





Tutto è stato deciso… !
Chi è causa del suo mal pianga sé stesso, mai tale affermazione, dopo ieri sera, è più vera. Analizzando la gara contro la Lazio si possono affermare alcune considerazioni: talvolta i retropensieri, tanto cari al sig. Conte, sono tornati in auge e ci hanno colpito in maniera inesorabile, tant’è che eravamo costretti a vincere per poter continuare a credere in quello che era assolutamente alla nostra portata, quello scudetto oramai svanito senza che si possa credere in qualcosa di diverso, diciamo un misero un per cento, ma nulla più. La cosa però che ha contraddistinto il nostro campionato è stata l’assoluta incapacità di poter giocare, non dico per novanta minuti, ma almeno una buona parte come sappiamo in entrambe le frazioni di gioco. Anche ieri sera siamo passati da un buon primo tempo, giocato con azioni di un certo spessore, lasciando ai capitolini alcune ripartenze e sbloccando il risultato al tramonto della prima frazione. Tutto faceva presagire che la ripresa avrebbe dovuto avere lo stesso cliché, continuando a giocare per poter portare a casa tranquillamente la vittoria, invece abbiamo mestamente smesso di giocare lasciando campo ai laziali. Non mi sono piaciute alcune letture di gara con cambi non effettuati al momento giusto, il centrocampo stava soffrendo, con Barella offuscato e Mkhitaryan non lucido come al solito e impacciato, un Calhanoglu nervoso e Inzaghi cosa fa? Fa i tre cambi al 91esimo, nella parte nevralgica del campo, quando oramai non c’era più nulla da dire: tutto era compiuto! In queste gare nelle quali tocca dare il massimo, senza lesinare nulla, abbiamo il braccino corto, siamo in sofferenza, è vero che la stagione è stata estenuante ed è dura senza riserve all’altezza, basta un piccolo calo di forma fisica nei migliori, che si va a gambe all’aria, non ci sono alternative valide purtroppo. Se ce ne fosse stato bisogno abbiamo constatato ancora una volta l’assoluta incapacità di giocare a calcio di Taremi, un bradipo per antonomasia, produttivo in nessuna parte del campo, anche se i commentatori di Dazn non mi spiego come mai continuavano a ripetere che era in ascesa, ma de che, secondo me non può giocare manco in serie C, altro che Inter. Purtroppo il problema serio di quest’anno sono stati gli attaccanti, non all’altezza e che si sono tenuti in rosa nonostante le scarse attitudini a inserirsi e giocare in questa squadra, si se abbiamo perso questo scudetto è anche colpa loro condivise in toto con società e innanzitutto con il mister Inzaghi, io non mi smentisco se dico che doveva battere cassa nel mercato di riparazione scegliendo attaccanti navigati che avevano ancora cartucce da sparare, non come quelli che abbiamo che sparano a salve. Un piccolo approfondimento su Arnautovic, non mi spiego se un giocatore della sua presunta caratura, non è capace di segnare da due passi, e poi sapendo di essere in fuorigioco va a colpire una palla masticata da Carlos che in assurdo poteva finire in rete, l’austriaco mi ricorda un calciatore, della mia infanzia, tale Egidio Calloni, di tutt’altra sponda per fortuna, che inverosimilmente sbagliava reti facili, facili: ebbene anche noi abbiamo avuto ultimamente il nostro Calloni. Sinora non ho parlato di arbitri, ma non posso esimermi dall’esternare quello che penso, in primis su Chiffi un arbitro tanto scarso quanto incoerente, ricorderete che quest’uomo ne ha combinato di ogni quando ci ha arbitrato, dal rigore negato su Thuram nel derby, netto solare solo lui e in sala var non hanno visto, e anche ieri sera ci sono state tante decisioni che ci hanno lasciato perplessi e disorientati. Qualcuno ha sempre detto che dichiarare la propria inefficacia tecnico tattica inveendo agli errori arbitrali, è segno di cercare alibi, sono d’accordo ma con quello che sta accadendo sinora si sta rasentando il ridicolo. Forse ieri sera avremmo dovuto vincere di nostro in maniera forte e chiara, ma è anche corretto far notare che, non solo ieri sera, ci sono stati tanti errori ai danni dell’Inter. Per oltre un anno si è parlato di Marotta’s League, di Inter favorita, ma ritengo che l’Inter è stata parecchio svantaggiata, non posso dire che c’è una costruzione per sfavorirla, ma dico che la classe arbitrale italiana è talmente scarsa e ci hanno svantaggiati. Lo so che a pensar male si fa peccato, ma spesse volte ci si azzecca, poi capitano a fagiolo le dichiarazioni di Guida campano che ha dichiarato che non vuole arbitrale più il Napoli, e tu Rocchi che fai lo metti in sala var nella gara dell’antagonista dei partenopei, allora tutto è chiaro e lampante. Sono davvero stanco e stufo di quest’annata disdicevole, è vero che ci abbiamo messo del nostro, ma in questo modo come siamo stati maltrattati non mi va proprio giù. Ultime due considerazioni, con una rosa e una squadra migliore di tutte le altre, mio caro Inzaghi non è possibile vincere un solo scudetto, regalandone uno ai cugini e l’altro ai campani, con quell’antipatico e saccente “parruccone”, questo è il dato di fatto che non sempre vincono i migliori. Ultima considerazione: prendiamo a esempio Bisseck contro la Roma, i vertici arbitrali hanno ammesso l’errore, ma ci è costato un punto quello che attualmente fa la differenza. Oltre al danno la beffa, anche perché poi è così inconcepibile tant’è che si è continuato sulla stessa falsa riga: assurdo! …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto
Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.
Leggi TuttoSino alla fine, con convinzione!!!
Quando tutto pareva essersi dissolto come neve al sole, ecco che ci si presenta una nuova possibilità di acciuffare quello scudetto che è nelle nostre corde, ma che ultimamente era parsa una vera utopia, sia ben chiaro non dipende assolutamente solo da noi, ma vuoi mettere che la buona sorte, almeno questa volta ci possa dare una sostanziale mano? Noi ci crediamo e poi sarà quel che sarà. Riavvolgiamo il nastro degli eventi passati, certo dopo le sconfitte con Bologna in trasferta e Roma in casa, piccola appendice chissà se quel rigore sacrosanto e negato a Bisseck, con un pareggio che ci poteva stare, con quel punto che spero non possa fare la differenza a fine stagione, ovviamente speriamo di no, bene con questa condizione pareva che tutto ci fosse crollato addosso senza alcuna replica, due sconfitte che avrebbero determinato la nostra uscita dalla lotta scudetto. Invece i ragazzi con il senno di poi si stanno guadagnando ancora una piccola, una flebile chance di trionfo, due vittorie con Verona e Torino con quelle seconde linee, tanto acclamate e decantate, da tutti quei giornalai saccenti, che finalmente hanno fatto la loro parte, parzialmente anche la differenza in campo, l’Inter ha rosicchiato ben due punti al Napoli che è stato fermato in casa da un Genoa non certo remissivo. Dalle dichiarazioni di fine partita, il caro amico “parruccone”, tra le righe sì è avvertito una specie di lamento, com’è nel suo essere, quel suo stile di piagnucolare contro la malasorte e contro congiunzioni astrali contrarie. Ha detto a chiare linee che ieri se c’era una squadra che avrebbe meritato la vittoria era sicuramente la sua squadra, mentre gli avversari hanno fatto due tiri in porta peraltro segnando due reti. Ma il caro Conte s’è dimenticato quando raddrizzava e vinceva le partite con il minimo scarto, con gare non proprie eccelse sul piano tecnico e tattico, talvolta nelle affermazioni bisogna essere coerenti e non cercare alibi, vatti a rileggere quelle che sono state le gare dell’ultimo periodo e forse capirai che ci vuole realismo e coraggio delle proprie azioni, poi con uno stipendio come il tuo, dovrebbe essere il minimo. Lasciamo da parte i piagnistei altrui e focalizziamoci su un qualcosa che è stato davvero eccezionale: la semifinale di ritorno di Champions. Tutto il mondo pallonaro ci dava per sconfitti, anche in patria tutti i tifosi avversari specialmente quelli biancorossoneri non vedevano l’ora di farci il funerale, trovando l’occasione giusta per prenderci in giro, per quello che poteva essere, quel paventato triplete ma che stava svanendo. Dopo la sciagurata semi-finale di coppa Italia, persa malamente, ecco che si presentava la madre di tutte le gare di questa stagione, l’impresa titanica di giocare contro la squadra più forte del mondo, almeno da quello che asseriscono i saccenti giornalai, ma che di fatto detiene un parco giocatori invidiabile e di estrema classe. Noi all’andata avevamo dato un assaggio di quello che eravamo in grado di fare, in casa loro abbiamo lottato e sofferto come una grande squadra, seppur in vantaggio di due reti ci siamo fatti riprendere e superare, ma l’Inter ha dimostrato che vende cara la pelle, così raggiunto il meritato 3 a 3 ecco che la poteva risolvere, se non altro per un’unghia sporgente di Mkhitaryan che ha decretato il fuorigioco e annullato una rete che pareva regolare: tutto rimandato al ritorno. Il giorno del fantomatico ritorno, in casa nostra, il Meazza ribolliva di entusiasmo nerazzurro, non c’era più posto sugli spalti. Con questo clima favorevole e affascinante, i ragazzi hanno interpretato una gara coraggiosa, con lo stile battagliero di chi sa che si sta giocando un pezzo di storia. Lautaro pareva non essere della gara, invece da grande capitano ha stretto i denti e ha voluto partecipare alla contesa, dando il suo apporto e s’è visto. Ha fatto egregiamente la sua parte, marcando il cartellino con una rete e un rigore procurato, cosa volere di più da chi era in forse? Nulla: l’attaccamento del toro di Bahia Blanca s’è visto ed è stato sempre più che mai determinante. Ma ritengo che tutta la squadra ha giocato in modo impeccabile, forse nelle reti azulgrana un po’ di attenzione in più, in difesa, potevano metterla. Anche questa volta ci siamo fatti riprendere e superare, quando in vantaggio di due reti, gli ospiti hanno trovato la rete del sorpasso. Tutto finito? Macché, ecco viene fuori il coraggio della disperazione e quando ci si avviava verso il tramonto della gara, in una delle tante nostre sortite, dopo un’azione caparbia prima di Thuram e poi di Dumfries che ha messo in area bel cross, premiando l’estemporaneo avanzamento di Acerbi, che da esperto centravanti scaraventava in rete il delizioso cioccolatino. Sono tanti i giocatori che potevano ergersi a migliori in campo, ma nell’olimpo ci va uno strepitoso Sommer che ha annientato tantissime occasioni del Barca e le insidiose dinamiche Yamal, davvero un portento questo giocatore. Nei tempi supplementari i ragazzi hanno rimbattuto colpo su colpo e con il nostro centravanti di scorta, quel Davide Frattesi, abile nelle avanzate in area, ha usufruito della bellissima giocata di Thuram e dell’appoggio di Taremi, e ha scaraventato in rete il pallone che ci ha consacrati, certi e meritatamente, finalisti di Champions per la seconda volte in soli tre anni. Emozioni a mille per una squadra che sa farsi amare dai propri tifosi e ancor di più apprezzare da tutto il mondo pallonaro, che ha decretato questa gara come la migliore degli ultimi anni e che resterà nella storia della Champions. Già dicevo dal mondo pallonaro, tranne gran parte dell’Italia, in cui i gufi non hanno avuto modo di gioire restando abbacchiati sui loro trespoli, consci che i loro sforzi non hanno sortito l’effetto sperato, forse ci riproveranno il 31 maggio, ma a noi poco importa perché la finale ce la siamo meritata e ce la giocheremo al meglio, consci di quello che abbiamo fatto, ritenendo poi a bocce ferme, che tutto sommato, è stata ugualmente una fantastica stagione! Noi siamo l’Inter e ci proveremo e lotteremo in terra germanica, cercando di portare a casa quello che ci è stato negato tre anni or sono! …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto
Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.
Leggi TuttoTutto in otto giorni!
L’epilogo in campionato è arrivato nel peggiore dei modi, in otto giorni abbiamo gettato alle ortiche tutto quello di buono che s’era costruito nell’arco dell’anno. Anche in questo pomeriggio domenicale s’è avuta la riprova che questa squadra è sulle gambe e non ha una rosa attrezzata per più di una competizione, è bastata una squadra ben più motivata da far sovvertire ogni cosa. Certo la Roma era la squadra meno indicata da affrontare in questo particolare momento, veniva da ben 17 risultati positivi consecutivi, ben allenata da quella volpe di Ranieri che l’ha preparata alla grande, intravedendo la possibilità di far male a questa squadra che oramai è alla canna del gas: dopo una stagione davvero trionfale tutto è stato reso vano in soli otto giorni. Non ricordo a memoria di un’Inter che perde tre gare di seguito, eppure solo poco tempo fa tutti osannavano un tecnico che intravedeva la possibilità di un triplete, ripetendo le gesta di un certo Mourinho, che purtroppo è fatto di tutt’altra pasta e aveva una rosa di tutt’altro livello, con giocatori ben oltre la mediocrità di questi nella rosa attuale. Io imputo a Inzaghi un errore palese che attualmente evidenzia lo stato delle cose, mi spiego: non può continuare a mettere in campo calciatori che non stanno bene fisicamente, il mio pensiero va a Dimarco, non è più spigliato com’era tempo fa, si nota che l’infortunio gli ha tolto determinate certezze e continuando a farlo giocare così lo si mette dinanzi alla possibilità di fare brutte figure, non lo merita affatto. Frattesi non è quel giocatore determinante dello scorso anno, si denota che ha un conflitto interiore che ne determina le prestazioni, il mio pensiero è di lasciare andare chi non ha stimoli importanti con noi, di giocatori utili alla nostra causa ce ne sono in giro. Lautaro sta tirando la carretta da un po’, ma ritengo che non può continuare così, si vede che viene meno la lucidità, ma non avendo il sostituto idoneo non può fermarsi. Sostituti in attacco, qui la nota dolente. Inzaghi avrebbe dovuto imporsi in società, doveva battere i pugni e chiedere giocatori utili alla causa nerazzurra e basta con i parametri zero se poi sono come Taremi, doveva mettere in chiaro che era necessario acquistare almeno due attaccanti di livello, e altro anche a centrocampo, ci volevano giocatori degni e in grado di far rifiatare sia Thuram che Lautaro, altrimenti con questa coperta corta era necessario lottare su tre fronti? Sono tanti i giocatori da cambiare nella prossima stagione, ci vogliono acquisti qualificati e che siano in grado realmente di saltare l’uomo e giocare al meglio. Dei vari Correa, Taremi, Arnautovic, Asslani, Frattesi ma anche lo stesso Bisseck se ha mercato, e compagnia bella, ne faremmo a meno purché si sostituiscano con giocatori motivati che sappiano di dover giocare in una squadra, quale l’Inter, che ambisce sempre più a essere al vertice di ogni competizione. Sono bastate due squadre ben motivate come il Bologna, alla quale auguro di vincere la coppa Italia: lo merita, quindi un Roma ben concentrata in un piazzamento Champion alla sua portata per far crollare le nostre certezze purtroppo rette da fondamenta di sabbia, viste l’andamento delle gare dell’ultimo mese. Meglio non citare che abbiamo dato fiato anche all’altra sponda di Milano, avendo agevolato il loro passaggio in finale. Purtroppo questo è un copione già visto, abbiamo già vissuto una frustrazione simile, lasciando un campionato ben giocato ai cugini che hanno approfittato delle nostre leggerezze finali e quest’anno con tantissime probabilità faremo lo stesso regalo al Napoli, di speranze mio malgrado ne nutro davvero poche perché avvenga tutto il contrario. In cinque anni abbiamo vinto due scudetti e due li abbiamo regalati, non c’è che dire è un ottimo curriculum fatto di tantissima generosità. Caro Inzaghi potevi essere l’allenatore più vincete, ma per esserlo dovevi mostrare gli attributi, sia in società che con i giocatori e non essere sempre accondiscendente. Per essere ricordato non bastano le coppe Italia o le Supercoppe, ci vogliono titoli che ti ricordano e ne testimoniano la grandezza assoluta, senza dimenticare una Champions sfuggita sul fil di lana. A bocce ferme mi vengono in mente le tue dichiarazioni in conferenza stampa, quando un giornalaio dei tanti ti ha chiesto del triplete e della possibilità di conquistarlo, tu gli hai fatto segno di quattro, erano i titoli che avresti conquistato. Rubando una frase cara al mitico Trap: non dire gatto se non l’hai nel sacco, prima bisogna conquistarli i titoli e poi pavoneggiarsi, altrimenti verrai beffeggiato da chi allo stato attuale riusciamo a dare una ragione di vita, di società che hanno speso tantissimo, e nonostante tutto stanno galleggiando nella loro mediocrità e si trovano a godere dei nostri insuccessi, purtroppo lo sport preferito dei biancorossoneri è questo, diamo un sorriso e una ragione alla loro frustrazione. Ora sarà il caso di resettare, scordiamoci ogni delusione dell’ultimo periodo, abbiamo ancora una chance che ci siamo guadagnati, con coraggio e forza, quella più difficile ma allo stesso tempo la più affascinante. Non so cosa accadrà mercoledì, noi in campo ci saremo, non il Milan né la Juve né tanto meno il Napoli, solo noi tra le migliori 4 squadre d’Europa. Agli altri lasciamo l’ebrezza di gufare, noi prendiamo invece l’ebrezza di giocarla e sognare. Sono certo che nessuno punterebbe un solo centesimo su di noi, vuoi per lo stato di forma attuale, ma quella musichetta è come un toccasana che ti rinvigorisce e ti fa riscoprire energie che non credevi di avere. Noi siamo ancora qui, seppure con tantissime gare giocate e con una flebile speranza in qualcosa che non s’avvera perché è davvero dura, ma se si avvera ritornerà in auge il nostro canto più fragoroso che mai: noi siamo l’Inter e continueremo a lottare per tutto ciò che ci compete, degli altri non c’importa nulla. …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto
Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.
Leggi TuttoSconforto… nerazzurro!!!
Dopo la Pasqua di vera passione calcistica subita al Renato Dall’Ara di Bologna, il triste accadimento della morte di papa Francesco, è dura dover commentare una sconfitta immeritata per come è arrivata. Non contesto il gesto plateale e furbo dei felsinei, per carità nell’occasione della rimessa dal fallo laterale, in quel caso sarebbe dovuto intervenire l’assistente segnalando al direttore di gara l’errata rimessa in campo, ma il modo con il quale s’è persa una gara che stava scivolando verso un risultato più che giusto, per quello che s’era visto in campo. Non m’è piaciuto l’atteggiamento del nostro mister in conferenza stampa, non puoi sempre recriminare per accadimenti che sono sintomatici nel gioco del calcio, in quella furbizia che è talvolta permessa, a questo devi trovare rimedio te che sei preposto in panchina, allertando i tuoi uomini alla concentrazione massima. Certo la direzione di è stata di parte, ma come dicevano le persone sagge, il lamentarsi dell’arbitro è sintomatico dei perdenti, devi essere più forte di determinati arbitraggi, giocando e creando i presupposti per una vittoria che sarebbe stata vitale in economia del campionato, purtroppo tutto ciò non è avvenuto domenica scorsa, se non proprio in sporadiche occasioni. In tutto questo marasma, ci sono delle condizioni che voglio evidenziare di seguito, purtroppo sono sintomatiche nelle nostre difficoltà attuali.
E’ apparso evidente che questa squadra ha bisogno di una buona dose di autostima, la stanchezza è palese per le tante gare sin qui disputate, ma continuando ce ne saranno tante altre ancora e si avrà bisogno di raschiare il barile trovando le opportune energie per non gettare alle ortiche, tutto quello di buono fatto sin qui, regalando un sogno a chi, a mio modesto parere non lo merita affatto. Mi fa specie le disquisizioni di tutti quei giornalai che inneggiano alle nostre sconfitte, premiando chi forse riesce a programmare una gara ogni sette/otto giorni, fuori da tutti i giochi pallonari da diverso tempo, eppure viene elogiato in modo sistematico, invece le nostre sconfitte portano oltre al giovamento del fegato di queste persone, tantissima autostima nelle loro previsioni. Ora più che mai si deve vedere la pasta di cui sono fatti i nostri campioni, abbiamo un finale di campionato di onorare al meglio delle nostre aspettative, c’è tanto da portare a casa. Troviamo la voglia di andare sino in fondo, caro Inzaghi la spada di Damocle è sul tuo capo, non puoi essere soddisfatto se non porti a casa nulla, i vincenti vengono ricordati per le loro vittorie e non per le sconfitte, se tu vorrai far parte della gloriosa storia nerazzurra, devi apportare le modifiche necessarie per portare a casa gli opportuni trofei, iniziando dalla semifinale di coppa Italia, ancora di salvezza della frustrante stagione dei cuginastri, che non aspettano altro per fare la gara della vita mercoledì. Dobbiamo essere superiori in ogni momento, perché vogliamo questa finale cercando di vendicarci di quel Bologna che ora sta, giustamente, godendo cercando di soffiargli un trofeo stagionale a cui teniamo. Come al solito noi ci siamo, dovete dare il vostro contributo per renderci ulteriormente orgogliosi di tutti voi per un’Inter sempre più vincente! …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto
Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.
Leggi TuttoUna gara in meno!
In un sabato di metà aprile, eccoci che ci troviamo difronte ad un’altra gara che sulla carta potrebbe apparire semplice, ma in fin dei conti così non è stato assolutamente. Il countdown termina, tutto è pronto: alle 18 i ragazzi approcciano al meglio la gara, con quello spirito già visto nei primi tempi in altre circostanze, caratterizzato ancora una volta, qualora ce ne fosse stato il caso, dalla volontà di continuare a sognare tutto ciò che al momento è difficile pronunciare, per scaramanzia e quant’altro. Ancora una volta il timore era presente, visti i precedenti in casa contro l’Udinese e poi a Parma, i ragazzi in campo hanno disputato un primo tempo magistrale che hanno interpretato al meglio, giocando molto bene, facendo capire sin dai primi giri d’orologio che volevano portare a casa l’intera posta in palio. Ma con questa Inter, almeno in campionato, anche il doppio vantaggio non può essere una sicurezza, è inspiegabile l’approccio della ripresa del tutto lento e impacciato. Certo qualcosa inizialmente, mi riferisco nel primo tempo dopo il nostro vantaggio, c’era da registrare, nella fattispecie uno strepitoso Barella non può incaponirsi in un dribbling tra un nugolo di giocatori isolani e poi, perdendo palla, prestare il fianco a una ripartenza quasi letale, con un lancio lungo che ha messo da solo in area il centravanti isolano che poteva costarci il pari, se non fosse che Sommer s’è opposto magistralmente parando la conclusione di Piccoli. Ma il calcio si sa che è una scienza esatta, se crei occasioni e fai di conseguenza goal, tutto appare più semplice, così nel giro di pochi istanti, da goal subito, ecco che Lautaro, complice uno strepitoso “Arnaletale” dopo aver realizzato una bellissima rete, quella del vantaggio nerazzurro, s’è prodotto in un lancio magistrale “no look” e di prima per il compagno, mettendolo solo dinanzi al portiere sardo, ma la differenza di classe rispetto all’avversario, che precedentemente s’era divorato la rete del possibile pareggio, lui con uno perfetto scavino ha depositato la palla in rete. Tutto molto bello, da manuale del calcio. Tutto fantastico, giocate di gran classe dei ragazzi a dimostrazione che questa squadra quando esprime il proprio gioco, sa farsi valere e non ce ne per nessuno, però… La ripresa è stata vissuta in apprensione, perché in una ripartenza cagliaritana, scesi in campo con più determinazione rispetto alla prima frazione, tutto è stato rimesso in discussione. Solo dopo pochi minuti hanno trovato la rete che ha accorciato le distanze, cross di Augello preciso nella nostra area, ha trovato il solitario Piccoli che in elevazione, senza peraltro essere stato mai contrastato, stacca insaccando imparabilmente, forse a farsi perdonare della rete sbagliata nel primo tempo. Ecco che il cliché già visto in precedenza, con lo spauracchio di apprensione s’è ripresentato, fortunatamente i cambi hanno prodotto il contrario delle volte precedenti, memore dell’atteggiamento avuto in altre occasioni. Dopo soli 7 minuti dalla rete cagliaritana, ecco che i ragazzi sviluppano una bellissima azione sulla sinistra, con l’occasione fantastica che si presenta sui piedi di Dimarco, dopo una bellissima circolazione di palla ben organizzata, ma che il portiere sardo ha annullato mirabilmente in angolo. Si iniziava a imprecare alla mala sorte, dovevamo riprendere il bandolo della matassa, insistendo e continuando a premere sull’acceleratore, ma sicuramente c’era chi non era assolutamente d’accordo, chi si stava opponendo a tutto ciò, con il bellissimo intervento dell’estremo difensore ci ha negato la gioia del tris. Era l’esempio lampante che tutto si discostava dalle precedenti gare succitate, dopo tutto la nostra gara la stavamo conducendo al meglio e l’attenzione doveva essere al massimo, senza dare adito agli isolani di farci male. Battendo il calcio d’angolo le nostre ansie, le nostre preoccupazioni sono venute meno, con un imperioso stacco di testa in area rosso-blu, il nostro “Bisteccone” Bisseck ha scaraventato in rete la rete della sicurezza, sospinta idealmente anche da tutti noi tifosi che non meritavamo un altro finale di gara in apprensione. Certo il 3 a 1 ci dava un margine di sicurezza maggiore, e devo dire che di pericoli non ne abbiamo più avuti, i cambi finali proposti da mister Inzaghi sono stati più eterogenei, senza lasciare la squadra totalmente smembrata, determinando una vittoria meritata e lampante che ci attesta sempre più, con assoluto merito, là dove osano le aquile, aspettando l’esito della gara di lunedì dei nostri diretti avversari, contro una squadra non certo irresistibile, ma sono queste le gare che nascondono particolari insidie e minacce maggiori. Ma un passo alla volta, ora bisogna ricaricare le batterie, c’è un quarto di finale da onorare e portare a termine, con un minimo vantaggio sui campioni di Germania, in palio c’è la semifinale di Champions alle porte, con tutta probabilità contro il Barcellona, quindi da giovedì dovremo iniziare a pensare alla gara di domenica prossima al Dallara, ci attende un undici felsineo che già qualche anno fa ci ha fatto male con una sconfitta, che c’è costata uno scudetto, sarà bene ricordarsi di quello spiacevole episodio, cercando di non incorrere in errori che potrebbero apparire insormontabili. Crediamoci tutti. …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto
Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter
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