





Tutto in otto giorni!
L’epilogo in campionato è arrivato nel peggiore dei modi, in otto giorni abbiamo gettato alle ortiche tutto quello di buono che s’era costruito nell’arco dell’anno. Anche in questo pomeriggio domenicale s’è avuta la riprova che questa squadra è sulle gambe e non ha una rosa attrezzata per più di una competizione, è bastata una squadra ben più motivata da far sovvertire ogni cosa. Certo la Roma era la squadra meno indicata da affrontare in questo particolare momento, veniva da ben 17 risultati positivi consecutivi, ben allenata da quella volpe di Ranieri che l’ha preparata alla grande, intravedendo la possibilità di far male a questa squadra che oramai è alla canna del gas: dopo una stagione davvero trionfale tutto è stato reso vano in soli otto giorni. Non ricordo a memoria di un’Inter che perde tre gare di seguito, eppure solo poco tempo fa tutti osannavano un tecnico che intravedeva la possibilità di un triplete, ripetendo le gesta di un certo Mourinho, che purtroppo è fatto di tutt’altra pasta e aveva una rosa di tutt’altro livello, con giocatori ben oltre la mediocrità di questi nella rosa attuale. Io imputo a Inzaghi un errore palese che attualmente evidenzia lo stato delle cose, mi spiego: non può continuare a mettere in campo calciatori che non stanno bene fisicamente, il mio pensiero va a Dimarco, non è più spigliato com’era tempo fa, si nota che l’infortunio gli ha tolto determinate certezze e continuando a farlo giocare così lo si mette dinanzi alla possibilità di fare brutte figure, non lo merita affatto. Frattesi non è quel giocatore determinante dello scorso anno, si denota che ha un conflitto interiore che ne determina le prestazioni, il mio pensiero è di lasciare andare chi non ha stimoli importanti con noi, di giocatori utili alla nostra causa ce ne sono in giro. Lautaro sta tirando la carretta da un po’, ma ritengo che non può continuare così, si vede che viene meno la lucidità, ma non avendo il sostituto idoneo non può fermarsi. Sostituti in attacco, qui la nota dolente. Inzaghi avrebbe dovuto imporsi in società, doveva battere i pugni e chiedere giocatori utili alla causa nerazzurra e basta con i parametri zero se poi sono come Taremi, doveva mettere in chiaro che era necessario acquistare almeno due attaccanti di livello, e altro anche a centrocampo, ci volevano giocatori degni e in grado di far rifiatare sia Thuram che Lautaro, altrimenti con questa coperta corta era necessario lottare su tre fronti? Sono tanti i giocatori da cambiare nella prossima stagione, ci vogliono acquisti qualificati e che siano in grado realmente di saltare l’uomo e giocare al meglio. Dei vari Correa, Taremi, Arnautovic, Asslani, Frattesi ma anche lo stesso Bisseck se ha mercato, e compagnia bella, ne faremmo a meno purché si sostituiscano con giocatori motivati che sappiano di dover giocare in una squadra, quale l’Inter, che ambisce sempre più a essere al vertice di ogni competizione. Sono bastate due squadre ben motivate come il Bologna, alla quale auguro di vincere la coppa Italia: lo merita, quindi un Roma ben concentrata in un piazzamento Champion alla sua portata per far crollare le nostre certezze purtroppo rette da fondamenta di sabbia, viste l’andamento delle gare dell’ultimo mese. Meglio non citare che abbiamo dato fiato anche all’altra sponda di Milano, avendo agevolato il loro passaggio in finale. Purtroppo questo è un copione già visto, abbiamo già vissuto una frustrazione simile, lasciando un campionato ben giocato ai cugini che hanno approfittato delle nostre leggerezze finali e quest’anno con tantissime probabilità faremo lo stesso regalo al Napoli, di speranze mio malgrado ne nutro davvero poche perché avvenga tutto il contrario. In cinque anni abbiamo vinto due scudetti e due li abbiamo regalati, non c’è che dire è un ottimo curriculum fatto di tantissima generosità. Caro Inzaghi potevi essere l’allenatore più vincete, ma per esserlo dovevi mostrare gli attributi, sia in società che con i giocatori e non essere sempre accondiscendente. Per essere ricordato non bastano le coppe Italia o le Supercoppe, ci vogliono titoli che ti ricordano e ne testimoniano la grandezza assoluta, senza dimenticare una Champions sfuggita sul fil di lana. A bocce ferme mi vengono in mente le tue dichiarazioni in conferenza stampa, quando un giornalaio dei tanti ti ha chiesto del triplete e della possibilità di conquistarlo, tu gli hai fatto segno di quattro, erano i titoli che avresti conquistato. Rubando una frase cara al mitico Trap: non dire gatto se non l’hai nel sacco, prima bisogna conquistarli i titoli e poi pavoneggiarsi, altrimenti verrai beffeggiato da chi allo stato attuale riusciamo a dare una ragione di vita, di società che hanno speso tantissimo, e nonostante tutto stanno galleggiando nella loro mediocrità e si trovano a godere dei nostri insuccessi, purtroppo lo sport preferito dei biancorossoneri è questo, diamo un sorriso e una ragione alla loro frustrazione. Ora sarà il caso di resettare, scordiamoci ogni delusione dell’ultimo periodo, abbiamo ancora una chance che ci siamo guadagnati, con coraggio e forza, quella più difficile ma allo stesso tempo la più affascinante. Non so cosa accadrà mercoledì, noi in campo ci saremo, non il Milan né la Juve né tanto meno il Napoli, solo noi tra le migliori 4 squadre d’Europa. Agli altri lasciamo l’ebrezza di gufare, noi prendiamo invece l’ebrezza di giocarla e sognare. Sono certo che nessuno punterebbe un solo centesimo su di noi, vuoi per lo stato di forma attuale, ma quella musichetta è come un toccasana che ti rinvigorisce e ti fa riscoprire energie che non credevi di avere. Noi siamo ancora qui, seppure con tantissime gare giocate e con una flebile speranza in qualcosa che non s’avvera perché è davvero dura, ma se si avvera ritornerà in auge il nostro canto più fragoroso che mai: noi siamo l’Inter e continueremo a lottare per tutto ciò che ci compete, degli altri non c’importa nulla. …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto
Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.
Leggi TuttoSconforto… nerazzurro!!!
Dopo la Pasqua di vera passione calcistica subita al Renato Dall’Ara di Bologna, il triste accadimento della morte di papa Francesco, è dura dover commentare una sconfitta immeritata per come è arrivata. Non contesto il gesto plateale e furbo dei felsinei, per carità nell’occasione della rimessa dal fallo laterale, in quel caso sarebbe dovuto intervenire l’assistente segnalando al direttore di gara l’errata rimessa in campo, ma il modo con il quale s’è persa una gara che stava scivolando verso un risultato più che giusto, per quello che s’era visto in campo. Non m’è piaciuto l’atteggiamento del nostro mister in conferenza stampa, non puoi sempre recriminare per accadimenti che sono sintomatici nel gioco del calcio, in quella furbizia che è talvolta permessa, a questo devi trovare rimedio te che sei preposto in panchina, allertando i tuoi uomini alla concentrazione massima. Certo la direzione di è stata di parte, ma come dicevano le persone sagge, il lamentarsi dell’arbitro è sintomatico dei perdenti, devi essere più forte di determinati arbitraggi, giocando e creando i presupposti per una vittoria che sarebbe stata vitale in economia del campionato, purtroppo tutto ciò non è avvenuto domenica scorsa, se non proprio in sporadiche occasioni. In tutto questo marasma, ci sono delle condizioni che voglio evidenziare di seguito, purtroppo sono sintomatiche nelle nostre difficoltà attuali.
E’ apparso evidente che questa squadra ha bisogno di una buona dose di autostima, la stanchezza è palese per le tante gare sin qui disputate, ma continuando ce ne saranno tante altre ancora e si avrà bisogno di raschiare il barile trovando le opportune energie per non gettare alle ortiche, tutto quello di buono fatto sin qui, regalando un sogno a chi, a mio modesto parere non lo merita affatto. Mi fa specie le disquisizioni di tutti quei giornalai che inneggiano alle nostre sconfitte, premiando chi forse riesce a programmare una gara ogni sette/otto giorni, fuori da tutti i giochi pallonari da diverso tempo, eppure viene elogiato in modo sistematico, invece le nostre sconfitte portano oltre al giovamento del fegato di queste persone, tantissima autostima nelle loro previsioni. Ora più che mai si deve vedere la pasta di cui sono fatti i nostri campioni, abbiamo un finale di campionato di onorare al meglio delle nostre aspettative, c’è tanto da portare a casa. Troviamo la voglia di andare sino in fondo, caro Inzaghi la spada di Damocle è sul tuo capo, non puoi essere soddisfatto se non porti a casa nulla, i vincenti vengono ricordati per le loro vittorie e non per le sconfitte, se tu vorrai far parte della gloriosa storia nerazzurra, devi apportare le modifiche necessarie per portare a casa gli opportuni trofei, iniziando dalla semifinale di coppa Italia, ancora di salvezza della frustrante stagione dei cuginastri, che non aspettano altro per fare la gara della vita mercoledì. Dobbiamo essere superiori in ogni momento, perché vogliamo questa finale cercando di vendicarci di quel Bologna che ora sta, giustamente, godendo cercando di soffiargli un trofeo stagionale a cui teniamo. Come al solito noi ci siamo, dovete dare il vostro contributo per renderci ulteriormente orgogliosi di tutti voi per un’Inter sempre più vincente! …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto
Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.
Leggi TuttoUna gara in meno!
In un sabato di metà aprile, eccoci che ci troviamo difronte ad un’altra gara che sulla carta potrebbe apparire semplice, ma in fin dei conti così non è stato assolutamente. Il countdown termina, tutto è pronto: alle 18 i ragazzi approcciano al meglio la gara, con quello spirito già visto nei primi tempi in altre circostanze, caratterizzato ancora una volta, qualora ce ne fosse stato il caso, dalla volontà di continuare a sognare tutto ciò che al momento è difficile pronunciare, per scaramanzia e quant’altro. Ancora una volta il timore era presente, visti i precedenti in casa contro l’Udinese e poi a Parma, i ragazzi in campo hanno disputato un primo tempo magistrale che hanno interpretato al meglio, giocando molto bene, facendo capire sin dai primi giri d’orologio che volevano portare a casa l’intera posta in palio. Ma con questa Inter, almeno in campionato, anche il doppio vantaggio non può essere una sicurezza, è inspiegabile l’approccio della ripresa del tutto lento e impacciato. Certo qualcosa inizialmente, mi riferisco nel primo tempo dopo il nostro vantaggio, c’era da registrare, nella fattispecie uno strepitoso Barella non può incaponirsi in un dribbling tra un nugolo di giocatori isolani e poi, perdendo palla, prestare il fianco a una ripartenza quasi letale, con un lancio lungo che ha messo da solo in area il centravanti isolano che poteva costarci il pari, se non fosse che Sommer s’è opposto magistralmente parando la conclusione di Piccoli. Ma il calcio si sa che è una scienza esatta, se crei occasioni e fai di conseguenza goal, tutto appare più semplice, così nel giro di pochi istanti, da goal subito, ecco che Lautaro, complice uno strepitoso “Arnaletale” dopo aver realizzato una bellissima rete, quella del vantaggio nerazzurro, s’è prodotto in un lancio magistrale “no look” e di prima per il compagno, mettendolo solo dinanzi al portiere sardo, ma la differenza di classe rispetto all’avversario, che precedentemente s’era divorato la rete del possibile pareggio, lui con uno perfetto scavino ha depositato la palla in rete. Tutto molto bello, da manuale del calcio. Tutto fantastico, giocate di gran classe dei ragazzi a dimostrazione che questa squadra quando esprime il proprio gioco, sa farsi valere e non ce ne per nessuno, però… La ripresa è stata vissuta in apprensione, perché in una ripartenza cagliaritana, scesi in campo con più determinazione rispetto alla prima frazione, tutto è stato rimesso in discussione. Solo dopo pochi minuti hanno trovato la rete che ha accorciato le distanze, cross di Augello preciso nella nostra area, ha trovato il solitario Piccoli che in elevazione, senza peraltro essere stato mai contrastato, stacca insaccando imparabilmente, forse a farsi perdonare della rete sbagliata nel primo tempo. Ecco che il cliché già visto in precedenza, con lo spauracchio di apprensione s’è ripresentato, fortunatamente i cambi hanno prodotto il contrario delle volte precedenti, memore dell’atteggiamento avuto in altre occasioni. Dopo soli 7 minuti dalla rete cagliaritana, ecco che i ragazzi sviluppano una bellissima azione sulla sinistra, con l’occasione fantastica che si presenta sui piedi di Dimarco, dopo una bellissima circolazione di palla ben organizzata, ma che il portiere sardo ha annullato mirabilmente in angolo. Si iniziava a imprecare alla mala sorte, dovevamo riprendere il bandolo della matassa, insistendo e continuando a premere sull’acceleratore, ma sicuramente c’era chi non era assolutamente d’accordo, chi si stava opponendo a tutto ciò, con il bellissimo intervento dell’estremo difensore ci ha negato la gioia del tris. Era l’esempio lampante che tutto si discostava dalle precedenti gare succitate, dopo tutto la nostra gara la stavamo conducendo al meglio e l’attenzione doveva essere al massimo, senza dare adito agli isolani di farci male. Battendo il calcio d’angolo le nostre ansie, le nostre preoccupazioni sono venute meno, con un imperioso stacco di testa in area rosso-blu, il nostro “Bisteccone” Bisseck ha scaraventato in rete la rete della sicurezza, sospinta idealmente anche da tutti noi tifosi che non meritavamo un altro finale di gara in apprensione. Certo il 3 a 1 ci dava un margine di sicurezza maggiore, e devo dire che di pericoli non ne abbiamo più avuti, i cambi finali proposti da mister Inzaghi sono stati più eterogenei, senza lasciare la squadra totalmente smembrata, determinando una vittoria meritata e lampante che ci attesta sempre più, con assoluto merito, là dove osano le aquile, aspettando l’esito della gara di lunedì dei nostri diretti avversari, contro una squadra non certo irresistibile, ma sono queste le gare che nascondono particolari insidie e minacce maggiori. Ma un passo alla volta, ora bisogna ricaricare le batterie, c’è un quarto di finale da onorare e portare a termine, con un minimo vantaggio sui campioni di Germania, in palio c’è la semifinale di Champions alle porte, con tutta probabilità contro il Barcellona, quindi da giovedì dovremo iniziare a pensare alla gara di domenica prossima al Dallara, ci attende un undici felsineo che già qualche anno fa ci ha fatto male con una sconfitta, che c’è costata uno scudetto, sarà bene ricordarsi di quello spiacevole episodio, cercando di non incorrere in errori che potrebbero apparire insormontabili. Crediamoci tutti. …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto
Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter
Leggi TuttoCosì non va bene!
Se in altre circostanze è andata bene, questa volta no! E’ un dato di fatto, purtroppo, anzi una costante per questa squadra che ha alternato prestazioni, in questo campionato, bellissime gare ad altre poco lucide, diciamo così usando una gentile supposizione. In un sabato pomeriggio di inizio aprile, allo stadio Ennio Tardini di Parma, viene stoppata la corsa nerazzurra, potrebbe essere questo un titolo da giornale sportivo, purtroppo è la sacrosanta verità e con il senno di poi ribadisco che c’è andata anche bene, si poteva perdere addirittura, dopo aver chiuso il primo tempo in doppio vantaggio. Chi deve fare un gesto tipico d’oltralpe, con un “j’accuse” è solamente Inzaghi, non nuovo a tale atteggiamento. Cercando di rimescolare sempre più le carte, ridisegnando una formazione che, ho già espresso all’inverosimile questo mio pensiero, non ha alternative: i titolari sono una cosa le riserve, ben altro, non sono alla stessa altezza, ma ritengo che il compito dell’allenatore è tenere tutti sulla corda con motivazioni certe e concrete. Le avvisaglie nel corso di questo campionato ci sono state e sono state molteplici, non sto certo ora ad elencarvele, ma ritengo che a questo punto della stagione ci vuole più coerenza e consapevolezza che in queste battute finali si rischia di rimane davvero con un pugno di mosche in mano. Si parla da più parti di un fantomatico “triplete”, ma ci vuole ben altro, ci vuole la forza giusta da mettere in campo, ci vuole quella determinazione che è insita in una grande squadra. Credo che tutte le belle frasi spese su l’Inter del tipo: «E’ la squadra più forte.» «Ha la rosa più competitiva.» «Ha due squadre, può permettersi di far ruotare i giocatori.» Ma tutto quello che si sta vedendo negli ultimi tempi, e ritengo anche in tempi dove si rincorreva, tutte queste fantomatiche illazioni erano e sono del tutto fasulle. L’Inter è un’ottima squadra farcita di tanti campioni (ritengo sette/otto) il resto dei buoni giocatori e nulla più. Una grande squadra dopo la gara casalinga contro l’Udinese, mi riferisco all’ultima partita, dove si è rischiato di pareggiarla dopo un primo tempo a dir poco spettacolare e in vantaggio di due reti, s’è quasi fatta rimontare se non fosse altro per uno strepitoso Sommer nel finale, ricorre ai ripari cercando di porvi dei rimedi, non ripetendo determinati e palesi errori di concentrazione. Invece cosa analoga è accaduta ieri al Tardini, certo nel primo tempo ci sono state le avvisaglie ducali con due interventi prodigiosi del nostro estremo difensore svizzero, però poi i ragazzi hanno iniziato a giocare come sanno e s’è cercata la porta in diverse occasioni, con un buon possesso palla e con quella determinazione atta a farci chiudere in vantaggio, nella prima frazione di gioco, di due reti, ennesima storia di un film già visto. Solo che il sequel è stato un film horror, dal sessantesimo e nell’arco di soli nove minuti, il Parma ha raddrizzato una gara davvero assurda. Il secondo tempo ha decretato la cervellotica paura di non farcela, l’ansia di prestazione di questa squadra che una volta preso il primo goal si sfalda e non riesce a effettuare una degna contromisura per arginare la voglia di rivalsa degli avversari. Con la capacità di palleggio avrebbe dovuto nascondere la palla agli avversari, senza fare in modo di dargli la possibilità di credere di poter sovvertire le sorti di una gara che si stava incanalando verso i giusti canali di una nostra possibile vittoria. Invece il genio assiepato in tribuna ha ancora una volta ha tenuto il peggio, che piuttosto questa volta s’è verificato, facendo dei cambi in favore della prossima gara, quella di Champions contro il Bayern. Al sessantacinquesimo ha effettuato ben tre cambi, fuori Calhanoglu, Dimarco e Lautaro indebolendo inesorabilmente la squadra con gli ingressi di Frattesi, Zalewski e Correa. Mi chiedo ma una persona sana di mente e vedendo che stavamo arrancando, con un Parma spinto in propensione avanzata e senza più il controllo del centrocampo, effettua questi cambi perché martedì abbiamo una gara di Champions? Non puoi sempre togliere i migliori in campo, cose che è già capitata contro l’Udinese perché il mercoledì si giocava il derby di coppa. Non si possono vivere le gare tralasciando sempre l’ottimizzazione di quello che è il nostro presupposto: la vittoria! I giocatori se sono in distinta e abili dallo staff medico devono giocare innanzitutto, prescindendo da tutto, i ricambi sono tali e vanno gestiti solo ed esclusivamente se si vuole sortire un effetto diverso da quello che si è creato sino a quel determinato momento, altrimenti non si può deteriorare l’equilibrio di gioco messo in atto, i cambi al momento attuale non sono degni di chi è in campo. Altra considerazione che ieri s’è palesata al Tardini, non si può vedere un centrocampo con Mkhitaryan, Asslani e Calhanoglu. In mancanza di Barella, che ieri più di altre volte s’è vista eccome, avrebbe dovuto giocare Frattesi. Certo il giocatore romano si sta distruggendo da solo, dimostrandosi molto fragile a livello caratteriale e senza quella tigna da guerriero che avrebbe dovuto insorgere, dimostrando il suo valore, prendendosi quel ruolo che gli spetta di diritto quando viene a mancare il “tamburino sardo”, ma con le ultime prestazioni da purtroppo ragione al tecnico che lo sta impiegando con molta parsimonia. Io amo questi colori ed è giusto porre il proprio disappunto quando ci sono palesi errori di conduzione, caro mister Inzaghi bisogna pensare ad una gara alla volta, in questo ultimo mese non si può pensare di vivere nel periodo lungo che non esiste di certo se poi si gettano alle ortiche punti preziosi e si fanno prestazioni eccellenti per soli 45 minuti, ci vuole ben altro, l’Inter merita ben altro, non le pare? Ultima considerazione non si possono vedere in campo giocatori del calibro di Correa (davvero inesistente), Asslani che anche ieri era del tutto involuto senza quella spinta che avrebbe dovuto dare un giocatore con le sue presunte caratteristiche e poi di Bisseck, ne vogliamo parlare? Meglio di no, in considerazione che Inzaghi ha lasciato in panchina un tale Pavard, gran bel giocatore, speriamo solo che la prossima gara sia migliore della precedente e che tutti, iniziando dal tecnico finendo ai calciatori, facciano tesoro dell’ennesima gara giocata per soli 45 minuti e il resto hanno lasciato negli spogliatoi lo spirito vincente e battagliero che contraddistingue una grande squadra da una mediocre: pensiamoci la prossima volta, noi siamo l’Inter e meritiamo molto, ma molto di più!!! …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto
Vivere con questi colori nel cuore è stato da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.
Leggi TuttoUn’ora di bel calcio, e poi…!
Dopo la pausa per gli impegni delle Nazionali, si riparte per l’ultima e decisiva fase finale del campionato di massima serie, in una domenica di fine marzo, accompagnati da una benevola aspettativa complice un caldo sole che, visto il periodo, tendeva a riscaldare gli animi dei tifosi assiepati in attesa di rivedere, dopo quattordici giorni, i ragazzi in campo. C’era attesa per questa gara, certo importante per la testa della classifica solo per noi e per una nostra vittoria, ma nulla di che sul profilo puramente statistico, per il semplice motivo che i friulani non avevano alcun obbligo, sicuri di aver guadagnato anzitempo il tetto massimo della quota salvezza, ma sono queste le gare che non vanno sottovalutate poiché se ti rilassi troppo rischi di fare brutte figure. Tutto bello, l’ennesimo sold-out del Meazza con tantissimi tifosi festanti, si celebrava la giornata riservata agli Interclub di tutta Italia, con la gioia a mille di chi non aveva ancora vissuto l’esperienza di gustarsi una gara dal vivo quest’anno, per questo motivo si sarebbe gustato ogni minuto sino alla fine, non facendo mancare l’affetto e il calore ai propri beniamini. Pronti via, i ragazzi in campo hanno subito fatto capire che la gara volevano portarla a casa, con un gioco a dir poco spettacolare, si contano nei primi otto minuti ben tre occasioni da rete e poi con passaggi perfetti e triangolazioni da far lustrare gli occhi ai più, s’è rivista la spinta di colui che c’è mancato maggiormente nell’ultimo periodo, il nostro “Dimas”. Grandissimo quinto di centrocampo, forse non dico un’eresia, affermando che secondo me è uno dei migliori in Europa e chissà forse qualcosa di più. Con due sgroppate sulla sinistra e con scambi di alta classe, ha messo a centro area due “cioccolatini” per i compagni che hanno apprezzato e scartato con assoluta golosità, prima Arnautovic e poi Frattesi hanno indirizzato la gara nel giusto canale a noi più congeniale. Gara chiusa? Non proprio perché i ragazzi hanno continuato a giocare, molto bene direi, senza però segnando altre reti che avrebbero potuto di fatto ammazzare la gara. S’è lasciato ai friulani solo scampoli di campo dove manovrare e con Sommer che non ha dovuto compiere che l’ordinaria amministrazione, nulla più. Questi primi 45 minuti, facevano presupporre un pomeriggio domenicale di tutta tranquillità, invece come oramai ci ha abituati da tempo il nostro mister, per noi nulla è facile e scontato. Dopo la nostra ultima azione di un certo spessore, s’era al 61esimo, con un bellissimo tiro, manco a dirlo del migliore in campo: Dimarco, che ha sfiorato il montante di pochi centimetri, ecco che il mister ha iniziato con i suoi campi a dir poco cervellotici. Al decimo ha sostituito Arnautovic che sino a quel momento con Thuram tenevano impegnata la retroguardia bianconera, con un Correa che davvero non è né carne né pesce, come si dice in gergo, davvero inutile ed evanescente, per fortuna che non c’era Taremi altrimenti avrebbe gettato anche lui nella mischia. Sin qui poco male, certo s’era leggerini in attacco e di conseguenza i difensori hanno goduto di una certa libertà d’inserimento, nella fattispecie il gigante bianconero Solet che ne ha approfittando, mettendoci seriamente in difficoltà. Il culmine massimo è arrivato quando ha tolto dal campo due terzi di centrocampo, Frattesi che ieri ha fatto la sua onesta partita, ritornando ad essere molto pericoloso con le sue incursioni, sostituendolo con un Barella che non ha fatto nulla di che nel periodo che è stato in campo, avrebbe potuto riposare tranquillamente, lo farà per forza alla prossima gara in quanto ammonito sarà squalificato, saltando la trasferta di Parma e poi la nostra croce e delizia, l’inconsistente Asllani che non riesce ad esprimersi con velocità facendo sempre gli stessi movimenti, oramai noti e che non fanno ripartire la manovra, lasciando delle voragini a centrocampo. Quindi un Bisseck che avrebbe dovuto garantire, visto la sua altezza, una copertura maggiore sulle palle alte. Tre innesti che hanno impoverito la squadra, togliendo di fatti l’estro e l’imprevedibilità che s’era vista sino a quel momento, insieme ha tolto Calhanoglu, Frattesi e Dimarco, sino a quel momento i migliori in campo come del resto tutta la squadra. Ovviamente senza l’opportuna spinta di questi giocatori, le zebrette friulane ne hanno approfittando impadronendosi del centrocampo e agendo con maggiore forza sulle fasce. La cosa assurda è l’aver fatto scendere per svariati metri il difensore Solet che in modo imperioso è arrivato al limite della nostra area calciando un fendente che ha trafitto l’incolpevole Sommer. Mi chiedo ma possibile che nessuno è riuscito a chiudere sull’avanza di questo gigante di ebano? Sarà ma siamo stati molto molli in quella circostanza. Con la rete friulana che ha di fatto riaperto una gara che in buona sostanza non avrebbe avuto altra storia se solo ci fossimo comportati da “Inter”, invece è subentrata un po’ di apprensione. I bianconeri ci hanno creduto sino alla fine, c’è voluto un grandioso Sommer che ha chiuso la propria porta con due interventi magistrali, i nostri invece dal settantesimo in poi elettrocardiogramma piatto. Solo il demone di Piacenza protestava a più riprese, forse s’era reso conto della enorme cavolata che aveva commesso con quei cambi cervellotici, non del tutto azzeccati, forse lui avrà avuto più contezza su disturbi muscolari che gli avrebbero comunicato i giocatori chiedendo la sostituzione, ma in caso contrario erano del tutto inconcepibili le sue valutazioni. Per fortuna la partita è stata poi congelata con il risultato a noi favorevole, ma ritengo che con il senno di poi certe modifiche non avrebbero avuto alcun senso, se non in un contesto di un assoluto e largo risultato nel punteggio. Tutto è bene ciò che finisce bene, ma prima di ogni atto deliberatorio in seno a una squadra che si sta comportando bene, bisogna attendere gli ultimi dieci minuti ed evitare di lasciare campo agli avversari per oltre trenta minuti. Sappiamo che ora le gare prossime sono tutte finali, certo abbiamo in questo mese di aprile otto gare, la media di una gara ogni tre giorni, purtroppo questo è lo status quo di chi concorre su più fronti, ma la cosa che più fa rabbrividire che non si dispone di opportune coperture in diversi ruoli in campo, bisogna riflettere il prossimo anno, acquistando giocatori propensi ad adattarsi in più ruoli e utili, in un certo senso da Inter, s’è visto che non disponiamo di due squadre, coloro che avrebbero dovuto dare copertura ai titolari non sono altro che modesti comprimari. Mercoledì inizia il tour de force, mi rivolgo al caro mister, mi raccomando facciamo risorgere ancora i cuginastri che oramai non attendono altro, intravedendo nella coppa Italia la loro ancora di salvezza, in questo modo tendono a salvare una stagione fallimentare puntando su quel trofeo che dovrebbe essere per loro la panacea per i loro mali. Abbiamo l’obbligo di far vedere che la partita persa in supercoppa e in campionato, sono state figlie solo di un momento, dobbiamo mostrare con i fatti che noi siamo l’Inter e loro non possono assolutamente sedere al nostro tavolo: mai come in questo momento ci sono inferiori! …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto
Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.
Leggi TuttoLa partita perfetta!!!
Finalmente, lo dico con assoluta sincerità e a caratteri cubitali, finalmente abbiamo rivisto giocare bene la nostra cara e amata Inter come lo scorso anno, con quella grinta e determinazione che sinora s’erano palesate a sprazzi. Sinceramente devo riconoscere che Inzaghi, contro Gasperino il carbonaro, ci va a nozze, riesce a colpirlo nel momento opportuno e imbrigliando le manovre bergamasche con tanto pressing e gioco di un palleggio che gli orobici non riescono a fermare. Se questa è l’ottava vittoria di fila qualcosa dovrà pur significare, oppure no? La gara di ieri sera è stata interpretata nel migliore dei modi e se poi, per mera sfortuna, non è stata sbloccata nei primi 20 minuti terribili, per un palo l’ennesimo di Thuram, è tutto dire perché i ragazzi hanno incanalato la partita con tanto senso di posizione e aggressività sui portatori di palla, con manovre degne dei migliori interpreti di questo fantastico sport. Il calcio è fatto di ricami perfetti e velocità d’esecuzione che finalmente ieri sera si sono rivisti, giocate che non sono mai state fine a sé stesse, anzi davano la sensazione che da un momento all’altro qualcosa poteva nascere, quelle giocate veloci che solo i campioni riescono a fare (vgs. L’assist perfetto di Lautaro per Thuram). L’Atalanta dal canto suo ha dovuto fare di necessità virtù, cercando di trovare degli spazi che i ragazzi hanno negato, ribattendo colpo su colpo, lasciando solo delle briciole e se poi sull’unico tiro impegnativo, il buon Sommer s’è trovato pronto alla deviazione. In contrapposizione i ragazzi hanno pigiato sull’acceleratore in molte occasioni, e se nel primo tempo solo la mala sorte non ci ha fatto passare in vantaggio, tutto ci è stato restituito nella ripresa, dove un perfetto calcio d’angolo di Calhanoglu, ha pescato in un nugolo di calciatori in area bergamasca, il buon Carlos Augusto che l’ha depositato in rete. Che dire non abbiamo mai accusato alcun tipo di affanno degli avanti orobici, tutto ciò è stato reso possibile dalla prestazione magistrale di un ”ragazzino” di 37 anni, Acerbi, che ha annullato il capocannoniere del campionato e di un Pavard che ha limitato Lookman, ma in buona sostanza di tutta la squadra che ha interpretato al meglio ogni ruolo, giocando da squadra. L’Inter in un certo senso ha dato dimostrazione che giocando come sa, con quell’agonismo feroce, riesce a limitare e di molto gli avversari, dando un segnale di grandezza assoluto. La gara di ieri mi ha dato un certo sconforto, poiché riflettendo non riesco a trovare una spiegazione logica alle debacle che abbiamo incassato contro i non colorati e i cuginastri che da tempo stanno arrancando, raschiando il cosiddetto barile per poter ambire a una posizione europea, davvero assurdo tutto ciò. Ora spero solo che nel penultimo atto di una coppa Italia che per loro potrebbe essere realmente la risoluzione di un’annata da negativa in prestigiosa, che dobbiamo avere la coerenza e mettere in campo la concentrazione giusta per far passare il messaggio di una certa superiorità, qualora ce ne fosse bisogno, senza fare sconti e dimostrare sul campo la differenza sostanziale tra le due squadre. Non oso immaginare l’esatto contrario, allo stato attuale di già si vantano per aver conquistato un trofeo, quella supercoppa che hanno sempre bistrattato, ma che ora per loro, pare alla stessa stregua di una Champions, assurdo come cambiano le opinioni in un batter d’occhio. Ultima analisi sull’andamento della gara di ieri sera a livello arbitrale. Premetto che a me Massa non è mai piaciuto come direttore di gara, certo ha tanta esperienza per le molteplici gare che ha arbitrato in serie A e a livello europeo, e bisogna dargli adito che ieri ha impostato la gara con una certa libertà d’azione, non sanzionando sin dagli inizi sbracciate e quant’altro, limitandosi a fischiare interventi e falli ben palesi. Dovuta questa premessa, ebbene tutti gli ex arbitri delle varie trasmissioni televisive, che già da arbitri non erano delle cime e che tali si sono dimostrati da esperti al monitor, hanno evidenziato che Massa ha sbagliato in occasione dell’espulsione di Ederson. Mi viene da sottolineare tutto ciò che si evince, come l’azione arbitrale ha seguito una stessa linea per tutta la durata della gara, che sono state reciproche le sbracciate tra Thuram in vantaggio ed appunto Ederson, segnalando un calcio d’angolo e non un fallo che tutti hanno richiesto a gran voce, comodamente seduti sulla poltrone in studio. Tutto ciò appare inverosimile e ribadisco per la direzione arbitrale tenuta per tutto l’andamento della gara. L’ammonizione, la prima, è scaturita per il cervellotico comportamento del brasiliano che voleva il fallo, con proteste veementi e poi questo genio che fa? Una volta ammonito applaude ironicamente Massa, con il successivo cartellino giallo e il conseguente rosso. Ovviamente Gasperino il carbonaro, ha visto bene d’inveire contro l’arbitro essendo poi espulso a sua volta e poi dichiarando, in conferenza stampa, che l’arbitro ha rovinato una gara che sin li si stava disputando al meglio. Mi viene da suggerire al buon Gasperino, devi stare sereno sin a quel punto non avevi tirato una volta in porta, avresti dovuto prendertela con il tuo giocatore per la crisi isterica che l’ha portato all’espulsione, è comodo prendersela con chi applica il regolamento per celare le proprie pecche. Non mi dilungo oltre, ce ne sarebbero da dire altre cose, mi fermo qui, la cosa principale che suggerisco a tutti i giornalai ed esperti moviolisti di essere coerenti e saper legger tra le righe di una gara, tutto appare semplice se si applica una certa autocritica e non solo quando gioca l’Inter, perché noi siamo sempre sereni e sicuri di fare il massimo, chiediamo che anche voi dovreste fare la stessa cosa, l’Inter merita rispetto e non deve essere attaccata continuamente da mass media e presuntuosi saccenti conoscitori pallonari! …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto
Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.
Leggi TuttoMa che fatica!
La gara di ieri sera è stata l’emblema significativo: che se non giochi al massimo della concentrazione e da squadra, rischi di fare delle brutte figure. Nel più classico dei testa-coda mai risultato poteva essere più scontato, se non altro perché, come spesso accade, contro l’Inter tutte le squadre vendono cara la pelle e a volte, pur arroccandosi tutti in difesa, cercano in ripartenza azioni letali e poi se aiutati da quella bravura figlia di un aiuto che la dea bendata ti beneficia, com’è accaduto con la bellissima rete di Keita Balde, mentre la stessa dea s’è addormentata su tiro analogo del nostro Marcus nel secondo tempo, allora c’è da lottare strenuamente per avere la meglio. Tutto sommato possiamo solo essere soddisfatti dall’approccio del secondo tempo, la squadra ha voluto reagire alla situazione irreale che s’era creata, nella fattispecie i monzesi con due tiri nella porta hanno realizzato il massimo possibile: due reti, senza peraltro che il nostro portiere abbia dovuto compiere interventi di un certo rilievo, cosa invece che il buon Turati ha effettuato con estrema bravura. Per fortuna al tramonto del primo tempo, con l’ennesima azione nella metà campo avversaria, i ragazzi hanno accorciato le distanze con la rete di Arnautovic su passaggio di Dumfries di testa. In un certo senso si sapeva che i ragazzi avrebbe fatto di tutto per ribaltare il risultato, sinora sfavorevole ma solo per le belle parate di Turati, condivise con la mancanza di precisione dei ragazzi, ritengo che come al solito la verità è sempre nel mezzo. Per identificare al meglio quella che è stata la gara di ieri sera, ecco alcuni dati significativi, possesso palla 69% a nostro favore, angoli 13 a 1, tiri totali in porta e fuori 21 a 6, 1 legno colpito e parate 7 a 2 in favore del portiere brianzolo, tutto ciò pare indentificare al meglio l’andamento della gara che i ragazzi hanno meritato di vincere e così è stato, vero ma hanno dovuto sudare le proverbiali sette e più camicie, per avere la meglio di una squadra che una volta agevolata nel risultato parziale, hanno dato tutto per cercare di portare a casa un risultato positivo. Era quello che bramavano a più riprese da altre città, i gufi che erano ben presenti sui loro trespoli, ma benché i monzesi avessero eretto una barricata a protezione del fortino e della loro porta, tutto ciò è stata sgretolata dalla forza motrice di una squadra che voleva sovvertire ogni tipo di malasorte che si stava palesando. Con l’ingresso di un Thuram che sta ritornando quello di qualche mese fa, gli manca la rete in campionato , questo è vero, ma purtroppo l’ha sfiorata per ben due volte, con un palo che grida vendetta con un tap-in facile, facile, ma tante volte la facilità non sempre è sinonimo di rete. Ultima analisi mi viene da ridere per la rete annullata a Lautaro che ha toccato con i polpastrelli il pallone che poi ha scaraventato in rete con rabbia, se c’è il tocco, va annullato ma qui si rischia il ridicolo e poi per fortuna questa volta la tecnologia è venuta incontro al direttore di gara, in altre circostanze si sarebbero fatti tanti dibattiti per un pallone che aveva oltrepassato la linea di porta, certo non è la stessa cosa al riguardo della fatica rete non concessa a Muntari, dove il “disonesto” Buffon ha omesso di essere sinceramente degno e affermare l’avvenuta segnatura di quella rete, fortunatamente questi disgustosi episodi non sono più determinanti per la buona pace di chi vuol trarre guadagno di sviste arbitrali, e i non colorati nella loro storia ne hanno parecchi a loro favore, ma questa è un’altra storia e lasciamola a chi si fregia di queste pseudo vittorie, noi siamo l’Inter e queste cose non appartengono al nostro dna. Ora testa all’impegno di Champions contro il Feyenoord, che in parte abbiamo già delineato con la vittoria all’andata che poteva essere più larga senza l’errore da dischetto, ma va bene così, vorrà dire che imposteremo la gara per vincere ancora, anche perché il successivo fine settimana e prima della sosta, affronteremo un’altra gara importante contro la Dea di Bergamo, sarà determinante affrontarla con lo spirito giusto e l’umore a mille, in previsione del traguardo che si sta, pian piano, raggiungendo. Forza ragazzi crediamoci e anche se non siamo più quella squadra che sciorinava un bellissimo calcio come lo scorso anno, tutto è ancora alla nostra portata e talvolta il “corto muso” dovrà essere il diktat necessario e perentorio se vogliamo crescere e prenderci quello che ci è dovuto: siamo l’Inter e tutto il resto conta relativamente. …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto
Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.
Leggi TuttoUn pareggio che sa di… vittoria!
Non è possibile disputare una gara del genere, il Napoli avrebbe meritato sicuramente di più che uno striminzito pareggio, gli sta sicuramente stretto, d’altronde chi è causa del suo mal pianga sé stesso, vero Inzaghi? Certo che le sue dichiarazioni sulle varie testate giornalistiche, a caratteri cubitali, dove affermava che non avrebbe firmato per un pareggio, invece al termine della gara è accaduto l’esatto contrario, se l’è tenuto ben stretto il punticino. Ieri pomeriggio c’è stata l’ennesima occasione per dimostrare, qualora ce ne fosse stato il bisogno, che la contraddizione che vive questa squadra, al momento opportuno dove dimostrare la propria superiorità, non riesce, la constatazione è che non ha fatto mai risultato pieno contro le squadre di vertice, o per lo meno quelle che si sarebbero potute assestare in vertice. Con la sola Atalanta abbiamo centrato il risultato pieno e poi: nulla, solo gare cervellotiche giocate per un tempo al massimo e dando poi l’opportunità di essere sorpresi, com’è accaduto contro i non colorati sia all’andata che al ritorno, per poi non parlare contro i cuginastri a cui abbiamo regalato un trofeo e due partite: assurdo. In controtendenza ieri pomeriggio tutto ciò non s’è avvertito, non abbiamo giocato solo per un tempo, abbiamo sempre arrancato, mentre il Napoli ha giocato per tutta la gara impedendo il nostro gioco, anche se ancora una volta c’è da imprecare alla mala sorte che ci ha privato di giocatori essenziali, acciaccati con contrasti alquanto duri dei giocatori partenopei. Le analisi della gara al Maradona hanno definito una sostanziale superiorità degli azzurri, s’è vista che avevano una brillante tenuta fisica, i nostri invece stancamente si trascinavano in avanti senza il consueto coinvolgimento di squadra. S’è giocato francamente, senza alibi di sorta, davvero male e se il buon Dimarco ha sbloccato la gara con una magistrale punizione, degna del tempio consacrato al dio pallonaro per antonomasia, non ha fatto che acuire i problemi di questa squadra, che una volta in vantaggio avrebbe potuto giocare di rimessa, condizione che più ci aggrada in determinate situazioni, invece inconsciamente ha consegnato la gara agli avversari. Se il primo tempo s’era concluso con un predominio dei padroni di casa, la ripresa ha ulteriormente accentuato questa presa di posizione ben indirizzati da Conte in panchina, se questi sono i presupposti, possono davvero puntare al titolo, rimane solo una gara alla settimana da preparare e questo è davvero un buon viatico per il futuro. Il nostro invece è di tutt’altra specie, certo puntiamo sui tre fronti disponibili, si potrebbero certamente centrare, ma giocando in maniera diametralmente opposta, il nostro gioco fluido s’è smarrito, non abbiamo più quella sicurezza di un tempo, arranchiamo e per avere la meglio in gara, sudiamo le proverbiali sette e più camicie. Della gara di ieri mi sovviene un proverbio che guardando la gara, insieme a un mio carissimo amico, mi sovviene e cioè che colpendo a più riprese anche il ferro si rompe, quello che è accaduto ieri sera, il Napoli ci ha messo nell’angolo colpendo inesorabilmente, come un pugile che cerca di assestare il giusto colpo del “knockdown”, che alla fine è arrivato, ma è anche palese che eravamo in difficoltà e se la gara si sarebbe protratta per ancora qualche altro minuto, potevamo anche perderla. In tutto questo cos’ha fatto il nostro genio in panchina? Ha sbagliato ancora una volta i cambi, facendo entrare in campo giocatori non motivati, favorendo le fasce con un Frattesi sulla nostra destra: impalpabile, mentre sulla nostra sinistra ha tolto ancora una volta Bastoni, mi chiedo perché solo e sempre lui, è un mistero senza un senso, tant’è che Dumfries s’è trovato spaesato in occasione della rete del pareggio partenopeo, proprio coprendo quella zona. La nota positiva è stata la bella prova del nostro portierino che s’è ben comportato nelle occasioni in cui è stato chiamato in causa, gli altri tutto sotto la sufficienza. Se questa era la madre di tutte le gare, l’abbiamo disputata al peggio delle nostre possibilità, in buona sostanza dal Maradona usciamo ben ridimensionati, seppure ancora primi in classifica, ma con evidenti cali di tensione che una grande squadra non dovrebbe avvertire in modo così palese, essendo alla mercé degli avversari con statistiche che ci hanno sempre visto in difficoltà. Una caduta che avrebbe potuto causare danni ulteriori, mancano ancora ben 11 gare sino al termine di questo campionato che stiamo gettando alle ortiche, e che l’anno scorso abbiamo vinto in modo trionfale e senza alcun patema d’animo, tutt’altra situazione che stiamo vivendo ora. La cosa importante è non toppare i Europa, come unica rappresentante nella coppa principale, abbiamo l’onere e l’onore di farci trovare pronti. Mi auguro che quella di ieri sera al Maradona sia stata solo una serata storta e null’altro, noi siamo l’Inter e sappiamo e dobbiamo giocare nettamente meglio di come abbiamo fatto! …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto
Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.
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