendo e mettendo letteralmente alla gogna mediatica la società avversaria, unitamente a chi ha deciso tutto ciò. Tal volta questi signori dovrebbero essere coerenti e immedesimarsi sulle decisioni che vengono prese, in frazioni di secondi, ma anche con l’ausilio della tecnologia tutto non verrà mai chiarito, c’è sempre la decisione di un essere umano che può pensarla diversamente da un altro. Lungi da me in questo caso riportare alla luce diversi scheletri che giacciono negli armadi di giornalai oppure pseudo tifosi di questa o quell’altra squadra, che non aspettano altro di gettare fango e veleno sui nostri colori, mi fa schifo solo a nominarlo quel pelato non colorato che ne ha dette di tutto e di più, dimenticando che per quarant’anni hanno fatto il buono e il cattivo tempo, servi al cospetto degli ovini che hanno, a man bassa arraffato di tutto e di più. Come sempre manca la giusta lucidità e coerenza, in questi casi la sportività non c’entra nulla, perché vengono fuori le vessazioni subite in un periodo, laddove le vittorie e le conquiste di titoli, sono davvero lontane. Al momento non voglio dare alcun’altra considerazione a questi personaggi inutili, che non fanno che portare nocumento ad uno sport che diviene sempre trasandato e glorificato secondo i propri stati d’animo e di quello che si riesce ad ottenere. A conferma di quello di cui ho precedente accennato, tutti a contestare la spinta di Dzeko su Milinkovic in occasione dell’azione che ha scaturito la rete della vittoria nerazzurra, si vede benissimo che l’arbitro era vicinissimo e l’ha valutato come un normale scontro di gioco. È successo il finimondo tutti che protestavano, ma come mai nessuno ha battuto ciglio sulla rete del pareggio viola di Jovic che fa un fallo enorme su de Vry? È questa la coerenza di cui facevo cenno, che fomentando le proprie frustrazioni convogliano ogni sorta di arrabbiatura su un fallo non giudicato dal direttore di gara. Da sportivo, quale mi ritengo ancor prima di essere tifoso, devo dire con tutta franchezza che l’espulsione di Dimarco ci poteva stare, ma è stata cervellotica l’assegnazione del rigore avvenuto dopo che Bonaventura aveva già calciato. Decisione presa in condominio con quel var tanto screditato. Ultima considerazione perché Terraciano non è stato ammonito dopo aver causato il fallo da rigore su Lautaro? Mistero! Queste scelte non possono essere avallate solo sulla base di chi riceve un favore e contestate se si riceve un torto. E poi cosa accade? Che gli animi s’infervoriscono e ne fanno le spese chi va allo stadio per godersi uno spettacolo senza alcun problema, in maniera del tutto tranquilla, invece è risaputo che a Firenze ciò non è possibile, tant’è che gira sui social il video di un tifoso interista che viene picchiato da alcuni fiorentini e si sente la voce di un perfetto idiota, che addirittura esorta, chi aveva aggredito l’interista, di buttarlo giù di sotto. Non è possibile che una gara di calcio debba portare in eredità situazioni del genere, la vittoria non deve essere la cosa principale di uno sport fatti di valori e ancor più dovrebbe essere l’emblema della sportività. Quella che addirittura è mancata alla dirigenza viola, nella persona appunto del dg, che con fare mafioso si è scagliato contro Marotta in tribuna. È davvero inaccettabile che le società di calcio, che dovrebbero essere la principale fonte di sportività, cadi in queste azioni di bassa lega: è davvero assurdo! Della gara giocata devo solo appuntare la mancanza di lucidità dei ragazzi, che ancora una volta, nel momento cruciale è venuta meno. Se il primo quarto d’ora la squadra è stata capace di fare due reti, non ha poi continuato tirando i remi in barca credendo che la vittoria sarebbe stata facile e alla portata, bastava dosare le forse ed energie puntando sulle ripartenze che sarebbero state letali, specie quando nel secondo tempo la Fiorentina ha messo in campo ben quattro attaccanti, con solo due centrocampisti e con una difesa altissima, prona al nostro contropiede. Invece è subentrata la paura di vincere, prestando il fianco agli esterni, che non erano i soliti quinti di centrocampo, bensì dei veri attaccanti. Quindi è subentrato il pensiero della prossima e importantissima gara di Champions, ed era d’uopo fare le opportune sostituzioni, ma non cambiando Lautaro con un Bellanova spaesato e posizionato dove già era stato messo Dumfries. Sono scelte che si sarebbero potuto rivelare sbagliate, per fortuna la dea bendata ci ha dato una mano, e vincendo una gara all’ultimo respiro. Questa gara ci deve insegnare che non bisogna mai mollare e lottare con coerenza, corsa e da squadra, solo così si possono aprire scenari consoni al nostro blasone, altrimenti… Amala!!!!

Antonio Dibenedetto
Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter. 
Leggi Tutto