Inter Club Fano


Non c’è una logica spiegazione!

Credo che realmente, per raccontare ciò che è accaduto sabato pomeriggio allo Stadium di Torino, non ci sia una spiegazione logica. Contrariamente ad altre gare, m’è piaciuto l’approccio mentale, che è stato costante per tutta la gara; s’è visto e avvertito che i ragazzi volevano far risultato e, per come si stava evolvendo la gara, si stava avverando. Ma, come accade in queste circostanze, i fattori esterni hanno contribuito a una vittoria che i non colorati torinesi non hanno per niente meritato. Tirando le somme, la gara l’hanno fatta i ragazzi e si sono fatti infilare da situazioni che avrebbero potuto controllare benissimo, con più attenzione e magari un po’ di cattiveria in più. I mancati recuperi di Calhanoglu sul connazionale in occasione della rete del raddoppio bianconero e poi l’errata posizione, senza peraltro possibilità di recupero di Akanji, hanno determinato la rete del vantaggio. La cosa che mi è piaciuta è stata la veemente reazione: hanno prima pareggiato con Calhanoglu e poi, nella ripresa, s’è ribaltato il risultato sul 3 a 2, è stata la gara della svolta del turco? Speriamo di sì. Non è possibile che tutti i giornalai esaltino i non colorati con un gioco espressamente di rimessa, tipico di una provinciale, sapendo gestire le ripartenze, ma è altresì vero che di azioni manovrate se ne sono viste ben poche, cosa che i nostri hanno dimostrato per tutto l’arco della gara. Perdere una gara dove anche il pareggio sarebbe stato ingiusto è davvero innaturale, tant’è che purtroppo è quanto accaduto sabato scorso. Ora si cercano i capri espiatori da fare fuori; mi chiedo però perché in società non si siano fatti un esame di coscienza. Hanno creato una squadra che continua ad arraspare, che paga la condizione fisica non proprio ottimale, con persone che, in là con gli anni, arrancano e si denota in campo. Ritengo che si debba fare una vera e propria rivoluzione; oramai il prossimo anno, non credo che a gennaio ci possa essere una rivoluzione in tal senso, dobbiamo ancora una volta doverci sorbire persone che cercano di lottare contro i propri limiti; per carità, nulla da dire, ma ci vuole ben altro per essere competitivi. Questi tre punti si potevano portare a casa, non dico agevolmente, ma quasi, vista la pochezza della squadra avversaria. Da tutto ciò deriva anche la considerazione che, quando hai la possibilità di fare del male agli odiati avversari e non ci riesci, allora c’è qualcosa che va oltre l’umana comprensione. Io non vorrei dire una bestialità, ma secondo me la formazione che deve scendere in campo viene imposta a Chivu. Spero vivamente di sbagliarmi, ma ritengo che non può e non deve giocare un calciatore, seppure il capitano, dopo aver fatto un volo transoceanico con impegni con la nazionale in località che ti tolgono il fiato; giocandoci, e tu che fai lo proponi da titolare? E poi vedere Mkhitaryan che passeggia in campo, Barella che è sempre pronto a protestare con tutto e tutti, denota che non è sereno. E poi, atto dolente, la difesa. Da qualche anno stiamo diventando l’allegra brigata; anche lo stesso Bastoni non assicura quella sicurezza degli anni passati. Ma di un Sommer che si fa bucare da due tiri da 30 metri, ne vogliamo parlare? Se voleva andare via come altri in rosa, perché trattenerli? Chivu si deve rendere conto che deve dare una svolta al suo ruolo di allenatore e valutare con occhio sereno chi deve stare in campo e chi deve accomodarsi in panchina, in maniera autoritaria e senza alcun tipo di ripensamento. Tanto, se paga, è solo lui il responsabile; deve rendersi conto che non deve far intervenire fattori esterni alle sue decisioni. Non voglio per niente accennare a tutto il patrimonio di giovani che sono stati acquistati per abbassare la media di età, ma se non li fai giocare, come possiamo valutarli? Ultima nota dolente: arbitraggi! Anche ieri ci sono state delle situazioni cervellotiche. Non mi piace porre l’appunto su presunti torti o altro, ma quando perdi una gara al 93esimo per una rete viziata da un falletto, come dicono i saccenti pallonari, ma io vorrei sapere: per essere fallo da fischiare si deve rischiare l’amputazione oppure deve scorrere sangue vivo? Se è fallo, è fallo; non ci sono altre alternative, tant’è che il direttore di gara aveva il fischietto in bocca per fischiare il fallo su Bonny e poi? S’è rinsavito? Certo, fischiare annullando un bel goal sarebbe stato lesa maestà per i non colorati, mentre per noi normale amministrazione. Non voglio, per carità, attaccarmi a queste condizioni, ma quando ti capitano due episodi nelle ultime due giornate, qualcosa sta accadendo. Sicuramente si potrebbe dire che chi si attacca a questi discorsi è l’alibi preferito dei perdenti, ma vorrei capire: se fosse accaduto a parti invertite, tutti avrebbero inneggiato alla Marotta league. Abbiamo le spalle larghe, consapevoli che la svolta ci deve esserci a partire da martedì in Champions. Noi siamo l’Inter e giochiamo senza alcun timore, consapevoli che abbiamo la forza e il carattere giusto per risollevarci! …Amala!!!!

Antonio Dibenedetto   

Vivere con questi colori nel cuore è  stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.                

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Tutto come… prima!


Scritto Da il 1/Set/2025

Tutto come… prima!

La cinquina illusoria realizzata contro un modesto Torino ci aveva fatto intendere che quest’anno la squadra avrebbe compiuto un tragitto fatto di un gioco più confacente a una squadra di rango, con una manifesta superiorità che si sarebbe dovuta vedere a priori; invece, è bastato un team ben organizzato, tosto e fisico a metterci in difficoltà. Gli aspetti negativi si sono registrati subito: perdevamo le cosiddette seconde palle e non riuscivamo a essere lineari nei passaggi; a tratti s’è rivista quella squadra cara a Inzaghi, quel tic-toc odioso che non porta da nessuna parte. È cervellotico questo passo indietro, nei termini e nei modi in cui s’è verificato in un primo tempo dove abbiamo fatto tutto noi: davvero assurdo! In un’unica occasione s’è visto quello spirito combattivo dimostrato nella prima gara, con passaggi diretti sfociati nella rete di Dumfries, che ha insaccato con un tap-in facile, facile. Già l’olandese, che davvero è croce e delizia di questa squadra, non riesce ad incidere e ne combina sempre una delle sue. Il rigore assegnato per un fallo di mano è da regolamento, si sa dallo scorso anno, ma chiedo a chi di competenza: come fa un calciatore a saltare con le mani dietro la schiena? Dovrebbero spiegarlo in una posizione defilata che non poteva nuocere a nessuno. Ora, queste sono situazioni in cui fare attenzione; per le prossime volte non vorrei che a pagarla sia sempre e solo l’Inter, com’è successo lo scorso anno con Darmian. Altro giocatore che è fuori dagli schemi è il tedesco Bisseck, un cavallo pazzo che non ha il minimo senso del gioco. Come può un difensore retrocedere e far avanzare l’avversario, lasciandogli l’intero specchio della porta per calciare? Non è assolutamente possibile un simile errore di chi gioca in Serie A. Vorrei fare una domanda a Marotta: se una squadra inglese ti offre 32 milioni di euro per acquistare questo giocatore, perché ti rifiuti? Io l’avrei portato, anzi l’avrei accompagnato in macchina, e con quei soldi davvero avrei preso un centrale difensivo. Altra domanda: perché poi è stato acquistato un altro centrocampista, in un reparto già in surplus? Aveva senso? Sono stati spesi tanti soldi in maniera davvero poco oculata, e non crediamo che il budget imposto dal fondo fosse irrisorio; con gli oltre 100 e passa milioni spesi si poteva fare una campagna acquisti mirata e ben precisa. Invece si è dato sfogo ai giornalai di pressioni su giocatori che magari non interessavano, ma in tal caso ci doveva essere l’opportuna smentita senza creare nel tifoso la certezza di una rosa ben rinforzata. Invece si è sempre con la stessa squadra, che ha purtroppo un anno in più, quindi non lamentiamoci se poi vedremo ancora delle gare come quella di ieri sera. Ritengo poi che se si continua così, credo che, anzi ne sono certo, che a Natale saremo fuori dai giochi. La nostra disillusione deriva dall’incapacità della società di acquistare quello che serve in seno a una squadra logora e senza motivazioni. Bisogna avere una certa coerenza e affermare che quest’anno la squadra è questa e lottiamo per un piazzamento onorevole nei primi quattro. Inutile inorgoglirsi se i presunti saccenti e giornalai ci annoverano tra le squadre che ambiscono al titolo; ci vuole ben altro. Tutti gli altri club si stanno rinforzando, e aggiungerei alla grande, con acquisti di un certo tipo, che sono utili alla causa proposta per il campionato, su tutti i cuginastri, ma anche i partenopei, per non parlare dei non colorati. Il nostro immobilismo mi fa davvero paura nel non vedere le falle che ha questa squadra. Certo, il secondo tempo di ieri aveva fatto ben sperare in un ribaltamento del risultato, ma è stato davvero complicato, con quegli armadi friulani che non hanno fatto passare neanche una mosca, ribattendo ogni tentativo di raggiungere neanche il pareggio che a conti fatti non avrebbe cambiato nulla, però almeno non avevamo perso onore e gloria. Concludo con un mio pensiero: spero che a conti fatti si cerchi di trovare la quadratura di un cerchio che, allo stato attuale, è davvero dura da realizzare. Così non si può andare avanti cercando d’intervenire a gennaio per un mercato riparatorio che risulterebbe davvero inutile per le nostre sorti. Io sono dell’opinione che una squadra va formata prima del ritiro precampionato; inutile tergiversare: se devi acquistare un calciatore, devi intervenire prontamente, senza se e ma, cercando di risparmiare. Quello lo si fa dal pizzicagnolo dietro l’angolo e non per una società come l’Inter: a buon intenditor…Amala!!!!

Antonio Dibenedetto 

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Una svolta di… manita!


Scritto Da il 26/Ago/2025

Una svolta di… manita!

Dopo le scorie di una stagione esaltante, sino a un certo punto, che tristemente è sfociata, come tutti, purtroppo sappiamo, era il caso di ripartire, sicuramente voltare pagina su chi ha preferito i milioni alla possibilità di rendersi ancora più grande di quello che aveva fatto sinora. Tutti lo hanno osannato, anche io in parte, per quello che ha fatto a Milano, sponda Inter, ma razionalmente posso affermare anche quello che ci ha fatto perdere. È impensabile se il pensiero va alla finale di Champions persa malamente contro il PSG e dopo quello che è trapelato negli spogliatoi, a detta di chi ne sa di più, che aveva provato a portarsi in Arabia alcuni dei pilastri della nostra squadra. Non abbiamo la riprova, tant’è che a pensar male si fa peccato, ma talvolta ci si azzecca. E poi la società sapeva del suo interesse, avvalorato da fonti attendibili, di frequenti viaggi del figlio e della moglie in cerca di scuole per i figli, ben quattro mesi prima del suo addio. Ritengo comunque che bisogna anche considerare i tanti trofei lasciati per strada nei suoi quattro anni di gestione nerazzurra, con talune scelte cervellotiche che erano proprie del suo DNA. Abbiamo pure visto, ad onor del vero, giocare la squadra magnificamente e in altre occasioni in maniera davvero mediocre, salvata solo dalla classe di qualcuno in rosa. Sono scelte personali che vanno fatte in tutta tranquillità e con un minimo di spiegazione; questo almeno il popolo nerazzurro se lo meritava. E se poi lui ha scelto altro, forse avevano ragione le persone di una certa età che sostenevano: “Il tanto danaro fa riacquistare la vista anche ai ciechi!” (Inzaghi docet, premettendo che lui non aveva un contratto alla fame, giusto per intenderci.) Questa piccola appendice, permettetemelo, era un peso che avevo sullo stomaco e dovevo liberarmene sin da maggio. Ma non tutto è oro ciò che luccica; dopo quello scellerato addio, tutto è coinciso con il valzer degli allenatori, con un calciomercato di seconda linea, ma con acquisti mirati, a detta di chi capisce di calcio. Ci siamo strappati le vesti per il mancato arrivo di Lookman, ostaggio dei Percassi, a cui abbiamo dato un buon giocatore, certo facendo una buonissima plusvalenza, ma non abbiamo ancora fatto gli interventi che necessita questa squadra: un puntello difensivo d’eccellenza. Tanti giornalai hanno ricamato su frustrazioni di acquisti non concretizzati, di chi arriva e di chi parte; tant’è che quando c’è di mezzo l’Inter, tutti si ergono a protagonisti e intenditori di quel calcio che, secondo me, non conoscono affatto. Da statistiche, la rosa è ringiovanita ulteriormente, ma non nei punti cardine; ci vuole un intervento preciso, almeno nel centrale difensivo. Non si può continuare con Acerbi (37 anni) e de Vrij (33 anni), e che dire di Mkhitaryan (36 anni) Con tutto il bene di questo mondo, ma se arriva qualche acciacco, siamo nei guai. Quindi non si può partire con loro titolari, anche se la loro presenza in campo s’avverte: ma fino a quando? Lasciamo perdere e occupiamoci di un altro nervo scoperto: la questione allenatore! Tutti hanno storto il naso alla scelta di Chivu, interista doc che da oltre 25 anni respira aria nerazzurra. Certo, ha pochissima esperienza da allenatore di massima serie, ma ritengo che se non inizia, come può fare esperienza? Aspettiamo fiduciosi e non buttiamo la croce addosso a chi ci mette la faccia in ogni occasione; la sua calma è la sua virtù principale. Per una volta fidiamoci. Di chi invece inizio a dubitare sono i responsabili di mercato, la cui inoperosità mi fa davvero tremare. Manca una settimana e aspettiamo notizie sperando siano liete. Della gara di ieri sera non c’è molto da dire; dinanzi avevamo un Toro che pareva davvero una sorta di vitellino da latte, come recitava quella pubblicità: ci è piaciuto vincere facile! La cosa che mi è piaciuta è stata la condizione fisica; hanno corso tantissimo, tra i quali il capitano che era ovunque e Thuram che era davvero imprendibile, tutto sul pezzo. Ma quello che più mi ha impressionato è stato Sucic, gran bel giocatore che ha fatto davvero la differenza, dispensando passaggi precisi. Fantastico è stato il no-look per Marcus che l’ha mandato in rete. Davvero un bell’acquisto; le premesse sono ottime, vedremo nel proseguo. Ora domenica abbiamo un’altra gara casalinga contro l’Udinese, poi ci sarà una sosta che non mi piace affatto. Al rientro faremo visita ai non colorati; speriamo di riavere l’organico in tempo da poter preparare a dovere quell’importante impegno. Certo che i calendari oramai non hanno più un nesso logico; è vero che bisogna incontrare tutti, ma ci vuole un po’ di sano e razionale criterio. È vero che chi ben comincia è a metà dell’opera, però voglio sottolineare la voglia dei ragazzi di sovvertire quel risultato che ci ha condizionato un’intera estate. La manita restituita non certo al PSG, ma a una squadra che ha provato a metterci in difficoltà, non riuscendoci per il nostro vigore dimostrato e voglia di giocare: va bene così, forza ragazzi!   …Amala!!!!

Antonio Dibenedetto 

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Uno spettacolo indegno!!!!


Scritto Da il 3/Giu/2025

Uno spettacolo indegno!!!!

Questa stagione davvero assurda, dell’anno domini 2024 – 2025, verrà ricordata per come s’è conclusa con un epilogo davvero insperato, e quanto mai inaspettato, pensando a solo un mese fa. S’è passato da quella che poteva essere ricordata negli annali come una stagione fantastica, invece poi, quando tutto s’è concluso, dobbiamo ritenerla assolutamente fallimentare. Dove ricercare le colpe di questo grandissimo flop? Secondo me sono molteplici ed equamente divise, anche se poi pende tutto da due fattori prettamente dominanti: società e area tecnica in toto (in cui vanno compresi anche i calciatori). Una società che in questi ultimi anni ha avuto un bilancio assolutamente positivo, incamerando, con i successi ottenuti, delle cospicue entrate da più fronti, non può lesinare negli investimenti, ma se il loro diktat è stato sempre quello di ridurre le spese, non mi chiedo come mai in rosa ci sono ingaggi superiori alle aspettative, con età di giocatori che superano i trent’anni e oltre? Vanno fatte scelte oculate acquistando giovani calciatori che possano essere il futuro di questa squadra, che lottano e che sanno farsi valere, tal volta bisogna ricompattarsi e credere nelle proprie ambizioni creando una squadra forte per il futuro. Cosa che fortunatamente stanno facendo ora, dopo aver perso l’inverosimile, con acquisti mirati di giovani di belle speranze. In questo discorso va inserito anche la conduzione tecnica, non ci si può fossilizzare ottusamente con le proprie ideologie, bisogna essere camaleontici e poter optare con più soluzione, non sempre giocando allo stesso modo, esempio pratico in finale di Champions, dov’è s’è continuato con la partenza dal basso, ci può stare, ma non deve essere l’unica alternativa. Abbiamo avuto la riprova che la squadra ha necessità di cambiare registro, ci sono alternative che non sono valide e quindi non all’altezza, in ogni parte del campo e poi bisogna fare chiarezza, considerando questa squadra la sorella bistrattata di quella ammirata lo stesso anno, in quella cavalcata inesorabile verso la seconda stella. Certo alcuni calciatori hanno dalla loro l’età anagrafica non proprio fiorente, ma ci si doveva preoccupare per tempo. Ripercorrendo questo anno calcistico alla fine dei conti abbiamo sperperato di tutto e di più, perso una supercoppa, tanto fedele al nostro tecnico, con errori grossolani arbitrali, ci può stare, ma tutto ciò doveva essere un presagio di quello che poi si sarebbe verificato. S’è giocato tantissimo credendo di avere una rosa all’altezza della situazione, invece tutt’altro, abbiamo gettato alle ortiche una semi-finale di coppa Italia facendo credere ai cugini di essere rinati, tant’è che alla fine del campionato sono arrivati decimi e fuori da ogni competizione europea, con i preliminari di coppa già ad Agosto. Per lo scudetto poi questo è un capitolo a parte, avevamo tutto per farlo nostro, ma la nostra cervellotica forza di farci del male da soli, ha avuto il predominio, basti pensare che si pensava innanzitutto alla finale di Champions, raggiunta con tantissimo sacrificio e giocando anche un discreto calcio, ma prestando il fianco a prestazioni finali, in campionato, che hanno davvero causato un tracollo emozionale senza pari, pasti pensare che a mio modesto parere, se contro la Lazio si giocava con la stessa formazione che ha avuto la meglio nei confronti del Torino, forse le cose sarebbero andate diversamente. Non attacchiamoci al falso rigore concesso ai capitolini, una squadra forte e vincente, va oltre queste considerazioni perché se sei a un passo dall’obiettivo stagionale, non devi avere il braccino corto e accontentarti di un minimo vantaggio nel punteggio, tanto il pallone è rotondo, può sempre capitare qualcosa che ti rimette tutto in gioco: difatti contro la Lazio abbiamo perso lo scudetto con un pareggio che non è servito a nessuno, solo al Napoli. Veniamo poi a sabato 31 maggio, l’euforia era a mille, ci stavamo giocando la seconda finale di Champions in tre anni, ma l’approccio iniziale ha fatto intendere come sarebbe poi finita la partita: un disastro! Pazzesco prendere due reti in soli venti minuti in una finale, poi senza mordente e grinta essere letteralmente asfaltati nel computo finale, una manita che fa davvero tanto male, avvertito solo dall’onda nerazzurra assiepata sugli spalti, persone che per assistere a quello scempio, hanno speso migliaia di euro, per ricevere in cambio una terribile delusione che non passerà tanto facilmente. Chi vuole un qualcosa lotta, suda la maglia e non si fa mettere in mezzo, a mo’ di torello dagli avversari, che avevano motivazioni diverse e chiare perché hanno voluto fortemente quella coppa, la prima della loro storia, ottenuta giocando un bel calcio contro le nostre belle statuine. Tutti sotto lo standard con pagelle gara davvero impietose, che hanno testimoniato il loro perfetto lassismo in campo, inermi e alla mercè dei parigini. Ora a bocce ferme ci tocca rendere, da perfetti sportivi, omaggio ai vincitori che non ci hanno solo battuti, ci hanno travolti e umiliati sin dal primo minuto, con un gioco superiore in ogni zona del campo, con una determinazione superiore e una classe altrettanto superiore. Cosa dire l’Inter finisce nel peggiore dei modi una cavalcata europea che è stata per certi versi esaltante, ma è altrettanto vero che sarebbe da stupidi nascondere la catastrofe avvenuta sabato sera, e perché non possiamo dimenticarci come siamo arrivati a contenderci il trofeo. Come accade in questi casi, delle nostre disgrazie godono chi è felice per le sconfitte altrui, ma noi siamo ora più che mai consapevoli e uniti nella stessa passione di sempre verso questi colori, che godano pure chi ha speso centinaia di milioni senza avere tratto quelle vittorie che avrebbero voluto. Certo noi siamo andati vicino al vincere tutto, ma non sempre l’essere vicini porta giovamento, la cosa che conta è l’unica e che non abbiamo portato a casa alcun trofeo, questo è il dato di fatto principale e in considerazione che ci sarà necessariamente un terremoto societario, con una conduzione tecnica che sicuramente sceglierà altri lidi, ben più redditizi, con quei guadagni che si profilano, (certo cinquanta milioni di euro in due anni fanno un certo effetto), dovremo trovare una scelta giusta e adeguata, per una semi rivoluzione che necessita venga fatta. A Inzaghi si dovrebbe porgere comunque un ringraziamento per quello che ha fatto con l’Inter, giocando in un modo davvero bello da vedere, anche se nell’ultimo anno di quella squadra s’è visto pochissimo, tal volta mettendoci del suo. Nei suoi quattro anni ha implementato la nostra bacheca di ben tre supercoppe italiane, due coppe Italia e uno scudetto. Questo è indiscutibile, ma è altresì vero che abbiamo gettato alle ortiche ben altri due scudetti, e perché no, due finali di Champions, giocate in maniera diametralmente opposta, facendo la fortuna di chi non aveva mai vinto questa competizione. E’ l’occasione giusta di voltare pagina, ora ci tocca intraprendere un altro torneo, quel mondiale per club, che a mio modesto parere, farà ancora del male nella testa e nel fisico di quei giocatori che non potranno staccare la spina, per una stagione davvero interminabile. Chiudo con un personale commento: gli uomini e i calciatori passano, ma la fede per questi colori resta immutata, per questo mi piace sottolineare quello che ha sempre sostenuto il nostro immenso Giacinto: “Ci sono giorni in cui essere Interista è facile, altri in cui è doveroso e giorni in cui esserlo è un onore”. Buona estate a tutti!!  …Amala!!!!

Antonio Dibenedetto

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Il giusto epilogo?


Scritto Da il 24/Mag/2025

Il giusto epilogo?

Il Campionato più assurdo degli ultimi anni, colmo di “retropensieri” e azioni che vanno contro la più logica interpretazione del gioco del calcio, con un club che si può permettere di gestire a proprio piacimento orari delle gare e spostamenti vari, dovendo alla fine disputare una sola gara settimanale, tutto ciò permesso da una Lega, che non sempre fa gli interessi degli associati. Di un tecnico che in tempi non sospetti ha gridato allo scandalo per la mancata comunicazione degli operatori ai monitor, (a volte, anzi spesse volte, messi in discussione con atteggiamenti non del tutto propositivi) che non sempre hanno fatto il loro compito. Un campionato in sintesi che ha dimostrato, qualora ce ne fosse stato bisogno, che non sempre vince la squadra migliore, le congiunzioni astrali hanno determinato altresì che la forza di una squadra va dimostrata nel numero delle gare che disputa in una stagione, noi quest’anno siamo quasi a quota sessanta, una ventina in meno di chi ha rivolto le proprie energie alla sola gara settimanale, steccando verosimilmente e talvolta noi non siamo stati capaci di approfittarne, per demeriti nostri ma aiutati con situazioni che sono state esuli dalle nostre possibilità, con tracce audio “occultate” in occasioni di palesi errori arbitrali che alla fine ci hanno costato la bellezze di ben 10 punti a conti fatti è tutto riassunto in questi dati fondamentali. Un campionato che con diritto poteva essere annoverato nella lista della top five dell’Inter, invece sono finiti in bacheca di altri club: dopo Sampdoria 90/91, Juve 97/98, Juve 01/02, Milan 21/22 e infine Napoli 24/25, non ci tocca che metabolizzare in fretta una sconfitta finale, che com’è avvenuta, brucia terribilmente. In giro s’è sempre detto, specie dai saccenti pallonari e da chi si ritiene invincibile, che l’alibi preferito dei perdenti sono gli arbitri e tutto ciò che ruota intorno, ma in queste condizioni con un campionato falsato sin dalla Supercoppa di Riad, allora mi sa che tutto non quadra. Mi rendo conto che a pensare male, che bisogna credere alla buonafede di chi dirige le gare, si fa peccato ma il più delle volte ci s’azzecca. Oramai tutto è stato definito, indietro non si può tornare, è giusto che festeggi chi è stato benevolmente unto da un qualcosa di inverosimile, ma ritengo che in società per un prossimo futuro dimostrino di avere gli attributi e farsi sentire, non ricorrendo nuovamente in queste cervellotiche dinamiche. Per fortuna questa “farsa campionato” è finita, sotto gli occhi anche di chi non vuol vedere la reale situazione di quello che stiamo vivendo calcisticamente, per fortuna l’Europa ci dà ancora credito, mentre in altre nazioni si giocano coppe tra di loro, in Italia siamo tutti esterofili e se una squadra italiana lottando in ogni gara, facendo un percorso quasi netto raggiunge quel sogno a cui ambiscono coloro che hanno speso centinaia di milioni e mestamente sono state relegate in angoli bui in cui assumersi quelle colpe che talvolta è meglio gettare su altri, per non credere ai propri fallimenti. Ora tutti che aspettano al varco Inzaghi, il nostro condottiero che di riffa e di raffa in questo periodo ha portato nelle casse societarie tantissime centinaia di milioni, disputando la seconda finale di Champions in soli tre anni, a memoria ricordo il solo mitico H.H. capace di un’impresa del genere, certo lui le vinse entrambe, ma diamo al nostro caro Simone, la chance di potersi disputare in tutta serenità quest’ennesima possibilità. Un’ultima annotazione sul nostro tecnico, da più parti il coro univoco è che “poteva fare meglio”, certamente ma perché il solo Inzaghi? Conte ha vinto uno scudetto facendo investire al suo presidente qualcosa come 150 milioni, per non parlare dei non colorati che hanno speso quanto una finanziaria e forse con il rotto della cuffia riescono a centrare una qualificazione Champions, che sarebbe per loro il minimo obiettivo, e dei cuginastri che hanno dilapidato di tutto e di più, ritrovandosi infine in una posizione di classifica fuori da ogni ambizione europeo e pronta a fare l’ennesimo ribaltone. Mentre a Inzaghi la società ha comprato il solo Martinez, portierino di belle speranze future, Zielinsky e Taremi a zero. È colpa di Inzaghi se la società gli compra il solo Palacios, che fa fatica pure a entrare in un organico come il Monza che è retrocesso? Purtroppo l’Inter ha vissuto anni difficili sul mercato, ma questa analisi va fatta anche a 360 gradi. Magari in società potevano prevedere una situazione del genere e dovevano essere pronti per un ricambio generazionale, questo a detta dei tantissimi giornalai che hanno sempre dichiarato che noi avevamo un organico tale da imbastire ben due squadre, non è affatto vero perché l’Inter vista a più riprese quest’anno e con i titolari non è mai stata vista soccombere contro nessuno, cosa diversa per le riserve. Ma ora concentriamoci verso l’epilogo di una stagione estenuante, con coraggio dobbiamo affrontare l’ultimo ostacolo che al fine dei conti questa stagione possa risultare, comunque trionfale: crediamoci perché noi siamo l’Inter e basta! …Amala!!!!

Antonio Dibenedetto

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Tutto è stato deciso… !


Scritto Da il 19/Mag/2025

Tutto è stato deciso… !

Chi è causa del suo mal pianga sé stesso, mai tale affermazione, dopo ieri sera, è più vera. Analizzando la gara contro la Lazio si possono affermare alcune considerazioni: talvolta i retropensieri, tanto cari al sig. Conte, sono tornati in auge e ci hanno colpito in maniera inesorabile, tant’è che eravamo costretti a vincere per poter continuare a credere in quello che era assolutamente alla nostra portata, quello scudetto oramai svanito senza che si possa credere in qualcosa di diverso, diciamo un misero un per cento, ma nulla più. La cosa però che ha contraddistinto il nostro campionato è stata l’assoluta incapacità di poter giocare, non dico per novanta minuti, ma almeno una buona parte come sappiamo in entrambe le frazioni di gioco. Anche ieri sera siamo passati da un buon primo tempo, giocato con azioni di un certo spessore, lasciando ai capitolini alcune ripartenze e sbloccando il risultato al tramonto della prima frazione. Tutto faceva presagire che la ripresa avrebbe dovuto avere lo stesso cliché, continuando a giocare per poter portare a casa tranquillamente la vittoria, invece abbiamo mestamente smesso di giocare lasciando campo ai laziali. Non mi sono piaciute alcune letture di gara con cambi non effettuati al momento giusto, il centrocampo stava soffrendo, con Barella offuscato e Mkhitaryan non lucido come al solito e impacciato, un Calhanoglu nervoso e Inzaghi cosa fa? Fa i tre cambi al 91esimo, nella parte nevralgica del campo, quando oramai non c’era più nulla da dire: tutto era compiuto! In queste gare nelle quali tocca dare il massimo, senza lesinare nulla, abbiamo il braccino corto, siamo in sofferenza, è vero che la stagione è stata estenuante ed è dura senza riserve all’altezza, basta un piccolo calo di forma fisica nei migliori, che si va a gambe all’aria, non ci sono alternative valide purtroppo. Se ce ne fosse stato bisogno abbiamo constatato ancora una volta l’assoluta incapacità di giocare a calcio di Taremi, un bradipo per antonomasia, produttivo in nessuna parte del campo, anche se i commentatori di Dazn non mi spiego come mai continuavano a ripetere che era in ascesa, ma de che, secondo me non può giocare manco in serie C, altro che Inter. Purtroppo il problema serio di quest’anno sono stati gli attaccanti, non all’altezza e che si sono tenuti in rosa nonostante le scarse attitudini a inserirsi e giocare in questa squadra, si se abbiamo perso questo scudetto è anche colpa loro condivise in toto con società e innanzitutto con il mister Inzaghi, io non mi smentisco se dico che doveva battere cassa nel mercato di riparazione scegliendo attaccanti navigati che avevano ancora cartucce da sparare, non come quelli che abbiamo che sparano a salve. Un piccolo approfondimento su Arnautovic, non mi spiego se un giocatore della sua presunta caratura, non è capace di segnare da due passi, e poi sapendo di essere in fuorigioco va a colpire una palla masticata da Carlos che in assurdo poteva finire in rete, l’austriaco mi ricorda un calciatore, della mia infanzia, tale Egidio Calloni, di tutt’altra sponda per fortuna, che inverosimilmente sbagliava reti facili, facili: ebbene anche noi abbiamo avuto ultimamente il nostro Calloni. Sinora non ho parlato di arbitri, ma non posso esimermi dall’esternare quello che penso, in primis su Chiffi un arbitro tanto scarso quanto incoerente, ricorderete che quest’uomo ne ha combinato di ogni quando ci ha arbitrato, dal rigore negato su Thuram nel derby, netto solare solo lui e in sala var non hanno visto, e anche ieri sera ci sono state tante decisioni che ci hanno lasciato perplessi e disorientati. Qualcuno ha sempre detto che dichiarare la propria inefficacia tecnico tattica inveendo agli errori arbitrali, è segno di cercare alibi, sono d’accordo ma con quello che sta accadendo sinora si sta rasentando il ridicolo. Forse ieri sera avremmo dovuto vincere di nostro in maniera forte e chiara, ma è anche corretto far notare che, non solo ieri sera, ci sono stati tanti errori ai danni dell’Inter. Per oltre un anno si è parlato di Marotta’s League, di Inter favorita, ma ritengo che l’Inter è stata parecchio svantaggiata, non posso dire che c’è una costruzione per sfavorirla, ma dico che la classe arbitrale italiana è talmente scarsa e ci hanno svantaggiati. Lo so che a pensar male si fa peccato, ma spesse volte ci si azzecca, poi capitano a fagiolo le dichiarazioni di Guida campano che ha dichiarato che non vuole arbitrale più il Napoli, e tu Rocchi che fai lo metti in sala var nella gara dell’antagonista dei partenopei, allora tutto è chiaro e lampante. Sono davvero stanco e stufo di quest’annata disdicevole, è vero che ci abbiamo messo del nostro, ma in questo modo come siamo stati maltrattati non mi va proprio giù. Ultime due considerazioni, con una rosa e una squadra migliore di tutte le altre, mio caro Inzaghi non è possibile vincere un solo scudetto, regalandone uno ai cugini e l’altro ai campani, con quell’antipatico e saccente “parruccone”, questo è il dato di fatto che non sempre vincono i migliori. Ultima considerazione: prendiamo a esempio Bisseck contro la Roma, i vertici arbitrali hanno ammesso l’errore, ma ci è costato un punto quello che attualmente fa la differenza. Oltre al danno la beffa, anche perché poi è così inconcepibile tant’è che si è continuato sulla stessa falsa riga: assurdo!   …Amala!!!!

Antonio Dibenedetto

Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.

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Sino alla fine, con convinzione!!!

Quando tutto pareva essersi dissolto come neve al sole, ecco che ci si presenta una nuova possibilità di acciuffare quello scudetto che è nelle nostre corde, ma che ultimamente era parsa una vera utopia, sia ben chiaro non dipende assolutamente solo da noi, ma vuoi mettere che la buona sorte, almeno questa volta ci possa dare una sostanziale mano? Noi ci crediamo e poi sarà quel che sarà. Riavvolgiamo il nastro degli eventi passati, certo dopo le sconfitte con Bologna in trasferta e Roma in casa, piccola appendice chissà se quel rigore sacrosanto e negato a Bisseck, con un pareggio che ci poteva stare, con quel punto che spero non possa fare la differenza a fine stagione, ovviamente speriamo di no, bene con questa condizione pareva che tutto ci fosse crollato addosso senza alcuna replica, due sconfitte che avrebbero determinato la nostra uscita dalla lotta scudetto. Invece i ragazzi con il senno di poi si stanno guadagnando ancora una piccola, una flebile chance di trionfo, due vittorie con Verona e Torino con quelle seconde linee, tanto acclamate e decantate, da tutti quei giornalai saccenti, che finalmente hanno fatto la loro parte, parzialmente anche la differenza in campo, l’Inter ha rosicchiato ben due punti al Napoli che è stato fermato in casa da un Genoa non certo remissivo. Dalle dichiarazioni di fine partita, il caro amico “parruccone”, tra le righe sì è avvertito una specie di lamento, com’è nel suo essere, quel suo stile di piagnucolare contro la malasorte e contro congiunzioni astrali contrarie. Ha detto a chiare linee che ieri se c’era una squadra che avrebbe meritato la vittoria era sicuramente la sua squadra, mentre gli avversari hanno fatto due tiri in porta peraltro segnando due reti. Ma il caro Conte s’è dimenticato quando raddrizzava e vinceva le partite con il minimo scarto, con gare non proprie eccelse sul piano tecnico e tattico, talvolta nelle affermazioni bisogna essere coerenti e non cercare alibi, vatti a rileggere quelle che sono state le gare dell’ultimo periodo e forse capirai che ci vuole realismo e coraggio delle proprie azioni, poi con uno stipendio come il tuo, dovrebbe essere il minimo. Lasciamo da parte i piagnistei altrui e focalizziamoci su un qualcosa che è stato davvero eccezionale: la semifinale di ritorno di Champions. Tutto il mondo pallonaro ci dava per sconfitti, anche in patria tutti i tifosi avversari specialmente quelli biancorossoneri non vedevano l’ora di farci il funerale, trovando l’occasione giusta per prenderci in giro, per quello che poteva essere, quel paventato triplete ma che stava svanendo. Dopo la sciagurata semi-finale di coppa Italia, persa malamente, ecco che si presentava la madre di tutte le gare di questa stagione, l’impresa titanica di giocare contro la squadra più forte del mondo, almeno da quello che asseriscono i saccenti giornalai, ma che di fatto detiene un parco giocatori invidiabile e di estrema classe. Noi all’andata avevamo dato un assaggio di quello che eravamo in grado di fare, in casa loro abbiamo lottato e sofferto come una grande squadra, seppur in vantaggio di due reti ci siamo fatti riprendere e superare, ma l’Inter ha dimostrato che vende cara la pelle, così raggiunto il meritato 3 a 3 ecco che la poteva risolvere, se non altro per un’unghia sporgente di Mkhitaryan che ha decretato il fuorigioco e annullato una rete che pareva regolare: tutto rimandato al ritorno. Il giorno del fantomatico ritorno, in casa nostra, il Meazza ribolliva di entusiasmo nerazzurro, non c’era più posto sugli spalti. Con questo clima favorevole e affascinante, i ragazzi hanno interpretato una gara coraggiosa, con lo stile battagliero di chi sa che si sta giocando un pezzo di storia. Lautaro pareva non essere della gara, invece da grande capitano ha stretto i denti e ha voluto partecipare alla contesa, dando il suo apporto e s’è visto. Ha fatto egregiamente la sua parte, marcando il cartellino con una rete e un rigore procurato, cosa volere di più da chi era in forse? Nulla: l’attaccamento del toro di Bahia Blanca s’è visto ed è stato sempre più che mai determinante. Ma ritengo che tutta la squadra ha giocato in modo impeccabile, forse nelle reti azulgrana un po’ di attenzione in più, in difesa, potevano metterla. Anche questa volta ci siamo fatti riprendere e superare, quando in vantaggio di due reti, gli ospiti hanno trovato la rete del sorpasso. Tutto finito? Macché, ecco viene fuori il coraggio della disperazione e quando ci si avviava verso il tramonto della gara, in una delle tante nostre sortite, dopo un’azione caparbia prima di Thuram e poi di Dumfries che ha messo in area bel cross, premiando l’estemporaneo avanzamento di Acerbi, che da esperto centravanti scaraventava in rete il delizioso cioccolatino. Sono tanti i giocatori che potevano ergersi a migliori in campo, ma nell’olimpo ci va uno strepitoso Sommer che ha annientato tantissime occasioni del Barca e le insidiose dinamiche Yamal, davvero un portento questo giocatore. Nei tempi supplementari i ragazzi hanno rimbattuto colpo su colpo e con il nostro centravanti di scorta, quel Davide Frattesi, abile nelle avanzate in area, ha usufruito della bellissima giocata di Thuram e dell’appoggio di Taremi, e ha scaraventato in rete il pallone che ci ha consacrati, certi e meritatamente, finalisti di Champions per la seconda volte in soli tre anni. Emozioni a mille per una squadra che sa farsi amare dai propri tifosi e ancor di più apprezzare da tutto il mondo pallonaro, che ha decretato questa gara come la migliore degli ultimi anni e che resterà nella storia della Champions. Già dicevo dal mondo pallonaro, tranne gran parte dell’Italia, in cui i gufi non hanno avuto modo di gioire restando abbacchiati sui loro trespoli, consci che i loro sforzi non hanno sortito l’effetto sperato, forse ci riproveranno il 31 maggio, ma a noi poco importa perché la finale ce la siamo meritata e ce la giocheremo al meglio, consci di quello che abbiamo fatto, ritenendo poi a bocce ferme, che tutto sommato, è stata ugualmente una fantastica stagione! Noi siamo l’Inter e ci proveremo e lotteremo in terra germanica, cercando di portare a casa quello che ci è stato negato tre anni or sono! …Amala!!!!

Antonio Dibenedetto

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Tutto in otto giorni!


Scritto Da il 27/Apr/2025

Tutto in otto giorni!

L’epilogo in campionato è arrivato nel peggiore dei modi, in otto giorni abbiamo gettato alle ortiche tutto quello di buono che s’era costruito nell’arco dell’anno. Anche in questo pomeriggio domenicale s’è avuta la riprova che questa squadra è sulle gambe e non ha una rosa attrezzata per più di una competizione, è bastata una squadra ben più motivata da far sovvertire ogni cosa. Certo la Roma era la squadra meno indicata da affrontare in questo particolare momento, veniva da ben 17 risultati positivi consecutivi, ben allenata da quella volpe di Ranieri che l’ha preparata alla grande, intravedendo la possibilità di far male a questa squadra che oramai è alla canna del gas: dopo una stagione davvero trionfale tutto è stato reso vano in soli otto giorni. Non ricordo a memoria di un’Inter che perde tre gare di seguito, eppure solo poco tempo fa tutti osannavano un tecnico che intravedeva la possibilità di un triplete, ripetendo le gesta di un certo Mourinho, che purtroppo è fatto di tutt’altra pasta e aveva una rosa di tutt’altro livello, con giocatori ben oltre la mediocrità di questi nella rosa attuale. Io imputo a Inzaghi un errore palese che attualmente evidenzia lo stato delle cose, mi spiego: non può continuare a mettere in campo calciatori che non stanno bene fisicamente, il mio pensiero va a Dimarco, non è più spigliato com’era tempo fa, si nota che l’infortunio gli ha tolto determinate certezze e continuando a farlo giocare così lo si mette dinanzi alla possibilità di fare brutte figure, non lo merita affatto. Frattesi non è quel giocatore determinante dello scorso anno, si denota che ha un conflitto interiore che ne determina le prestazioni, il mio pensiero è di lasciare andare chi non ha stimoli importanti con noi, di giocatori utili alla nostra causa ce ne sono in giro. Lautaro sta tirando la carretta da un po’, ma ritengo che non può continuare così, si vede che viene meno la lucidità, ma non avendo il sostituto idoneo non può fermarsi. Sostituti in attacco, qui la nota dolente. Inzaghi avrebbe dovuto imporsi in società, doveva battere i pugni e chiedere giocatori utili alla causa nerazzurra e basta con i parametri zero se poi sono come Taremi, doveva mettere in chiaro che era necessario acquistare almeno due attaccanti di livello, e altro anche a centrocampo, ci volevano giocatori degni e in grado di far rifiatare sia Thuram che Lautaro, altrimenti con questa coperta corta era necessario lottare su tre fronti? Sono tanti i giocatori da cambiare nella prossima stagione, ci vogliono acquisti qualificati e che siano in grado realmente di saltare l’uomo e giocare al meglio. Dei vari Correa, Taremi, Arnautovic, Asslani, Frattesi ma anche lo stesso Bisseck se ha mercato, e compagnia bella, ne faremmo a meno purché si sostituiscano con giocatori motivati che sappiano di dover giocare in una squadra, quale l’Inter, che ambisce sempre più a essere al vertice di ogni competizione. Sono bastate due squadre ben motivate come il Bologna, alla quale auguro di vincere la coppa Italia: lo merita, quindi un Roma ben concentrata in un piazzamento Champion alla sua portata per far crollare le nostre certezze purtroppo rette da fondamenta di sabbia, viste l’andamento delle gare dell’ultimo mese. Meglio non citare che abbiamo dato fiato anche all’altra sponda di Milano, avendo agevolato il loro passaggio in finale. Purtroppo questo è un copione già visto, abbiamo già vissuto una frustrazione simile, lasciando un campionato ben giocato ai cugini che hanno approfittato delle nostre leggerezze finali e quest’anno con tantissime probabilità faremo lo stesso regalo al Napoli, di speranze mio malgrado ne nutro davvero poche perché avvenga tutto il contrario. In cinque anni abbiamo vinto due scudetti e due li abbiamo regalati, non c’è che dire è un ottimo curriculum fatto di tantissima generosità. Caro Inzaghi potevi essere l’allenatore più vincete, ma per esserlo dovevi mostrare gli attributi, sia in società che con i giocatori e non essere sempre accondiscendente. Per essere ricordato non bastano le coppe Italia o le Supercoppe, ci vogliono titoli che ti ricordano e ne testimoniano la grandezza assoluta, senza dimenticare una Champions sfuggita sul fil di lana. A bocce ferme mi vengono in mente le tue dichiarazioni in conferenza stampa, quando un giornalaio dei tanti ti ha chiesto del triplete e della possibilità di conquistarlo, tu gli hai fatto segno di quattro, erano i titoli che avresti conquistato. Rubando una frase cara al mitico Trap: non dire gatto se non l’hai nel sacco, prima bisogna conquistarli i titoli e poi pavoneggiarsi, altrimenti verrai beffeggiato da chi allo stato attuale riusciamo a dare una ragione di vita, di società che hanno speso tantissimo, e nonostante tutto stanno galleggiando nella loro mediocrità e si trovano a godere dei nostri insuccessi, purtroppo lo sport preferito dei biancorossoneri è questo, diamo un sorriso e una ragione alla loro frustrazione. Ora sarà il caso di resettare, scordiamoci ogni delusione dell’ultimo periodo, abbiamo ancora una chance che ci siamo guadagnati, con coraggio e forza, quella più difficile ma allo stesso tempo la più affascinante. Non so cosa accadrà mercoledì, noi in campo ci saremo, non il Milan né la Juve né tanto meno il Napoli, solo noi tra le migliori 4 squadre d’Europa. Agli altri lasciamo l’ebrezza di gufare, noi prendiamo invece l’ebrezza di giocarla e sognare. Sono certo che nessuno punterebbe un solo centesimo su di noi, vuoi per lo stato di forma attuale, ma quella musichetta è come un toccasana che ti rinvigorisce e ti fa riscoprire energie che non credevi di avere. Noi siamo ancora qui, seppure con tantissime gare giocate e con una flebile speranza in qualcosa che non s’avvera perché è davvero dura, ma se si avvera ritornerà in auge il nostro canto più fragoroso che mai: noi siamo l’Inter e continueremo a lottare per tutto ciò che ci compete, degli altri non c’importa nulla. …Amala!!!!

Antonio Dibenedetto

Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.

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