Posts made in Settembre, 2025


Non c’è una logica spiegazione!

Credo che realmente, per raccontare ciò che è accaduto sabato pomeriggio allo Stadium di Torino, non ci sia una spiegazione logica. Contrariamente ad altre gare, m’è piaciuto l’approccio mentale, che è stato costante per tutta la gara; s’è visto e avvertito che i ragazzi volevano far risultato e, per come si stava evolvendo la gara, si stava avverando. Ma, come accade in queste circostanze, i fattori esterni hanno contribuito a una vittoria che i non colorati torinesi non hanno per niente meritato. Tirando le somme, la gara l’hanno fatta i ragazzi e si sono fatti infilare da situazioni che avrebbero potuto controllare benissimo, con più attenzione e magari un po’ di cattiveria in più. I mancati recuperi di Calhanoglu sul connazionale in occasione della rete del raddoppio bianconero e poi l’errata posizione, senza peraltro possibilità di recupero di Akanji, hanno determinato la rete del vantaggio. La cosa che mi è piaciuta è stata la veemente reazione: hanno prima pareggiato con Calhanoglu e poi, nella ripresa, s’è ribaltato il risultato sul 3 a 2, è stata la gara della svolta del turco? Speriamo di sì. Non è possibile che tutti i giornalai esaltino i non colorati con un gioco espressamente di rimessa, tipico di una provinciale, sapendo gestire le ripartenze, ma è altresì vero che di azioni manovrate se ne sono viste ben poche, cosa che i nostri hanno dimostrato per tutto l’arco della gara. Perdere una gara dove anche il pareggio sarebbe stato ingiusto è davvero innaturale, tant’è che purtroppo è quanto accaduto sabato scorso. Ora si cercano i capri espiatori da fare fuori; mi chiedo però perché in società non si siano fatti un esame di coscienza. Hanno creato una squadra che continua ad arraspare, che paga la condizione fisica non proprio ottimale, con persone che, in là con gli anni, arrancano e si denota in campo. Ritengo che si debba fare una vera e propria rivoluzione; oramai il prossimo anno, non credo che a gennaio ci possa essere una rivoluzione in tal senso, dobbiamo ancora una volta doverci sorbire persone che cercano di lottare contro i propri limiti; per carità, nulla da dire, ma ci vuole ben altro per essere competitivi. Questi tre punti si potevano portare a casa, non dico agevolmente, ma quasi, vista la pochezza della squadra avversaria. Da tutto ciò deriva anche la considerazione che, quando hai la possibilità di fare del male agli odiati avversari e non ci riesci, allora c’è qualcosa che va oltre l’umana comprensione. Io non vorrei dire una bestialità, ma secondo me la formazione che deve scendere in campo viene imposta a Chivu. Spero vivamente di sbagliarmi, ma ritengo che non può e non deve giocare un calciatore, seppure il capitano, dopo aver fatto un volo transoceanico con impegni con la nazionale in località che ti tolgono il fiato; giocandoci, e tu che fai lo proponi da titolare? E poi vedere Mkhitaryan che passeggia in campo, Barella che è sempre pronto a protestare con tutto e tutti, denota che non è sereno. E poi, atto dolente, la difesa. Da qualche anno stiamo diventando l’allegra brigata; anche lo stesso Bastoni non assicura quella sicurezza degli anni passati. Ma di un Sommer che si fa bucare da due tiri da 30 metri, ne vogliamo parlare? Se voleva andare via come altri in rosa, perché trattenerli? Chivu si deve rendere conto che deve dare una svolta al suo ruolo di allenatore e valutare con occhio sereno chi deve stare in campo e chi deve accomodarsi in panchina, in maniera autoritaria e senza alcun tipo di ripensamento. Tanto, se paga, è solo lui il responsabile; deve rendersi conto che non deve far intervenire fattori esterni alle sue decisioni. Non voglio per niente accennare a tutto il patrimonio di giovani che sono stati acquistati per abbassare la media di età, ma se non li fai giocare, come possiamo valutarli? Ultima nota dolente: arbitraggi! Anche ieri ci sono state delle situazioni cervellotiche. Non mi piace porre l’appunto su presunti torti o altro, ma quando perdi una gara al 93esimo per una rete viziata da un falletto, come dicono i saccenti pallonari, ma io vorrei sapere: per essere fallo da fischiare si deve rischiare l’amputazione oppure deve scorrere sangue vivo? Se è fallo, è fallo; non ci sono altre alternative, tant’è che il direttore di gara aveva il fischietto in bocca per fischiare il fallo su Bonny e poi? S’è rinsavito? Certo, fischiare annullando un bel goal sarebbe stato lesa maestà per i non colorati, mentre per noi normale amministrazione. Non voglio, per carità, attaccarmi a queste condizioni, ma quando ti capitano due episodi nelle ultime due giornate, qualcosa sta accadendo. Sicuramente si potrebbe dire che chi si attacca a questi discorsi è l’alibi preferito dei perdenti, ma vorrei capire: se fosse accaduto a parti invertite, tutti avrebbero inneggiato alla Marotta league. Abbiamo le spalle larghe, consapevoli che la svolta ci deve esserci a partire da martedì in Champions. Noi siamo l’Inter e giochiamo senza alcun timore, consapevoli che abbiamo la forza e il carattere giusto per risollevarci! …Amala!!!!

Antonio Dibenedetto   

Vivere con questi colori nel cuore è  stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.                

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Tutto come… prima!


Scritto Da il 1/Set/2025

Tutto come… prima!

La cinquina illusoria realizzata contro un modesto Torino ci aveva fatto intendere che quest’anno la squadra avrebbe compiuto un tragitto fatto di un gioco più confacente a una squadra di rango, con una manifesta superiorità che si sarebbe dovuta vedere a priori; invece, è bastato un team ben organizzato, tosto e fisico a metterci in difficoltà. Gli aspetti negativi si sono registrati subito: perdevamo le cosiddette seconde palle e non riuscivamo a essere lineari nei passaggi; a tratti s’è rivista quella squadra cara a Inzaghi, quel tic-toc odioso che non porta da nessuna parte. È cervellotico questo passo indietro, nei termini e nei modi in cui s’è verificato in un primo tempo dove abbiamo fatto tutto noi: davvero assurdo! In un’unica occasione s’è visto quello spirito combattivo dimostrato nella prima gara, con passaggi diretti sfociati nella rete di Dumfries, che ha insaccato con un tap-in facile, facile. Già l’olandese, che davvero è croce e delizia di questa squadra, non riesce ad incidere e ne combina sempre una delle sue. Il rigore assegnato per un fallo di mano è da regolamento, si sa dallo scorso anno, ma chiedo a chi di competenza: come fa un calciatore a saltare con le mani dietro la schiena? Dovrebbero spiegarlo in una posizione defilata che non poteva nuocere a nessuno. Ora, queste sono situazioni in cui fare attenzione; per le prossime volte non vorrei che a pagarla sia sempre e solo l’Inter, com’è successo lo scorso anno con Darmian. Altro giocatore che è fuori dagli schemi è il tedesco Bisseck, un cavallo pazzo che non ha il minimo senso del gioco. Come può un difensore retrocedere e far avanzare l’avversario, lasciandogli l’intero specchio della porta per calciare? Non è assolutamente possibile un simile errore di chi gioca in Serie A. Vorrei fare una domanda a Marotta: se una squadra inglese ti offre 32 milioni di euro per acquistare questo giocatore, perché ti rifiuti? Io l’avrei portato, anzi l’avrei accompagnato in macchina, e con quei soldi davvero avrei preso un centrale difensivo. Altra domanda: perché poi è stato acquistato un altro centrocampista, in un reparto già in surplus? Aveva senso? Sono stati spesi tanti soldi in maniera davvero poco oculata, e non crediamo che il budget imposto dal fondo fosse irrisorio; con gli oltre 100 e passa milioni spesi si poteva fare una campagna acquisti mirata e ben precisa. Invece si è dato sfogo ai giornalai di pressioni su giocatori che magari non interessavano, ma in tal caso ci doveva essere l’opportuna smentita senza creare nel tifoso la certezza di una rosa ben rinforzata. Invece si è sempre con la stessa squadra, che ha purtroppo un anno in più, quindi non lamentiamoci se poi vedremo ancora delle gare come quella di ieri sera. Ritengo poi che se si continua così, credo che, anzi ne sono certo, che a Natale saremo fuori dai giochi. La nostra disillusione deriva dall’incapacità della società di acquistare quello che serve in seno a una squadra logora e senza motivazioni. Bisogna avere una certa coerenza e affermare che quest’anno la squadra è questa e lottiamo per un piazzamento onorevole nei primi quattro. Inutile inorgoglirsi se i presunti saccenti e giornalai ci annoverano tra le squadre che ambiscono al titolo; ci vuole ben altro. Tutti gli altri club si stanno rinforzando, e aggiungerei alla grande, con acquisti di un certo tipo, che sono utili alla causa proposta per il campionato, su tutti i cuginastri, ma anche i partenopei, per non parlare dei non colorati. Il nostro immobilismo mi fa davvero paura nel non vedere le falle che ha questa squadra. Certo, il secondo tempo di ieri aveva fatto ben sperare in un ribaltamento del risultato, ma è stato davvero complicato, con quegli armadi friulani che non hanno fatto passare neanche una mosca, ribattendo ogni tentativo di raggiungere neanche il pareggio che a conti fatti non avrebbe cambiato nulla, però almeno non avevamo perso onore e gloria. Concludo con un mio pensiero: spero che a conti fatti si cerchi di trovare la quadratura di un cerchio che, allo stato attuale, è davvero dura da realizzare. Così non si può andare avanti cercando d’intervenire a gennaio per un mercato riparatorio che risulterebbe davvero inutile per le nostre sorti. Io sono dell’opinione che una squadra va formata prima del ritiro precampionato; inutile tergiversare: se devi acquistare un calciatore, devi intervenire prontamente, senza se e ma, cercando di risparmiare. Quello lo si fa dal pizzicagnolo dietro l’angolo e non per una società come l’Inter: a buon intenditor…Amala!!!!

Antonio Dibenedetto 

Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.

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