

Una gara… sporca!!!
La gara del lunch-match sapevamo che potesse nascondere delle insidie, e tutto ciò s’è puntualmente rivelato, ma l’abbiamo portata a casa con quella forza che contraddistingue una grande squadra, con la consapevolezza che bisogna talvolta avere ragione dell’avversario giocando anche una gara sporca, per usare un termine tanto caro a mister Allegri. Nel primo tempo ci sono state occasioni in serie, non sfruttate solo perché davanti alla bravura del portiere avversario ci sarebbe voluta una prodezza per sbloccare il risultato; di fatti, s’è verificata. Magistrale battuta del calcio d’angolo di Calhanoglu e tiro al volo, di un piattone fantastico, di Zielinski che ha mandato il pallone nell’incrocio: rete davvero fantastica! Il Verona, ben allenato da mister Zanetti, non ha mollato; anzi, ha iniziato a colpire nei nostri punti deboli, in quella difesa che è apparsa un attimo in difficoltà, culminando la loro pressione con la bellissima rete del brasiliano Giovane. I ragazzotti scaligeri, acquisito il pareggio, hanno continuato con lo stesso cliché, colpendo in maniera pulita il palo alla destra di Sommer in un’azione sempre dalla destra. Sin qui, c’è da considerare che i ragazzi si sono un attimo defilati da una gara che si poteva gestire in altro modo, non alimentando la voglia di rivalsa dei giocatori veronesi, che dalla loro hanno la fiamma della giovinezza e della corsa, a volte molto spregiudicata, ma efficace nel modo di giocare. La ripresa, complice la copiosa pioggia che si stava riversando sul terreno di gioco, ha visto protagonista solo l’Inter in campo; certo, non eravamo lucidi come in altre circostanze, ma tant’è che la gara si stava trascinando verso un epilogo che per i veronesi era oro, considerando che un punticino avrebbe fatto comodo alla loro deficitaria classifica. Sommer è stato spettatore non pagante, mai impegnato nella ripresa e, anche nel primo tempo, non è che abbia compiuto parate significative. Tant’è che il risultato era stato inchiodato sul pareggio. Poi è avvenuto qualcosa che ha deciso di cambiare le sorti di una gara alquanto scorbutica: un fallo di Bisseck a centrocampo sul giocatore brasiliano dell’Hellas, con la conseguente e sacrosanta punizione, ma stando a norma di regolamento, sanzionata con il solo giallo. Le vibranti proteste della panchina scaligera richiedevano un rosso che non si era di fatto configurato come da regolamento; ci sarebbero volute altre fattispecie per far sì che ci fosse l’espulsione. Devo ammettere che Doveri ha applicato perfettamente il regolamento, con un po’ di ansia, devo altresì ammettere, perché da qualche tempo con gli arbitri non siamo fortunati. Certo, ad essere un po’ più fiscali ci poteva essere un rigore su Pio Esposito non sanzionato per un abbraccio non proprio fraterno di un difensore gialloblù. I moviolisti l’hanno definito un contatto lieve, come d’altronde anche lo stesso direttore di gara, ma io non sono affatto d’accordo, anche perché come si definisce un contatto lieve e duro nell’intensità per decretare un calcio di rigore? Non si considera la volontarietà di arrecare un danno all’avversario? La spinta sul nostro Pio Esposito c’era tutta, quindi secondo me il rigore c’era e si doveva fischiare. Per fortuna la dea bendata ha fatto da giustiziera e nei minuti finali ci ha concesso ciò che ci era stato tolto; un cross di Barella in area scaligera è stato depositato in rete da un difensore veronese, con una classica autorete, non volontaria, con il tocco di testa che ha spiazzato il portiere. Alla fine ciò che ci interessa sono i tre punti; in altre circostanze abbiamo giocato molto bene e raccolto zero, come è capitato contro Udinese, Juve e Napoli, quindi, questa volta ci teniamo stretti questi punti; per il bel gioco sarà per la prossima volta, anche se a sprazzi, anche ieri s’è visto. Una piccola annotazione è doveroso farla al nostro mister Chivu: forse fare turnover contro l’Hellas Verona è stato un azzardo; si doveva giocare con i titolari inizialmente, magari poi fare gli opportuni cambi. Tanto mercoledì in Champions non giochiamo contro il Barcellona o il Real, dei modesti lavoratori pallonari. Ovviamente, non sottovalutiamo gli avversari, ma tutto questo timore è assolutamente fuori luogo. Siamo più forti, ma con le pedine giuste e motivate; poi il resto lo metterà il pubblico di San Siro, che è ritornato a essere l’assoluto trascinatore con il proprio entusiasmo delle gare interne. Voglio rimarcare come i nostri storici avversari stiano vivendo un periodo di magra e di frustrazione: amano più parlare dei presunti, direi solo presunti, aiuti arbitrali che delle loro squadre. Mi rendo conto che talvolta ci sono personaggi noti, più che normali tifosotti, che inveiscono contro quella collaudata, a loro modo di vedere, “Marotta League”, che ha il potere di cambiare lo stato delle cose. Ma queste affermazioni lasciano il tempo che trovano, non hanno fondamento, visto come siamo stati bistrattati, e non solo nelle ultime settimane, senza contare che ci hanno sottratto uno scudetto a favore di chi sta ancora godendo di una protezione senza pari, grazie alla comunicazione di un certo allenatore che è maestro in questo, avendo la capacità, in conferenza stampa, di sovvertire a proprio vantaggio azioni o episodi discutibili. Noi siamo l’Inter e di certe persone possiamo farne a meno; pensiamo in primis a noi stessi, che è la cosa basilare. Siamo i più forti e il tempo ci darà ragione! …Amala!!!!

Antonio Dibenedetto
Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.
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